Chi non vuole il Tap (Gasdotto Trans-Adriatico conosciuto appunto con l'acronimo inglese di TAP, Trans-Adriatic Pipeline) protesta in Puglia con intensità crescente contro il M5S che aveva assicurato il suo stop ma che ne ha ora sbloccato la realizzazione giustificandola con presunte penali da 20 miliardi di euro da pagare nel caso non fosse autorizzata. Tra le conseguenze della prima reale rivolta dell'elettorato giallo contro i cedimenti dei pentastellati alle istanze diverse rappresentate dal verde Lega, oltre ad una revisione del consenso al gasdotto, ci potrebbe essere, per una sorta di compensazione politica, un irrigidimento delle posizioni altrettanto critiche dei 5 Stelle nei confronti dell'altra grande infrastruttura messa in discussione in campagna elettorale, la linea del Tav Tac.
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Sembrava una cosa più che logica: Nicola Negrin del GdV alcuni giorni fa segnalava che nel palazzo comunale di S. Biagio, ex Aci, c'era un solo dipendente, l'assessore al patrimonio (e alla legalità ) Isa Dotto (qui la sua intervista, ndr) nel suo giro di controllo degli oltre 1.700 immobili comunali ne anticipava il sopralluogo verificandone le condizioni degradate e i costi da sostenere per il suo uso per giunta, poi, per un solo dipendente comunale, si adoperava per trovare una collocazione logistica e funzionale adatta, la trovava in una ampia stanza al terzo piano di palazzo Trissino.
"Per rendere disponibile e illustrare il testo del DPCM giacente presso il Consiglio dei Ministri e in via di emanazione per il ristoro delle vittime di reati finanziari per BPVi, e Veneto Banca, è convocata una conferenza stampa lunedì 20 agosto alle ore 12.00 nella Sala Chiesa di Palazzo Trissino in corso Palladio 98. Saranno presenti il sindaco Francesco Rucco e il direttore di VicenzaPiù Giovanni Coviello": questo il testo del nostro primo invito, spedito via mail il 17 agosto, alle testate giornalistiche direttamente interessate oltre che, come uditori, a tutte le associazioni dei soci venete e non solo e a tutti i politici "di ogni ordine e grado" venenti e vicentini.
La stampa locale da un paio di giorni sottolinea lo stato a dir poco penoso dei bordi di un gran numero di strade della città , delle sponde dei corsi d'acqua, di ogni angolo di terra, tutto sepolto da erbacce e da ogni genere di vegetazione tanto da dichiarare che "la città è una giungla" (Il Giornale di Vicenza). Pare che chi avrebbe, almeno in parte. dovuto occuparsene per il passato ora cerchi di rimediare, e questa è una buona cosa, ma mi sia permesso dire, da pedone costante, che i tanto decantati bellissimi percorsi pedonali in riva ai fiumi vicentini, promessi per il passato, non mi è mai riuscito di vederli.
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Peschiamo tra i titoli de Il Giornale di Vicenza di un giorno qualunque, per la cronaca è l'11 luglio 2018, per metterli insieme come tre indizi e fare una fotografia della Vicenza reduce da dieci anni del sistema dominato da Gianni Zonin, Achille Variati e Giuseppe Zigliotto (alias Banca Popolare di Vicenza, politica locale targata AV, Achille Variati, che fa rima con... Alta Velocità , e Confindustria Vicenza). Scrive Marco Scorzato sotto il titolo "Vicentini, fuga all'estero In 2 anni 8 mila partenze. Più delle richieste di asilo": «Vicenza detiene un primato, a livello veneto: tra le sette province è quella con il maggior numero di espatri. Un record già raggiunto nel 2016...».
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Da pochi giorni si è insediata una nuova amministrazione guidata dal sindaco Francesco Rucco ed ecco che il direttore dei lavori pubblici del Comune «ha affidato un incarico per avviare un intervento "urgente" di ripristino della funzionalità della termoregolazione della sala manoscritti» della Biblioteca Bertoliana (Il Giornale di Vicenza). Il giornalista Nicola Negrin scrive inoltre che «il problema non è nuovo Più di dieci anni fa, quando qualcuno tra ironia e preoccupazione la definiva la "sala cottura manoscritti", si decise di intervenire per mettere in salvo i volumi antichi con la predisposizione di un nuovo impianto per l'aria condizionata; ma l'operazione, a quanto pare, non è andata a buon fine.».
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Nel mese campione che va dal 21 agosto 2017 al 19 settembre (strano un campione estivo a cavallo delle ferie...) e prendendo in considerazione "tutto il traffico internet prodotto complessivamente dai 700 computer installati nei vari uffici comunali" l'assessore alla semplificazione Filippo Zanetti sul quotidiano locale conclude che «di tempo i dipendenti direi che non ne perdono proprio». Importante e tranquillizzante questa valutazione, anche se fatta al condizionale col "direi", visto che la Cassazione ha stabilito che «sottrarre tempo e strumenti, che devono essere rivolti a servire l'azienda, per scopi invece puramente personali, come chattare o guardare le foto postate dagli amici, vìola il patto di fiducia che lega il dipendente all'azienda. È pertanto legittimo il licenziamento nei casi più gravi». Vediamo di fare delle considerazioni sul "direi".
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Venerdì scorso 13 ottobre nelle pagine de Il Giornale di Vicenza che ci raccontavano i vari incontri di Achille Variati con politici e manager in occasione della "convention" nazionale dell'Anci, trasformata spesso in una "exhibition" del sindaco (e presidente della provincia oltre che dell'Upi) uscente di Vicenza, abbiamo letto un, imbarazzante, scambio di domanda e risposta di fatto sulla centralità della Tav Tac per Vicenza. Il collega Nicola Negrin lo racconta argutamente così: "Un treno che si chiama desiderio; che, però, parte da Vicenza e finisce a Roma. Le citazioni e le parafrasi sono ovviamente frutto di fantasia, la richiesta di poter salire su un convoglio in viale Roma (guarda caso) e di scendere direttamente nella Capitale senza scali è, invece, reale.".
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«Il 2 febbraio a palazzo Trissino viene recapitata una lettera di Icomos, organizzazione non governativa che è il braccio operativo dell'Unesco e che alla luce di una serie di denunce partite da alcune associazioni del territorio, chiede lumi al Comune rispetto all'impatto di tre opere: la base Del Din, il complesso di Borgo Berga e il futuro passaggio dell'alta velocità », è così che sul GdV del 22 dicembre 2016 ci ricorda il "caso" della possibile "espulsione" di Vicenza dalla lista dei beni "Patrimonio dell'umanità " della stessa Unesco Nicola Negrin, che riferisce nello stesso giornoi della reazione virgolettata e, a dir poco, infastidita del vice sindaco "competente" al problema Jacopo Bulgarini d'Elci: «Taluni esponenti del comitati agiscono come dei menagramo. Alcuni si augurano apertamente che Vicenza finisca fuori dall'Unesco. Ecco, chi dice una cosa del genere ai miei occhi è un criminale».
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