Il Comune dopo la riforma Brunetta,domani
Giovedi 18 Marzo 2010 alle 21:46Veneto Marketing Â
Viene ospitato a Palazzo Sturm domani, venerdì 19 marzo 2010, alle ore 17.00 il workshop dal titolo "Gestire il Comune dopo la riforma Brunetta - Performance e trasparenza della PA per la competitività locale".
Si tratta di una riforma importante che impone ai Comuni di fare un salto di qualità , sia nel miglioramento della produttività sia nella trasparenza della performance ottenuta.
I relatori dell'incontro saranno:
Prof. Fabrizio Panozzo, docente di City Managment presso l'Università Ca' Foscari di Venezia
Ing. Alessandro Fabris, Assessore del Comune di Bassano del Grappa
Dott. Andrea Pellizzari, Assessore all'Innovazione della Provincia di Vicenza
Dott. Paolo Vivian, Giovani Industriali di Confindustria
Dott. Beniamino Manfredini, Istituto Poster
L'evento, appuntamento unico in tutto il Veneto, è organizzato dalla prestigiosa Università Ca' Foscari e dalla società Veneto Marketing.
L'ingresso al workshop è libero.
Scarica la locandina cliccando sul seguente link:
Workshop "Gestire il Comune dopo la Riforma Brunetta "
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Tre notizie e tre commenti
Giovedi 4 Febbraio 2010 alle 21:16
1.- Dalla "casta" alla "corte"
La camera dei deputati ha approvato ieri il cosiddetto "legittimo impedimento" (con voto favorevole di PDL e Lega e l'astensione dell'UDC). In base a questa nuova legge (quando, con tutta probabilità , sarà approvata anche dal Senato) il presidente del consiglio e i ministri possono non comparire nelle udienze dei processi a loro carico che sarebbero "sospesi" per tutto il periodo da loro stessi indicato in una specie di "autocertificazione".
A scanso di equivoci e di falsi populismi, è bene ricordare che, in Italia, i ministri e il presidente del consiglio non sono eletti direttamente ma designati e/o nominati. Chi occupa cariche di governo (e,comunque, anche chi è eletto dal popolo alla pari di qualsiasi cittadino) dovrebbe rispondere alle imputazioni che gli venissero rivolte da parte della Giustizia. Anche a quelle che ritiene ingiuste. Dovrebbe, anzi, pretendere un giudizio veloce (una specie di corsia preferenziale) per dimostrare il più rapidamente possibile e senza ombra alcuna, la propria innocenza, l'estraneità ai fatti imputati e la propria specchiata onestà .
Il legittimo impedimento (o, meglio, l'illegittima impunità ) è, invece, un privilegio che trasforma la cosiddetta "casta" in una vera e propria "corte del sovrano".
Una decadenza di costumi, morale ed etica da "basso impero".
2.- A proposito di assenteisti e fannulloni Il ministro Brunetta si candida a sindaco di Venezia. Essere Sindaco di una città come Venezia non è un incarico da poco. Prevede un impegno a tempo pieno.
Ma Brunetta dichiara, che, se eletto, non lascerà l'incarico di ministro. Sorge un dubbio: come farà il ministro "anti-fannulloni" ad esercitare con la dedizione dovuta il suo ruolo di sindaco se resta ministro?
In uno dei due "uffici" (a Venezia e a Roma) Brunetta sarà evidentemente assente e quindi assenteista.
E, forse, "fannullone".
3.- Meritocrazia dinastica (dal cavallo dell'imperatore Caligola alla "trota padana")
Renzo Bossi, il figlio del "senatur/ministro" Umberto, è stato candidato alle elezioni regionali della Lombardia (collegio di Brescia). Addirittura, alcuni giornali scrivono di lui come del futuro assessore allo sport della regione Lombardia.
Renzo Bossi è quel giovane rampollo (definito "trota" dal padre Umberto) che detiene un "bel"
record di bocciature (tre) all'esame di stato (ex "maturità "). Evidentemente, ha competenze eccezionali anche se, altrettanto evidentemente, molto ben nascoste.
O, forse, l'unico suo merito è l'essere figlio dell'Umberto leader della Lega? Una sorta di merito
dinastico che supera quelli veri e le competenze accertate dei comuni cittadini.
Un chiaro esempio di come chi ci governa intende la meritocrazia.
Queste tre notizie sono strettamente legate tra loro. Evidenziano che nel nostro Paese esiste, e grave, una "questione morale".
La stessa che Enrico Berlinguer denunciò nel lontano 1981.
Una "questione morale" che dovrebbe preoccupare ognuno di noi e che dovrebbe essere affrontata con la giusta decisione. Chi governa l'Italia pone particolare (se non unica) attenzione alla propria impunità e alla volontà di occupare un sempre maggiore numero di "poltrone" ben remunerate.
È lo smantellamento sistematico della Costituzione, un uso padronale e personalistico del potere.
Queste "manovre" atte a "mettere in sicurezza" ministri e loro parenti risultano offensive nei confronti dei lavoratori che, oggi più che mai, sono costretti a lottare in difesa del proprio lavoro e nei confronti di tutti quei cittadini che faticano a vivere decorosamente con salari e pensioni totalmente insufficienti.
Giorgio Langella
Costituzione e questione morale
Martedi 5 Gennaio 2010 alle 23:18Riceviamo da Giorgio Langella (PdCI-PRC) e pubblichiamo per eventuali commenti.Â
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E così il ministro Brunetta ha finalmente rivelato quanto "lorsignori" vogliono fare della nostra democrazia. Brunetta afferma che "stabilire che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro non significa assolutamente nulla" e che "la parte valoriale della Costituzione ignora temi e concetti fondamentali, come quelli del mercato, della concorrenza e del merito".
Pensiamo che sarebbe utile e necessario, prima di tutto, conoscere la nostra Costituzione. Capire come e da cosa è nata. Studiarne la sua modernità . Dovrebbe essere compito di chi governa e di chi "fa informazione". Dovrebbe essere compito primario della scuola. Invece chi governa il paese e tanti, troppi professionisti della comunicazione montano una vera e propria campagna di disinformazione e di occultamento dei principi e dei valori della nostra Carta costituzionale.
Cuoa: dirigenti PA promuovono Brunetta
Giovedi 27 Agosto 2009 alle 23:03
Ma per realizzare maggiore efficienza serve più formazione. Lo dice un'indagine di CUOA PA.
L'indagine realizzata nel corso della seconda edizione del Master in Gestione Integrata nelle PA della Fondazione CUOA è stata realizzata su funzionari e dirigenti del Veneto. In particolare, il 67% degli intervistati ritiene corretta la scelta di imporre la massima trasparenza a tutto il processo di valutazione, tramite il superamento della privacy e la pubblicazione di obiettivi, metodologie ed esiti dell'attività sul sito internet dell'ente.
Lo strumento delle sanzioni è ritenuto valido da quasi il 70% degli intervistati.
L'aumento delle sanzioni disciplinari porterà a potenziare il livello di efficienza degli uffici pubblici, secondo il 28%, e servirà a contrastare i fenomeni di scarsa produttività e di assenteismo nel pubblico impiego, 39%.
I manager pubblici danno i voti al Decreto Brunetta. L'indagine realizzata nel corso della seconda edizione del Master in Gestione Integrata nelle PA della Fondazione CUOA è stata realizzata tramite la somministrazione di un questionario ai partecipanti dei diversi seminari realizzati. I rispondenti, circa 100 funzionari e dirigenti del Veneto, promuovono a larga maggioranza il decreto attuativo della Legge Brunetta (L. 15/2009). In particolare, il 67% degli intervistati ritiene corretta la scelta di imporre la massima trasparenza a tutto il processo di valutazione, tramite il superamento delle disposizioni in materia di privacy e la pubblicazione di obiettivi, metodologie ed esiti dell'attività sul sito internet dell'ente, reputandolo "l'unico modo per garantire la presa di responsabilità dei dipendenti pubblici e coinvolgere i Cittadini nella valutazione della qualità del servizio". La privacy va, invece, rispettata secondo il 33% del campione che ritiene "serva un metodo di valutazione che non vada a discapito della privacy e permetta di dimostrare le eventuali difficoltà oggettive che hanno impedito il raggiungimento dei risultati". Ma, secondo i dirigenti pubblici, perché la riforma abbia un impatto reale sull'efficienza della PA italiana, i manager devono essere dotati di strumenti avanzati per la gestione e l'organizzazione delle aree di competenza. E in questo senso la formazione assolve il ruolo di cardine su cui fondare l'intero processo di riforma. Tra le priorità della proposta di decreto attuativo della Legge, la metà , 50%, percepisce, infatti, come necessità di cambiamento più urgente proprio la valorizzazione delle competenze gestionali e della responsabilità dei dirigenti. Segue la valorizzazione della valutazione, 39%, e l'erogazione del trattamento accessorio ai dirigenti ripartiti per fasce, 8%. La valutazione dei dirigenti come strumento essenziale di sviluppo organizzativo è ritenuta necessaria dal 67% degli intervistati. La maggioranza assoluta afferma che "che ad oggi manca un sistema stabile di indicazioni sulla valutazione" e ritiene "utile l'istituzione di un'Autorità centrale, che emani le linee guida e consenta di evitare che ciascuno inventi il proprio modello". Il 33% dei rispondenti, invece, ritiene che non sia necessario e produttivo imporre un sistema di valutazione sganciato dalle caratteristiche delle singole organizzazioni e che coinvolga nuovi strumenti e nuovi soggetti.
La quasi totalità degli intervistati, 94%, giudica, infine, corretto che ai dirigenti venga assegnata la responsabilità nella gestione delle risorse umane e nell'attribuzione dei trattamenti economici accessori. Più frammentata, invece, l'opinione relativa al sistema delle sanzioni. Un sistema più rigoroso di responsabilità dei dipendenti pubblici e l'aumento delle sanzioni disciplinari porterà a potenziare il livello di efficienza degli uffici pubblici, secondo il 28%. Servirà a contrastare i fenomeni di scarsa produttività e di assenteismo nel pubblico impiego, 39%, mentre per il 33% maggiori responsabilità e più sanzioni non porteranno a cambiamenti significativi.