Tre effetti dell'insipienza e della disonestà dei potenti: Libia, crocifissi e nucleare
Sabato 19 Marzo 2011 alle 23:13Due in un sol giorno: una nuova guerra e la sentenza-farsa della Grande Chambre (in Veneto si chiamava camaroto, e far camaroto equivaleva, cambiate le mutande, al bunga bunga del paradiso arcoriano). Aggiungiamoci il problemino giapponese, e l'improbabile Giacobbo, il più deriso dei presentatori, diventa in un sol giorno prova vivente delle sue stesse apocalittiche previsioni nostradamiche.
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Venerdi 2 Aprile 2010 alle 07:59Riceviamo da Lucio Panozzo (Uaar Vicenza) e pubblichiamo
di Lucio Panozzo
Ora che le operazioni di voto si sono concluse, posso affrontare con più serenità l'oramai antico problema della presenza di simboli cristiani nei seggi.
La consuetudine, non da tutti condivisa, trae le sue origini da un fatto singolare, e cioè l'uso delle aule scolastiche per l'occasione svuotate dai legittimi utilizzatori e consegnate per tre giorni ai funzionari di seggio e ai cittadini votanti. Si sa che nelle aule scolastiche è prevista la presenza dei crocifissi. Ma quanto è legale, o meglio giusto, che un simbolo religioso incomba sulle giovani menti? Da quali disposizioni legislative discende questa imposizione? E infine, se simbolo dev'essere, perché sempre uno e solo "quello"?