Far meglio di Scalfaro, Ciampi e Napolitano era obiettivamente facile, quindi con tutti i propri limiti Sergio Mattarella, al momento, si è dimostrato un Presidente della Repubblica migliore rispetto ai suoi ultimi tre predecessori. Non che si fosse distinto per meriti particolari, semplicemente il profilo basso ed alcune scelte senza dubbio condivisibili (come l'uso degli aerei di linea per i voli non di Stato) sono state apprezzate dagli italiani. Per questo ha destato un certo stupore lo "scivolone" nel discorso pronunciato in occasione dell'anniversario della tragedia di Marcinelle.
Se il presidente Sergio Mattarella e il premier Paolo Gentiloni ci tengono tanto, come pare, a rinnovare il mandato del governatore della Banca d'ItaliaIgnazio Visco che scade a novembre, dovrebbero almeno chiedergli qualche spiegazione. E farcela conoscere, qualora la ottenessero. Il "Fatto" sta documentando la distrazione degli ispettori di Bankitalia. Hanno stazionato per mesi, a più riprese dal 2010 al 2015, negli uffici della Banca Popolare di Vicenza senza accorgersi che il padre-padrone Gianni Zonin la stava sfasciando. Non si sono accorti che BPVi ha finanziato l'acquisto di proprie azioni da parte dei clienti per oltre un miliardo di euro.
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Ormai è quasi un caso. Sedici giorni dopo la sua approvazione definitiva alla Camera, la legge che istituirà una commissione bicamerale d'inchiesta sul sistema bancario ancora non è finita in Gazzetta ufficiale. Manca infatti ancora la firma del Quirinale, necessaria per far percorrere l'ultimo miglio al provvedimento. Ma è proprio sul Colle dove siede Sergio Mattarella che il processo ha rallentato vistosamente. Il motivo è il timore per quello che da quella commissione potrà uscire, e per questo si lavora a un esame dettagliato sul mandato che potrà avere.
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"Tutto è stato fatto secondo le regole", ha scandito ieri il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Ma si riferiva alle regole europee, le uniche che gli interessano. Per non irritare le autorità di Bruxelles e di Francoforte il governo italiano ha fatto però ricorso a una mossa che potremmo definire di "costituzionalismo creativo": ha sospeso la validità di ogni legge italiana che potesse risultare di ostacolo alla cessione a Intesa Sanpaolo delle parti sane di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha applicato il principio del marchese del Grillo: io so' il governo e le leggi non sono un cazzo.
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Se una banca non rimborsa il debito entra in fallimento o è a rischio di fallimento. Lo ha indicato la responsabile della supervisione bancaria Bce Daniele Nouy nel corso dell'audizione in corso all'Europarlamento rispondendo a un eurodeputato che l'ha interrogata sulle differenze del modello seguito in Spagna per salvare il Banco Popular e il caso delle due banche venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Nouy non ha voluto pronunciarsi sui casi sollevati dall'eurodeputato e si è limitata in termini generali a ricordare che nel momento in cui una banca non è in grado di rimborsare il debito i margini dell'autorità di vigilanza si riducono. Vista la "risposta" evasiva alle domande non è dato sapere se ci fosse un qualche riferimento anche al recente decreto legge con cui il Governo ha sospeso per sei mesi il pagamento di un bond subordinato emesso da Veneto Banca e in scadenza il prossimo 21 giugno.
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Dopo il caos di oggi in Aula sulla legge elettorale e il suo ritorno in commissione dopo che un, normale?, emendamento per rendere uniforme a quello nazionale anche il sistema elettorale in Trentino Alto Adige, cosa succederà ? Giovanni Rolando, coordinatore regionale ReteDemPd Veneto, ci risponde secco ma... interlocutorio: «Calma e gesso». Strumenti per votare ci sarebbero con leggi conformi alla Costituzione, magari mettendoci dentro elementi di maggioritario e, soprattutto, dando una risposta concreta al presidente Sergio Mattarella che, l'ha ribadito oggi stesso, prima di sciogliere il Parlamento vuole una legge elettorale uniforme per Senato e Camera dei Deputati... «Sulla data del voto decide Mattarella - conferma Rolando -. C'è un deficit di riflessione politica: da "bisogna conoscere la sera del voto chi governa" come un imperativo assoluto al proporzionale e "si vedrà dopo il voto" chi farà il presidente del consiglio. Un'altalena difficile da comprendere».Continua a leggere
Cari prefetti, nella ricorrenza della festa della repubblica desidero rivolgere, per il vostro tramite, un grato saluto a quanti svolgono pubbliche funzioni al servizio delle comunità , chiamati a tradurre la scelta repubblicana nell'esercizio quotidiano dei principi e valori costituzionali. Nei diversi contesti territoriali, i prefetti sono fortemente impegnati a garantire la. Coesione sociale e istituzionale e la sicurezza dei cittadini. Il presidio e il., buon andamento delle amministrazioni locali, preservandole da ingerenze criminali, e' garanzia della dialettica democratica rispetto a possibili tentativi di intimidazione o condizionamento. Vanno riaffermati con forza i principi di uguaglianza e pari opportunità contro ogni discriminazione e per la difesa dei diritti delle donne, dei minori e delle persone svantaggiate.
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"Caro Presidente, in merito all'emergenza causata dai tagli irragionevoli ai bilanci delle Province, le scrivo per informarla che dal nostro ultimo incontro la situazione è diventata sempre più critica". Così scrive il Presidente dell'Upi, Achille Variati, in una lettera inviata oggi al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella quale informa il Capo dello Stato sul perdurare del grave stato di emergenza dei bilanci delle Province, alcune delle quali - scrive Variati- "iniziano a non avere più soldi in cassa per pagare gli stipendi del personale, e addirittura in alcuni casi si sta rischiando di arrivare alla chiusura delle scuole, per la mancanza totale delle risorse necessarie a tenere aperte le strutture".
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"Investire sui giovani: questo è l'unico binario percorribile per inseguire un futuro migliore e regalare un mondo del lavoro diverso": così sintetizza Sandro Pupillo, presidente di Vicenza Capoluogo, il contenuto della nota che la più "antica" civica vicentina ci invia per il 1° maggio e che pubblichiamo di seguito.
La festa del Primo Maggio, scrive quindi Vicenza Capoluogo, nasce alla fine dell'Ottocento come giornata di impegno e di lotta per migliorare la condizione di lavoratori. Una festa figlia delle lotte operaie per le "otto ore di lavoro", laddove si lavorava fino a 12 ore in condizioni spesso disumane. È cambiato quasi tutto oggi, ma in tanta parte del mondo si continua a lavorare 11 ore al giorno. O a non lavorare. Da qualche decennio, la Festa del Lavoro è una celebrazione meno gioiosa.