Archivio per tag: Veneto Agricoltura

Categorie: Agricoltura

Biologico: Piattaforma nuovo bando e avviso

Venerdi 11 Giugno 2010 alle 12:56
ArticleImage Veneto Agricoltura  -  L'organismo creato per analizzare e sostenere il settore biologico, di cui Veneto Agricoltura è parte, inizia a strutturarsi. Si cerca di ampliare la platea dei soggetti pubblici e privati aderenti alla "Piattaforma" ed esperti scientifici e tecnici
Lavori in corso nella "Piattaforma Tecnologica Nazionale in Agricoltura Biologica". La Piattaforma tecnologica italiana in agricoltura biologica, istituita lo scorso 19 gennaio con con il supporto "Rete italiana per la ricerca in agricoltura biologica" presso il Dipartimento Agroalimentare del CNR a Roma, agisce con lo scopo di favorire una visione comune a livello nazionale sull'avanzamento del settore individuandone le linee di ricerca prioritarie.

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Veneto Agricoltura prima in europa

Martedi 8 Giugno 2010 alle 16:00
ArticleImage Veneto Agricoltura - L'Azienda della Regione Veneto è la prima realtà regionale ammessa in EUSTAFOR, l'organismo che associa i boschi pubblici europei.
Martin Lindell è un simpatico signore svedese, ingegnere forestale. Da un anno circa è il Direttore Generale di EUSTAFOR, un organismo sovranazionale con sede a Bruxelles, composto per ora, da 28 membri; si occupa, come ben sintetizza l'acronimo, di foreste statali europee, ovvero del cosiddetto demanio forestale, che nel Veneto la Regione ha affidato in gestione a Veneto Agricoltura.

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Veneto terzo nella produzione di latte

Giovedi 15 Aprile 2010 alle 17:27
ArticleImage

Veneto Agricoltura  -  Allevamenti, Italia solo settima, dopo Romania, Polonia, etc.

Il Veneto è terzo nella produzione di latte, ma perde il 43% delle aziende in dieci anni.

On line il Rapporto "Itinerari nel lattiero-caseario" di Veneto Agricoltura dedicato al progetto "Le vacche da latte - un confronto europeo".

L'Italia è al settimo posto nell'UE, con 62.800 allevamenti di vacche da latte nel 2007 (pari al 3%). In testa, per chi non lo sapesse, Romania e Polonia, nelle quali si concentra il 70% degli allevamenti, seguite da Lituania e Bulgaria;

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Categorie: Agricoltura

La difesa delle piante, 13, 16, 27 aprile

Domenica 11 Aprile 2010 alle 07:32
Veneto Agricoltura   

 

Veneto AgricolturaLa difesa delle piante
13, 16, 27 aprile 2010 ore 9.00

 

Sede: Corte Benedettina - Legnaro (PD)

 

Martedì 13 aprile 2010 ore 9.00 presso la Corte Benedettina a Legnaro (PD) è in programma il primo incontro del ciclo di seminari organizzati, da Veneto Agricoltura, di approfondimento tecnico sulla normativa e l'utilizzo dei prodotti fitosanitari.

Gli incontri sono rivolti a: tecnici consulenti, formatori, rappresentanti associazionismo sindacale ed economico, operatori strutture pubbliche regionali e territoriali, addetti del settore agricolo, forestale agroalimentare e dello sviluppo rurale, tecnici consulenti del comparto vivaistico.

La partecipazione prevede un cofinanziamento di € 50,00. Info: tel. 049-8293920; [email protected]

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Categorie: Eventi

Agricoltura on-line: 13, 20, 27 aprile

Domenica 11 Aprile 2010 alle 00:24

Veneto Agricoltura        

 

Veneto AgricolturaAgricoltura on-line: promozione e business via web

13, 20, 27 aprile 2010


Sede: Veneto Agricoltura, Agripolis - Legnaro (PD)

Web, blog, social network, newsletter... tradotto in italiano, conoscere le opportunità della "rete" delle comunicazioni, cui tutti possono partecipare, proporsi e formarsi.

Veneto Agricoltura organizza un ciclo di incontri per fornire agli interessati del settore agricolo, le nozioni basilari per l'utilizzo degli strumenti di promozione via web.

Verranno illustrati i principi del marketing e della comunicazione in rete, le tecnologie ed i software disponibili, come progettare e realizzare il proprio sito web.

Termine iscrizioni (a pagamento): 6 aprile 2010.
Info: tel. 049-8293920; [email protected]
 

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Vino: nell'export il Veneto è primo

Mercoledi 7 Aprile 2010 alle 05:37
Veneto Agricoltura    

 

Vini venetiVino, export, Veneto prima regione vitivinicola italiana
All'estero una bottiglia su quattro è veneta. Oltre un terzo del vino prodotto, circa 8 milioni di ettolitri, è DOP. I dati di Veneto Agricoltura.

Il Veneto è la più importante regione vinicola d'Italia. Un'altra caratteristica peculiare del vitivinicolo veneto è la sua spiccata globalizzazione: basti pensare che circa il 27% del valore totale delle esportazioni nazionali di vino è creato in Veneto. Come dire che 1 bottiglia su 4 di vino italiano consumato all'estero proviene dal Veneto. I dati elaborati dagli esperti di Veneto Agricoltura, che ricordiamo ha anche in atto la Zonazione di molte aree vitivinicole venete, segnalano che la vendemmia 2009 è stata pari a circa 1,1 milioni di tonnellate, in lieve aumento (+1,5%) all'anno precedente, pari ad una quantità di vino di circa 8 milioni di ettolitri, il 36% dei quali classificati come DOP, il 46% come IGP e il 17 come varietali. La vitivinicoltura si presenta quindi, come segnala l'Amministratore Unico dell'Azienda regionale Paolo Pizzolato, come una delle realtà produttive più avanzate e dinamiche del settore agroalimentare veneto.
Esso conta infatti, su una superficie "assestata" negli ultimi anni intorno ai 70.000 ettari, concentrati soprattutto in due aree specifiche: il 37% in provincia di Treviso e il 36% in provincia di Verona. Le aziende vitivinicole censite sono circa 52.000, molte delle quali di piccole dimensioni, ma che trovano nelle cantine sociali una valida organizzazione per la valorizzazione del prodotto.
Negli ultimi anni vi sono stati significativi fenomeni di aggregazione che hanno ulteriormente potenziato la forza commerciale della cooperazione veneta. Attualmente sono 39 le cantine sociali presenti nel Veneto, alle quali fa riferimento una superficie produttiva di circa 40.000 ettari e un numero di soci complessivamente pari a 26.000.

 

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Agnello d'Alpago (Bl), tradizione pasquale

Venerdi 2 Aprile 2010 alle 03:18
Veneto agricoltura    

 

Slowfood, presidio agnello d'Alpago (Bl), a Pasqua è una tradizione
Un agnello di qualità garantita: Veneto Agricoltura conferma il proprio impegno nella tutela della biodiversità.

La conca dell'Alpago, luogo ideale per la pastorizia, a metà strada tra Cortina d'Ampezzo e Venezia, a pochi chilometri da Belluno, ha dato il nome a una razza ovina autoctona di taglia medio-piccola, dalla caratteristica maculatura scura sulla testa e sulla parte inferiore degli arti, dal mantello folto, fine e ondulato che la ricopre totalmente. Come la maggior parte delle razze autoctone, si è drasticamente ridotta nel secolo scorso: oggi sono presenti in zona poco più di 2000 capi.
Da circa dieci anni Veneto Agricoltura, presso la propria Azienda Pilota e Dimostrativa "Villiago" a Sedico (BL), svolge un lavoro di recupero, conservazione e valorizzazione delle Razze Ovine Autoctone, tra cui anche la Razza Alpagota. Attualmente vengono allevate in purezza circa 40 pecore di razza Alpagota. Il lavoro di selezione previsto dal protocollo operativo consiste, tra le altre azioni, nel mantenere la razza in purezza, utilizzando solo montoni iscritti al Registro Anagrafico gestito dall'Ass. Allevatori di Belluno; nel controllare e selezionare, in base allo standard di razza, gli agnelli nati annualmente; nel valorizzare l'attività mediante atti divulgativi e partecipazione a Mostre e Fiere Nazionali e Locali. Da alcuni anni l'"Agnello d'Alpago" è presidio Slow Food ed il marchio, che garantisce la completa tracciabilità del prodotto, è stato registrato.
Considerata ovino a triplice attitudine, cioè valida sia per la carne sia per la produzione di latte e di lana, oggi l'Alpagota è allevata quasi esclusivamente per l'ottima carne che può reggere il confronto con i più celebri pre-salé d'oltralpe. L'agnello d'Alpago è perfetto per esempio in abbinamento ai piatti poveri della tradizione locale, come la "patora", zuppa di mais e legumi, e la "bagozia", sorta di polenta fatta con patate, mais, legumi e anche salame e pancetta.
La valorizzazione e la commercializzazione dell'agnello d'Alpago sono gestite dall'Associazione "Fardjma", che ha sede a Tambre (BL) e raggruppa diversi allevatori della zona dell'Alpago.

 

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Ortofrutta:disaggregazione nell'aggregazione

Giovedi 18 Marzo 2010 alle 16:13

Veneto Agricoltura      

 

ORTOFRUTTA, PIÙ DISAGGREGAZIONE NELL'AGGREGAZIONE...
L'analisi di Veneto Agricoltura (dati 2008) segnala un calo delle superfici. Ma aumentano i soci delle OP, Organizzazioni di Produttori: si aggregano i piccoli, i grandi vanno da soli. Cambia l'approccio al mercato... I dati


Disaggregazione nell'aggregazione: in due parole, quasi antitetiche, le caratteristiche che emergono dal report di Veneto Agricoltura sulle Organizzazioni di Produttori (OP) ortofrutticole. L'analisi, effettuata su dati forniti dalla Regione, mostra che continua a crescere la capacità aggregativa delle OP venete, che arrivano a coinvolgere quasi 5.000 produttori. Paradossalmente però, diminuiscono le superfici investite, che nel 2008 scendono a 13.100 ettari (-3% circa). Se le OP aggregano un sempre maggior numero di produttori, l'impressione è che si tratti di aziende di piccole dimensioni; probabilmente le più grandi possono, vogliono e pensano di riuscire a "correre da sole".Anche la produzione concentrata dalle OP è diminuita in termini quantitativi (334.000 tonnellate nel 2008, -10% rispetto al 2007), ma il valore della produzione commercializzata (VPC) è invece in leggero aumento (256 milioni di euro, +2% circa). Ciò è solo parzialmente positivo: infatti diminuisce la quota di valore aggregata dalle OP sul totale della produzione regionale, che scende al di sotto del 27% (nel 2007 era quasi del 28%). Inoltre, considerando che nel 2008 è stata autorizzata una nuova OP, che si è semplicemente staccata da una già esistente, peggiora il dato del VPC medio per OP, sceso a 16 milioni di euro. Le prime tre OP realizzano quasi il 50% del VPC aggregato totale e l'80% viene concentrato da 8 OP, cioè la metà di quelle autorizzate. Venendo notoriamente considerato come un buon indice di concentrazione il rapporto 20 ad 80 (cioè il 20% delle aziende detiene l'80% della quota totale), ciò significa che il grado di aggregazione delle OP venete è ancora basso rispetto a quello di altre regioni o altri paesi europei. Qualche dato per i singoli prodotti: i funghi sono il prodotto con il maggior VPC aggregato a livello regionale (33,4 milioni di euro, +7,4%), seguiti a breve distanza dalle mele (32,3 milioni di euro), in calo del 16% in termini di valore rispetto al 2007. Altri prodotti con VPC aggregato rilevante sono le insalate (23,8 milioni di euro, -24%) e le pere (21,6 milioni di euro, -5%), seguiti da fragola (17,3 milioni di euro, stabile) e radicchio (14,9 milioni di euro), in crescita del 17%.Rispetto ai canali di commercializzazione, in leggero aumento le vendite (27% del totale) effettuate direttamente alla GDO (Grande Distribuzione Organizzata). In notevole crescita anche il canale ho.re.ca. (hotel, ristoranti, catering) e l'esportazione, che rappresentano una quota del 27% delle vendite; in calo invece le vendite all'ingrosso (mercati ortofrutticoli o centrali di acquisto), la cui quota scende dal 41 al 36%.

 

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Rilancio della coniglicoltura

Giovedi 11 Marzo 2010 alle 05:25
Veneto Agricoltura   

 

Italia all'avanguardia, ma calano i consumi
Presentato oggi in anteprima a Veneto Agricoltura il Piano Nazionale di rilancio della coniglicoltura. Produzione in calo, ma siamo ancora i secondi al mondo. Veneto primo come produzione. Vanno rilanciati competitività e consumi, di una carne di qualità e adatta ai bambini e non solo.

Veneto Agricoltura da tempo tiene sotto la lente di ingrandimento alcuni comparti del settore primario, come quello della coniglicoltura. Perché? Perché il coniglio richiama la tradizione contadina; carne prelibata per puerpere e festività, forma di reddito integrativo per le famiglie mezzadrili, anche moneta per pagare i vecchi canoni d'affitto; per cui un tempo tutti avevano i conigli e li sapevano allevare. E' quanto sostenuto da Paolo Pizzolato, Amministratore Unico di Veneto Agricoltura nell'aprire i lavori del Convegno nazionale svoltosi oggi nella Corte Benedettina di Legnaro (PD), la cui sala convegni era gremita nonostante la terribile nevicata in atto.
Il Piano nazionale di intervento per il settore cunicolo, presentato in anteprima da Giovanni Di Genova della Segreteria Tecnica del MIPAF, individua interventi e linee d'azione finalizzati al potenziamento economico e produttivo di uno dei settori forti della economia agricola nazionale e veneta al fine di sostenerne la competitività sui mercati, sia quello interno che quello internazionale.
L'Italia è il secondo produttore mondiale dopo la Cina, anche se il Venezuela, secondo altre stime ci contende la posizione.
Nonostante questo "podio", nell'ultimo decennio abbiamo assistito ad una significativa crisi di redditività per i nostri produttori, è stato detto dal V.Presidente di AVITALIA e Presidente del "Coniglio Veneto" Stefano Bison. Diversi sono stati i fattori: variabilità dei prezzi, stagionalità della domanda, ciclicità delle produzioni, evoluzione continua delle norme su qualità, sicurezza alimentare e benessere animale; una struttura produttiva molto polverizzata, l'assenza di specifiche ed adeguate politiche di promozione e di informazione alimentare, consumatori con un'età anagrafica alta.
Comunque, il comparto cunicolo chiude un'annata migliore delle precedenti proprio sul piano della redditività, grazie alla tenuta delle quotazioni sul mercato all'origine e al contenimento dei costi di produzione, che ha consentito agli allevamenti almeno di non produrre in perdita.
La produzione mondiale annua di carne di coniglio, ha segnalato Gabriele Zampieri di Veneto Agricoltura, è stimata in circa un milione di tonnellate, metà delle quali prodotte nell'Unione Europea. I principali produttori sono la Cina, con circa un terzo del totale, l'Italia (un quinto), Spagna e Francia (9%), in crescita come detto il Sudamerica. In Italia la coniglicoltura è un importante settore della zootecnia da carne, dopo quello dei bovini, dei suini e dei polli, con una produzione lorda vendibile di circa 340 milioni di euro. Sono oltre diecimila gli addetti, attivi direttamente e nell'indotto. A concorrere alla produzione di 43.450 tonnellate di carni macellate è soprattutto il Nord, con oltre i quattro quinti (82,18%) della produzione italiana. Regioni leader il Veneto, con ben il 39,6% della produzione complessiva, l'Emilia Romagna con il 22,3%, il Piemonte con l'11,2% e la Lombardia con il 9,1%.
Oggi la provincia di Treviso ha circa il 40% della produzione cunicola veneta, seguita dalle provincie di Padova, Verona, Vicenza e Venezia. Per Belluno l'attività cunicola si colloca nella Valbelluna e per Rovigo nell'alto Polesine.
La realtà cunicola veneta è molto composita. Si va dagli allevamenti di qualche centinaio di conigli a quelli con svariate migliaia. La gestione del coniglio richiede professionalità e dedizione dovendolo accudire per 365 giorni all'anno, alla stessa stregua delle vacche da latte. Ragion per cui il livello professionale veneto è più che buono. Benessere animale, prassi igienica, salubrità del prodotto e tracciabilità sono le garanzie che gli allevatori di coniglio del Veneto offrono ai consumatori.
Il bilancio dell'ultimo quinquennio però è fortemente negativo avendo avuto un anno positivo, tre consecutivi negativi e quest'ultimo a pareggio. La realtà del mercato ha portato purtroppo al fermo produttivo di molti allevamenti ha segnalato Bison. Stime di questi giorni, è emerso duirante il dibattito, calcolano nel Veneto un calo attorno al 15% che porta, nel 2009, la produzione attorno ai 19/20 milioni di conigli prodotti. Ciò anche perché il comparto si caratterizza per uno spiccato individualismo che indebolisce i produttori e impedisce l'effettuazione di azioni comuni di sostegno.
E' necessaria infatti una azione di comunicazione sulle qualità della carne di coniglio coinvolgendo ad esempio le scuole, le mense scolastiche e i pediatri: idee queste contenute nel nuovo Piano nazionale. Quella del coniglio infatti è una carne magra, povera di colesterolo, adatta ai bambini ed alle puerpere, che può essere tranquillamente acquistata e facilmente consumata, come quella del pollo. Nonostante ciò, per quanto riguarda i consumi, si registra un marcata diminuzione della domanda interna (superiore al 10%), preoccupante sia dal punto di vista alimentare che per il futuro del comparto.

 

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Cosa seminare? Mondo agricolo nel dubbio

Mercoledi 3 Marzo 2010 alle 06:40

Veneto Agricoltura   

Mais in calo, aumenta la soia. I consigli di Veneto Agricoltura.

"Chi semina vento, raccoglie tempesta...". Bisogna stare attenti perciò a quanto mettere in produzione. E' questo il periodo in cui il mondo agricolo si attrezza per una delle attività principali: decidere quali colture seminare, programmare perciò l'annata agricola. Il problema dell'indeterminatezza sulle semine è sempre più diffuso. Come mai? A causa del calo dei prezzi dei cereali riscontrato negli ultimi due anni, che ha comportato una diminuzione degli investimenti. Infatti dai dati ISTAT del 2009 (elaborati dagli esperti di Veneto Agricoltura) risulta una diminuzione, rispetto al 2008, del 9% delle superfici destinate al frumento tenero; in discesa pure quello "duro" che con i suoi 12.000 ettari è calato del 6%. Giù anche la coltivazione del mais: se nel 2007 il Veneto con i suoi 310.000 ettari destinati al mais aveva conquistato il primato, per la pianura padana, di questa produzione, nel 2009 sono stati stimati 240.000 ettari di superfici di coltivazione (-70.000 ha). E le previsioni per il 2010 non sono ottimistiche; si parla di un ulteriore calo dovuto agli elevati costi di coltivazione, a fronte dei bassi prezzi di mercato.
Ecco perché l'attività di ricerca degli ibridi di mais più produttivi assume sempre maggiore importanza nell'attuale contesto economico: è indispensabile orientare gli agricoltori nella scelta di quelli più rispondenti alle diverse realtà colturali.
Proviamo a dare qualche segnalazione concreta: dalle prove varietali effettuate dai tecnici di Veneto Agricoltura risulta che "NK FAMOSO", "PR32G44" e "PR31D24" si confermano come gli ibridi più produttivi, garantendo agli agricoltori le rese più interessanti.
Altra notazione: la soia, lo scorso anno, ha registrato un notevole aumento di superfici investite, pari al 28%; ciò fa presagire uno spostamento degli investimenti a favore di questa coltura, che ha costi di coltivazione inferiori rispetto al mais. Si prospetta infatti per il 2010 (stime ISTAT), un ulteriore aumento della superficie destinata alla sua coltivazione del 2% circa.
Le prove varietali sugli ibridi di mais sono state condotte da Veneto Agricoltura in collaborazione con il CRA (Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura), unità di ricerca per la maiscoltura di Bergamo. Le prove varietali sulla soia sono state allestite presso l'Azienda pilota e dimostrativa di Veneto Agricoltura "Diana" a Mogliano Veneto (TV).
I report delle ricerche, di sicuro interesse per gli operatori del settore, possono essere richiesti a Veneto Agricoltura, tel. 049 8293901, e-mail: [email protected] , o scaricate dal sito

 

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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