Attilio Schneck scrive alla sig.ra Cevese
Martedi 22 Settembre 2009 alle 17:23Provincia di VicenzaÂ
Il Presidente della Provincia di Vicenza Attilio Schneck ha voluto scrivere alla Signora Claudia Piovene Porto Godi, moglie del professor Renato Cevese recentemente scomparso, per esprimerLe vicinanza e cordoglio ricordando quella che ha definito la coscienza vigile dello sviluppo urbanistico del vicentino, un vero e proprio esteta storico grazie al quale è stato risparmiato più di qualche scempio ambientale e svilimento architettonico.
In seguito il testo della lettera.
Gentile Signora Claudia,
Renato Cevese era un gentiluomo. Rigoroso studioso dell'arte, appassionato estimatore del patrimonio architettonico vicentino e veneto, strenuo difensore del bello, ostinato e geniale conservatore del territorio e delle sue ricchezze.
Ma soprattutto, lo ripeto, un gentiluomo. Scomodo, talvolta, e mai stanco di esprimere le Sue opinioni "contro". Ma mai sopra le righe. Mai a sproposito. Mai senza il rigore di un sostegno scientifico e senza la forza dell'amore per l'arte e la cultura.
Con Renato Cevese se n'è andata la coscienza vigile dello sviluppo urbanistico del vicentino, l'esteta storico grazie al quale è stato risparmiato più di qualche scempio ambientale e svilimento architettonico. E' anche grazie a Lui che Vicenza è diventata per antonomasia la Terra del Palladio.
A Cevese hanno reso onore istituzioni, architetti, studiosi e semplici cittadini. Hanno riconosciuto il Suo ruolo in vita e ne paventano ora il vuoto. La Provincia di Vicenza si unisce a questo coro e, come Presidente dell'Ente, non posso che esprimere alla famiglia il cordoglio di quel territorio che Cevese, di certo ricambiato, ha amato.
Di Lui rimangono scritti e ammonimenti, occhio sempre puntato sulla nostra provincia. Personalmente, poi, ne conservo anche un ricordo intimo, legato agli anni del Liceo, quando dalla cattedra ci trasmetteva l'amore e la passione per l'arte. Grazie a Lui, professore gentiluomo, tanti ragazzi sono cresciuti nella consapevolezza del patrimonio architettonico vicentino e veneto. E in Suo ricordo e in Suo onore proseguiremo nella salvaguardia e valorizzazione del nostro territorio.
Dott. Attilio Schneck
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Variati: Addio Professore
Lunedi 21 Settembre 2009 alle 17:36Comune di Vicenza
Addio Professore, amico di Vicenza
Mi piace pensare che negli ultimi anni di un'esistenza così lunga, e così intensamente vissuta, l'amico Renato Cevese alla mattina si svegliasse potendo dare un'occhiata, fuori dalle finestre della sua abitazione in via Catena, al restauro in corso della Basilica Palladiana. Un capolavoro del beneamato Palladio a cui ha dedicato pagine importanti dei suoi pregevoli e impagabili studi di storia dell'arte e, fatto ancora più rilevante, palpiti vivissimi del suo cuore di cittadino, profondamente innamorato della Vicenza in cui era nato, e alla quale ha donato tanta parte di sé.
Nello stesso tempo, alla notizia dolorosa della sua morte, mi rammarica profondamente pensare che lavori così complessi non troveranno compimento in tempo per invitare il professor Cevese come ospite d'onore, nel 2011, all'inaugurazione del monumento finalmente restaurato. Quella che credo vada ritenuta un po' la "sua" Basilica: centro di tutta una serie di autentiche avventure dello Spirito, prima ancora che benemerite iniziative culturali, legate a filo doppio al sapere e alla creatività di Renato Cevese.
Gli stessi, attualissimi trionfi della mostra sui 500 anni del Palladio, attesa a giorni a Madrid dopo i pienoni registrati a Londra e a Barcellona, trovano una loro indiscutibile radice anche in quei mirabili modellini delle ville che Cevese fece realizzare alla ditta Ballico di Schio, su disegno dell'architetto polacco Andrzej Pereswet Soltan per la memorabile esposizione del 1973, allestita, guarda caso, in Basilica Palladiana.
Tutte immagini e ricordi che contribuiscono a riavvolgere il fantastico film della vita di Renato Cevese. Studioso che alla sua Vicenza lascia una straordinaria eredità culturale, suddivisa fra le più varie testimonianze, come si conviene a un "Umanista", teso a non porre alcun confine alle proprie spirituali passioni. Da ricordare anche per la partecipazione fondamentale alla nascita di un ente come il Centro Internazionale di Studi d'Architettura Andrea Palladio e per un'infaticabile opera, critica e pubblicistica, finalizzata al recupero e alla salvezza di infiniti, grandi e piccoli, monumenti e semplici angoli della sua città .
Era, la sua, una voce autorevole anche quando sapeva di diventare "scomoda", indicando ai concittadini la difficile strada tramite cui edificare il Nuovo senza offendere l'Antico, e tracciare le fondamenta di un futuro dove Bello e Utile continuino a dialogare come nel meraviglioso ‘500 del Palladio.
La Vicenza che ora piange, più povera, il professor Cevese si augura di trovare presto "eredi" in grado di mantenere vivi i suoi insegnamenti.
Achille Variati
Sindaco di Vicenza
Addio a Cevese, voce scomoda
Lunedi 21 Settembre 2009 alle 14:27È morto oggi Renato Cevese, uno dei "grandi vecchi" della cultura vicentina. Un nome noto anche al di fuori del ristretto circolo degli addetti ai lavori, grazie al suo impegno costante per la difesa e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico della città (tra le altre cose, è stato tra i fondatori del Cisa, ha curato un'infinità di testi sulle ville venete, e la Guida di Vicenza che aveva scritto negli anni '50 con Barbieri e Magagnato è stata per decenni un punto di riferimento imprescindibile). A noi piace ricordarlo soprattutto perché è stato uno dei pochi intellettuali che non ha mai separato l'attività di ricerca e le pubblicazioni erudite dalla realtà concreta della città . Era sempre pronto a sporcarsi le mani con l'attualità , ad alzare la voce quando vedeva qualcosa che non andava - e di brutture nella sua lunga vita ne ha, ahinoi, viste davvero tante -, anche a costo di entrare in rotta di collisione con il potere politico o con i poteri forti. Una voce scomoda, e forse anche per questo negli ultimi anni tenuta un po' in disparte. Da qualche tempo, poi, a zittirlo ci aveva pensato la malattia. Oggi se n'è andato, e lascia un vuoto difficilmente colmabile. Perché di intellettuali fuori dal coro e senza peli sulla lingua come lui non è che se ne vedano molti in giro. E invece ce ne sarebbe un gran bisogno.
Luca MatteazziÂ
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