Cuoa: dirigenti PA promuovono Brunetta
Giovedi 27 Agosto 2009 alle 23:03 | non commentabile
Cuoa. 27 agosto 2009Â Â Â Â
Ma per realizzare maggiore efficienza serve più formazione. Lo dice un'indagine di CUOA PA.
L'indagine realizzata nel corso della seconda edizione del Master in Gestione Integrata nelle PA della Fondazione CUOA è stata realizzata su funzionari e dirigenti del Veneto. In particolare, il 67% degli intervistati ritiene corretta la scelta di imporre la massima trasparenza a tutto il processo di valutazione, tramite il superamento della privacy e la pubblicazione di obiettivi, metodologie ed esiti dell'attività sul sito internet dell'ente.
Lo strumento delle sanzioni è ritenuto valido da quasi il 70% degli intervistati.
L'aumento delle sanzioni disciplinari porterà a potenziare il livello di efficienza degli uffici pubblici, secondo il 28%, e servirà a contrastare i fenomeni di scarsa produttività e di assenteismo nel pubblico impiego, 39%.
I manager pubblici danno i voti al Decreto Brunetta. L'indagine realizzata nel corso della seconda edizione del Master in Gestione Integrata nelle PA della Fondazione CUOA è stata realizzata tramite la somministrazione di un questionario ai partecipanti dei diversi seminari realizzati. I rispondenti, circa 100 funzionari e dirigenti del Veneto, promuovono a larga maggioranza il decreto attuativo della Legge Brunetta (L. 15/2009). In particolare, il 67% degli intervistati ritiene corretta la scelta di imporre la massima trasparenza a tutto il processo di valutazione, tramite il superamento delle disposizioni in materia di privacy e la pubblicazione di obiettivi, metodologie ed esiti dell'attività sul sito internet dell'ente, reputandolo "l'unico modo per garantire la presa di responsabilità dei dipendenti pubblici e coinvolgere i Cittadini nella valutazione della qualità del servizio". La privacy va, invece, rispettata secondo il 33% del campione che ritiene "serva un metodo di valutazione che non vada a discapito della privacy e permetta di dimostrare le eventuali difficoltà oggettive che hanno impedito il raggiungimento dei risultati". Ma, secondo i dirigenti pubblici, perché la riforma abbia un impatto reale sull'efficienza della PA italiana, i manager devono essere dotati di strumenti avanzati per la gestione e l'organizzazione delle aree di competenza. E in questo senso la formazione assolve il ruolo di cardine su cui fondare l'intero processo di riforma. Tra le priorità della proposta di decreto attuativo della Legge, la metà , 50%, percepisce, infatti, come necessità di cambiamento più urgente proprio la valorizzazione delle competenze gestionali e della responsabilità dei dirigenti. Segue la valorizzazione della valutazione, 39%, e l'erogazione del trattamento accessorio ai dirigenti ripartiti per fasce, 8%. La valutazione dei dirigenti come strumento essenziale di sviluppo organizzativo è ritenuta necessaria dal 67% degli intervistati. La maggioranza assoluta afferma che "che ad oggi manca un sistema stabile di indicazioni sulla valutazione" e ritiene "utile l'istituzione di un'Autorità centrale, che emani le linee guida e consenta di evitare che ciascuno inventi il proprio modello". Il 33% dei rispondenti, invece, ritiene che non sia necessario e produttivo imporre un sistema di valutazione sganciato dalle caratteristiche delle singole organizzazioni e che coinvolga nuovi strumenti e nuovi soggetti.
La quasi totalità degli intervistati, 94%, giudica, infine, corretto che ai dirigenti venga assegnata la responsabilità nella gestione delle risorse umane e nell'attribuzione dei trattamenti economici accessori. Più frammentata, invece, l'opinione relativa al sistema delle sanzioni. Un sistema più rigoroso di responsabilità dei dipendenti pubblici e l'aumento delle sanzioni disciplinari porterà a potenziare il livello di efficienza degli uffici pubblici, secondo il 28%. Servirà a contrastare i fenomeni di scarsa produttività e di assenteismo nel pubblico impiego, 39%, mentre per il 33% maggiori responsabilità e più sanzioni non porteranno a cambiamenti significativi.