Archivio per tag: Julia
	
	
			
							
					Categorie: Cultura				
			
			
			
							
				 Il 16 gennaio 1943 la città di Rossosh, nella Russia sudoccidentale, veniva liberata dai soldati sovietici. Nel 1941 era stata occupata dalle truppe italiane che l'anno successivo vi avevano installato la sede del Corpo d'Armata Alpino. Rossosh dista a 50 chilometri dalla sponda destra del fiume Don, lungo il quale nell'inverno del '42-'43 si snodava la prima linea dell'Asse. A nord, a contatto con gli ungheresi, stavano gli alpini della divisione Tridentina, poi i fanti della Vicenza, quindi gli alpini della Cuneense e della Julia. Più a sud altri Corpi d'Armata italiani, inframezzati ad unità tedesche, prima delle truppe romene. Nel dicembre del '42 i sovietici, già impegnati nella riconquista di  Stalingrado, avevano scatenato sul fronte del Don una violenta offensiva  che era riuscita ad aprire alcune falle nella linea nemica, a sud del  tratto presidiato dalle penne nere, nell'intento di cogliere alle spalle  gli occupanti.			
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			Il 16 gennaio 1943 la città di Rossosh, nella Russia sudoccidentale, veniva liberata dai soldati sovietici. Nel 1941 era stata occupata dalle truppe italiane che l'anno successivo vi avevano installato la sede del Corpo d'Armata Alpino. Rossosh dista a 50 chilometri dalla sponda destra del fiume Don, lungo il quale nell'inverno del '42-'43 si snodava la prima linea dell'Asse. A nord, a contatto con gli ungheresi, stavano gli alpini della divisione Tridentina, poi i fanti della Vicenza, quindi gli alpini della Cuneense e della Julia. Più a sud altri Corpi d'Armata italiani, inframezzati ad unità tedesche, prima delle truppe romene. Nel dicembre del '42 i sovietici, già impegnati nella riconquista di  Stalingrado, avevano scatenato sul fronte del Don una violenta offensiva  che era riuscita ad aprire alcune falle nella linea nemica, a sud del  tratto presidiato dalle penne nere, nell'intento di cogliere alle spalle  gli occupanti.			
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		Le due Russie del sergente nella neve e del tenente nero: Mario Rigoni Stern e Giulio Bedeschi
Lunedi 16 Gennaio 2017 alle 21:01 Il 16 gennaio 1943 la città di Rossosh, nella Russia sudoccidentale, veniva liberata dai soldati sovietici. Nel 1941 era stata occupata dalle truppe italiane che l'anno successivo vi avevano installato la sede del Corpo d'Armata Alpino. Rossosh dista a 50 chilometri dalla sponda destra del fiume Don, lungo il quale nell'inverno del '42-'43 si snodava la prima linea dell'Asse. A nord, a contatto con gli ungheresi, stavano gli alpini della divisione Tridentina, poi i fanti della Vicenza, quindi gli alpini della Cuneense e della Julia. Più a sud altri Corpi d'Armata italiani, inframezzati ad unità tedesche, prima delle truppe romene. Nel dicembre del '42 i sovietici, già impegnati nella riconquista di  Stalingrado, avevano scatenato sul fronte del Don una violenta offensiva  che era riuscita ad aprire alcune falle nella linea nemica, a sud del  tratto presidiato dalle penne nere, nell'intento di cogliere alle spalle  gli occupanti.			
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			Il 16 gennaio 1943 la città di Rossosh, nella Russia sudoccidentale, veniva liberata dai soldati sovietici. Nel 1941 era stata occupata dalle truppe italiane che l'anno successivo vi avevano installato la sede del Corpo d'Armata Alpino. Rossosh dista a 50 chilometri dalla sponda destra del fiume Don, lungo il quale nell'inverno del '42-'43 si snodava la prima linea dell'Asse. A nord, a contatto con gli ungheresi, stavano gli alpini della divisione Tridentina, poi i fanti della Vicenza, quindi gli alpini della Cuneense e della Julia. Più a sud altri Corpi d'Armata italiani, inframezzati ad unità tedesche, prima delle truppe romene. Nel dicembre del '42 i sovietici, già impegnati nella riconquista di  Stalingrado, avevano scatenato sul fronte del Don una violenta offensiva  che era riuscita ad aprire alcune falle nella linea nemica, a sud del  tratto presidiato dalle penne nere, nell'intento di cogliere alle spalle  gli occupanti.			
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			Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi, Sebastiano Ville, Marco Pedone: una preghiera
Sabato 9 Ottobre 2010 alle 21:49 Roberto Ciambetti, Lega Nord  -  "Una preghiera per la pace: gli Alpini della Julia pagano ancora un prezzo tragico per dare a tutti una vita sicura e giusta"
				
			
			
			Roberto Ciambetti, Lega Nord  -  "Una preghiera per la pace: gli Alpini della Julia pagano ancora un prezzo tragico per dare a tutti una vita sicura e giusta""Mi chiedo quanto alto sarà ancora il prezzo da pagare per portare la pace nelle tormentate valli afghane e restituire a quel popolo libertà e sicurezza". Parole amare dell'assessore Roberto Ciambetti nel commentare la morte dei quattro alpini di stanza a Belluno morti in un attentato (su un mezzzo Lince, nella foto) nel distretto di Gulistan, in Afghanistan. Continua a leggere
 
  
			
 
		
		
	 
				     
				     
				     
				    