Il ministro Maria Elena Boschi si è interessata alle crisi delle banche. A confermarlo basterebbero le dichiarazioni di Giuseppe Vegas, presidente (coinvolto?) della distratta Consob e la documentata audizione di Vincenzo Consoli, ex Ad (indagato) di Veneto Banca, in attesa di quella, dirimente, di Federico Ghizzoni, ex ad di Unicredit (che non sarebbe nè coinvolto nè indagato) tirato in ballo nel libro di Ferruccio De Bortoli. È grave? Forse no, per un ministro e un politico che comunque dovrebbe cercare di capire, affrontare e risolvere i problemi del Paese. Forse sì, perchè la banca di cui la "ministra", in primis, si è occupata è quella Banca Etruria nel cui cda siedeva il padre Luigi.
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Il 12 dicembre scorso, giorno di apertura dell'udienza preliminare contro Gianni Zonin & c. per il crac della Banca Popolare di Vicenza, Il Fatto Quotidiano aprina in prima per poi dedicare una intera pagina all'interno a una lucida analisi dell'accademico di Ca' Foscari Filippomaria Pontani, che, riconoscendo tra l'altro il lavoro fatto e le intimidazioni subite da chi vi scrive, direttore di VicenzaPiù, descriveva Vicenza sotto il titolo "Città col buco intorno: anatomia di un crac. La peste di Vicenza". E nei germi della peste di Vicenza di quest'ultimo ventennio il prof. Pontani elencava non solo la BPVi ma anche la base militare Usa Dal Molin, "l'alluvione del 2010 che ha mostrato la fragilità di un territorio violentato dal cemento", "lo scandalo del grande complesso edilizio di Borgo Berga", "l'arresto del potente costruttore Maltauro per le tangenti Expo (2014)"...
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Le risposte di Gianni Zonin davanti alla commissione parlamentare si possono sintetizzare in questo: lui era un presidente ignorante, nel senso che ignorava quasi tutto ciò che accadeva nella sua banca, la Banca Popolare di Vicenza, ignorava perfino quello che molti sapevano anche all’esterno della sua Popolare. Operazioni baciate, assunzioni di raccomandati o di illustri pensionati, assunzioni strumentali di uomini ex Bankitalia o GdF, concessione di finanziamenti anche elevatissimi senza le dovute garanzie, ecc., erano tutte cose che venivano decise in altri ambiti dai quali lui era escluso (nello sfondo della foto d'archivio una scritta e immagini premonitrici: "Dimmi chi sei" e... carabinieri, ndr).
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Pubblicato alle 18.30, aggiornato con video integrale alle 22.54. Oltre alla solita Maria Elena Boschi spunta la new entry Berlusconi "garante" per un prestito a Denis Verdini (qui video integrale)
Roma, servizio chiuso alle 19.42. Due audizioni, quella degli ex amministratori delegati di Banca intermobiliare Pietro D'Aguì e soprattutto quella dell'Ad di di Veneto BancaVincenzo Consoli, ammesse con scetticismo per la loro condizione di indagati, irrompono con forza nello scenario storico dei fatti che a fatica la commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche sta cercando di ricostruire e piazzano potenti mine sulla credibilità di figure in teoria insospettabili.
Ad un certo punto il cancelliere accetta l'ultimo avvocato in fila e dice stop. Completata oggi la deposizione delle richieste di costituzione di parte civile nella terza delle tre sedute della prima settimana, dedicata di fatto a questo unico adempimento, dell'udienza preliminare per il crac della Banca Popolare di Vicenza. Oggi le misure di sicurezza, disposte intorno al Tribunale di Borgo Berga, sono apparse meno stringenti, grazie alla buona prova, nelle prime due giornate, data dalle procedure di identificazione e perquisizione nei punti di accesso e dal collaudo che hanno potuto farne gli operatori addetti.
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Ieri, 13 dicembre, è stato audito il Cav. Gianni Zonin (nella foto di archivio cuol suo legale Enrico Ambrosetti), Presidente di Banca Popolare di Vicenza ininterrottamente dal 1996 al novembre 2015, per molti il vero e proprio dominus della banca. Una testimonianza molto ermetica, di fatto inutile essendo piena di "non so, non ricordo, non avevo i poteri, in CdA venivano portate in delibera solo pratiche superiori ai 50 milioni e le assunzioni dei dipendenti col grado minimo di dirigente...". La figura professionale di Giannandrea Falchi, già segretario particolare del Direttorio di Bankitalia sin dall'era di Mario Draghi, era stata suggerita a Zonin da un rappresentante delle Istituzioni, se non un diplomatico americano di rango...
Misure di sicurezza imponenti intorno al Tribunale nel nuovo edificio di via Ettore Gallo, con identificazione e perquisizione nei punti di accesso, ma non c'è stato il temuto "assalto" di migliaia di persone nella seconda seduta dell'udienza preliminare per il crac della Banca popolare di Vicenza. Il Gup Roberto Venditti ha dovuto gestire il previsto afflusso di decine e decine di avvocati alcuni dei quali con centinaia di richieste di costituzione di parte civile in borsoni e valigie. Ancora impossibile compiere una stima del totale delle richieste ma è probabile che il numero finale potrebbe sfiorare le diecimila.
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Pubblicato alle 17.39, aggiornato alle 21.02 e il 14 alle 0.25 col video integrale. Gianni Zonin va alla sbarra. Prima a Roma nell'aula al quarto piano di Palazzo San Macuto dove oggi pomeriggio (qui il nostro servizio esclusivo a firma Angelo Di Natale col titolo "Gianni Zonin fa così tanta scena muta in commissione d'inchiesta sulle banche che Casini prova a fare il suo ventriloquo"). E poi nell'aula C del tribunale di Vicenza, dove ieri si aperto il maxi-processo agli ex vertici della Popolare vicentina, il cui dissesto ha azzerato il patrimonio di 120mila azionisti.