4 luglio, l'indipendenza è lontana
Sabato 4 Luglio 2009 alle 08:12Analisi del corteo No Dal Molin, fra autogol, exit strategy e illusioni pericolose. Alla vigilia del G8, un'occasione mancata per una critica alla globalizzazione
«Evitiamo i giri di parole: sabato pomeriggio, con la manifestazione dell'indipendenza vicentina, vogliamo entrare al Dal Molin per liberarlo dalla nuova base Usa». Questa era la promessa annunciata nei giorni scorsi dal Presidio Permanente contro il Dal Molin per bocca della sua portavoce, Cinzia Bottene. Noi che scriviamo quarantott'ore prima del corteo del 4 luglio intitolato all'"indipendenza vicentina", non sappiamo dirvi se il divieto d'accesso a viale Ferrarin deciso da prefettura e questura verrà violato o meno. Quel che però rileviamo sin d'ora è l'indomita volontà , da parte dei presidianti, di far passare la resistenza al diktat Ederle 2 come un fuoco vivo, che può ancora scottare il governo italiano e gli Stati Uniti.
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Martedi 24 Febbraio 2009 alle 17:23Il fronte No Dal Molin è spaccato. Le analisi e le intenzioni, gruppo per gruppo. La Bottene: "Dal sindaco mi aspetto fatti, non parole"
Separati in casa, mentre la casa brucia. E' la fotografia odierna del composito fronte No Dal Molin. Diviso in vari gruppi, con due tronconi principali (Tavolo e Presidio) e uno in mezzo, il più piccolo ma forse, quanto ad analisi, il più lucido (Comitato Vicenza Est-RdB Cub). E l'obbiettivo comune, impedire la già avviata costruzione della base Usa, che sfugge sempre più di mano. Se non è ormai tramontato del tutto.
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