Il Governo chiama e l'OCSE risponde. Ma il modello proposto non funziona
Lunedi 9 Maggio 2011 alle 23:32Comitato Referendario 2 Sì per l'Acqua Bene Comune - Apprendiamo che oggi l'OCSE si pronuncia auspicando la totale privatizzazione del servizio idrico nel nostro Paese, insieme dalla creazione di un'Autorità di regolazione. Il Comitato Referendario 2 Sì per l'Acqua Bene Comune non può non constatare come il Governo italiano chieda soccorso a organismi internazionali presunti neutri per essere sostenuto nelle proprie scelte, come è ben testimoniato dalla presenza del ministro Tremonti alla conferenza stampa di presentazione del rapporto OCSE.
Continua a leggereNoi non mettiamo le mani nelle tasche degli italiani: una frase ripetuta ...
Giovedi 16 Dicembre 2010 alle 13:29Riceviamo da Giorgio Langella e pubblichiamo.
"Noi non mettiamo le mani nelle tasche degli italiani". Quante volte ho sentito Berlusconi o qualche suo fedele ministro pronunciare questa frase. Ho spesso pensato che fosse una forma di propaganda, una "bugia preventiva", ma poi ho capito che non è così. Me ne sono fatta una ragione: lorsignori non hanno mentito. Semplicemente si "dimendicavano" di specificare a quali italiani si riferivano.
Continua a leggereL'Italia si sveglia tardi, intervista al prof. Onida
Sabato 17 Luglio 2010 alle 23:27di Enrico Galantini
"La crisi finanziaria è lenta a riassorbirsi e non è un processo lineare. Affermare che oggi la crisi finanziaria è superata è sbagliato. (segue)
Continua a leggereSalari italiani inferiori del 16,5% rispetto all' Europa
Mercoledi 12 Maggio 2010 alle 05:11Adico - I salari italiani si collocano agli ultimi posti rispetto agli altri Paesi Ocse - denunciano dalla segreteria dell'ADICO - con guadagni inferiori al 16,5% rispetto alla media dei trenta Paesi.
Dal sondaggio, che vede l'Italia al 23° posto, risultano particolarmente penalizzati i single e senza figli, i cui salari restano ai livelli più bassi tra i paesi Ocse, superati anche dagli stipendi in Spagna e Grecia, mentre l'Italia vanta una pressione fiscale sulle retribuzioni ai livelli più elevati. I dati sono riferiti al 2009 e l'Italia si colloca nella stessa posizione dell'anno precedente.
E' quanto risulta dal Rapporto 'Taxing Wages' dell'Ocse.
Continua a leggereObiettivo crescita: l'Italia al 21° posto
Giovedi 11 Marzo 2010 alle 04:22Adico                            Â
Dal rapporto "Obiettivo crescita" diffuso dall'Ocse risulta che l'Italia è tra i paesi che maggiormente subiranno gli effetti della crisi nel lungo periodo, determinando un calo di 4,1 punti di Pil, contro una media Ocse di 3,1 punti. Un risultato che colloca il nostro Paese al ventesimo posto, sui trenta paesi dell'Ocse, sia per quanto riguarda la produttività sia il Pil pro-capite.
"I risultati dell'Italia sulla produttività sono rimasti mediocri" scrive l'Ocse, suggerendo quale ricetta per migliorare la situazione economica di "ridurre le tasse sul lavoro, sulle pensioni, aumentare le deduzioni sull'Irap, finanziare le riduzioni fiscali con la lotta all'evasione, porre fine ai condoni fiscali.
Dall'ADICO evidenziano l'enorme peso del fisco nel nostro paese emerso dall'indagine, "che risulta essere superiore a quello dell'area degli altri paesi industrializzati. In particolare, "per un single a basso reddito e senza figli la pressione fiscale nel 2008 sì è avvicinata al 45%, mentre è sotto il 35% nell'area Ocse. Per una persona sposata, con medio reddito e due figli, la tassazione supera il 35%, contro una media Ocse vicina al 27%".
L'Ocse raccomanda all'Italia di, accelerare le privatizzazioni, sopprimere gli ostacoli normativi alla concorrenza, rinforzare le autorità di controllo, migliorare il tasso di scolarizzazione, accrescere i finanziamenti soprattutto in ambito universitario, rinforzare gli incentivi all'innovazione.
"La recessione ha abbassato gli standard di vita e di occupazione su basi durevoli e al tempo stesso ha messo a rischio la sostenibilità delle finanze pubbliche", conclude l'Ocse, sottolineando come si possano contenere i danni di lungo termine generati dalla crisi con investimenti in ricerca e infrastrutture e politiche che consentano di rendere il mercato del lavoro più flessibile e di ridurre i deficit di bilancio
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