Le ombre della Send sulla città:VicenzaPiù 197
Sabato 11 Settembre 2010 alle 17:36Il n. 197 di VicenzaPiù è in distribuzione da ieri in edicola e da ggi nei punti fre (domani sarà scaricabile in pdf).Â
Pubblichiamo di seguito per gli utenti delle nostre testate l'articolo sul caso Send di Marco Milioni.
Continua a leggereGdV su conti Amenduni e Chimento a Vaduz
Giovedi 24 Dicembre 2009 alle 15:41
Riportiamo a integrazione di quanto pubblicato anche da noi ieri su Amenduni, Chimento e conti a Vaduz (presso la Banca Lgt, da cui era stata sottratta dall'ex funzionario della banca, Heinrich Kieber, la lista dei conti, poi venduta ai servizi segreti tedeschi e contenente i nomi di 404 titolari di conti correnti che fino al 2002 portarono all'estero i loro risparmi) un ampio estratto dell'articolo odierno a firma Ivano Tolettini apparso su Il Giornale di Vicenza del nuovo direttore Ario Gervasutti e riportato anche da ilgiornaledivicenza.it, in cui in sintesi, a parte prescrizioni e quant'altro poi intervenuto per l'attuale archiviazione, ai tempi dell'inchiesta Nicola Amenduni aveva dichiarato agli inquirenti 'di non avere mai saputo di avere quel conto a Vaduz', mentre ‘i Chimento avevano osservato che la Chimento Gioiellieri spa era estranea perché i contorni «sono ampiamente noti alla guardia di finanza ...»'
Da Il Giornale di Vicenza
Conti esteri a Vaduz. Archiviata l'inchiesta
Erano coinvolte le posizioni di tre trust e di undici vicentini Tra loro l'industriale dell'acciaio Amenduni e gli orafi Chimento
di Ivano Tolettini
Nel marzo 2008 fu una bufera. Il trasferimento dei capitali all'estero era avvenuto prima del 2002 ed essendo trascorsi più di cinque anni, senza entrare nel merito se fosse un illecito penale, le ipotesi di reato sono state cancellate dalla prescrizione che è di cinque anni.
Nella giornata in cui la procura di Roma ha informato che ha chiesto di archiviare le posizione di 55 persone, si è appreso che il tribunale di Vicenza ha già archiviato le posizioni di undici vicentini che nella primavera 2008 erano finiti sotto inchiesta per una presunta evasione fiscale. Il procuratore Ivano Nelson Salvarani e il sostituto Claudia Dal Martello avevano sollecitato il proscioglimento nell'ambito dell'inchiesta sui tre trust vicentini relativi ai depositi detenuti all'istituto di credito Lgt a Vaduz in Liechtenstein.
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Il portafoglio più importante di 15,5 milioni di euro era quello relativo all'industriale dell'acciaio Nicola Amenduni. L'imprenditore riferì di non avere mai saputo di avere quel conto a Vaduz. La famiglia Amenduni quando uscì la notizia precisò di «escludere categoricamente il possesso di beni all'estero in violazione o elusione della normativa fiscale o tributaria». Gli imprenditori dissero che «le partecipazioni in alcune società estere, collegate con l'attività imprenditoriale del gruppo, sono state a suo tempo acquisite nel rispetto della normativa tributaria e regolarmente denunciate al fisco». Questo avrebbe spiegato la presenza del conto acceso dalle direzioni finanza di società straniere poi acquistate a nome del fondatore.
Altro gruppo di vicentini faceva riferimento al trust Trevisan per un importo complessivo di 1,5 milioni di euro ...
Gli altri due gruppi erano quelli di Adriano e Giancarlo Chimento, industriali dell'oro, con un portafoglio di 6,5 milioni di euro, suddiviso tra sei persone... Nel merito i Chimento avevano osservato che la Chimento Gioiellieri spa era estranea perché i contorni «sono ampiamente noti alla guardia di finanza, che ha già potuto constatare che, allo stato, non possa ravvisarsi alcuna elusione o violazione della normativa finanziaria e tributaria».
Anche in questo caso, sotto il profilo tributario e fiscale la posizione sarebbe a posto. Dopo gli accertamenti della Guard ia di Finanza su incarico dei magistrati, considerando che anche in presenza di reati tributari - peraltro non provati - la mannaia della prescrizione era già scattata, nei mesi scorsi è stata chiesta l'archiviazione che l'Ufficio gip ha firmato.
Un Ghedini al GdV
Lunedi 16 Novembre 2009 alle 15:20Meglio Tolettini di Ghedini. Meglio un avvocato che spiattella la squallida verità che un avvocato che la nega sistematicamente, gabellando le porcate per salvare il padrone come leggi utili a tutti gl'italiani. Ivano Tolettini, cronista giudiziario di punta del Giornale di Vicenza, nel suo editoriale di domenica 15 novembre ("Uno scontro inevitabile") ha avuto non si sa se coraggio, impudenza o incoscienza e ha messo nero su bianco ciò che pensa la pancia del paese che ancora crede allo spergiuro e corruttore Berlusconi. Sintetizzandola, la tesi di Tolettini è questa: il premier gode del favore della maggioranza dei consensi popolari, in democrazia la maggioranza detta legge, e chi la ottiene deve governare senza farsi intralciare da un tribunale «che avverte come nemico», perciò il lodo Ghedini sulla prescrizione breve va applaudito nel nome della pace repubblicana. Ora, mettiamo pure da parte come sia tutto da dimostrare che "la maggioranza" sia effettivamente per Berlusconi (l'alleanza Pdl-Lega-MpA ha ottenuto il 46-47% fra Camera e Senato, e sopravanza l'opposizione in aula solo grazie al premio detto appunto di maggioranza sì, ma relativa), il candore di Tolettini è tale che arriva a sostenere, come se fosse la cosa più naturale del mondo, che il nano di Arcore «sta esercitando una sorta di "dittatura della maggioranza"». Ma questo non significa democrazia, altrimenti con la stessa sicumera una sedicente maggioranza potrebbe decidere, per fare un esempio a caso, che chi è calvo col riporto va messo in galera.
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