Sono il 26% le famiglie indebitate
Giovedi 12 Novembre 2009 alle 10:51ADICO
Sono il 26% le famiglie indebitateÂ
Le famiglie italiane che hanno contratto un finanziamento rappresentano circa il 26% con un valore medio del debito per famiglia di circa 10 mila euro. Con un boom nel 2008 del credito passato al 61%, contro il precedente 55%.
E' una fotografia dalla tinte chiaro-scure quella scattata dal direttore generale dell'Associazione bancaria italiana, Giovanni Sabatini, nel corso di un'audizione alla commissione Finanze della Camera sul credito al consumo.
"Ma la comparazione di questi dati non può far emergere uno spaccato reale, dal momento che solo negli ultimi anni nel BelPaese e' iniziata la corsa all'indebitamento, al contrario di quanto accaduto nel resto d'Europa" spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
"Analizzando, i dati si scopre che il fenomeno del credito al consumo ha registrato in questo decennio una tendenza in costante crescita passando da circa 46 miliardi di euro di fine 2002 a oltre 109 miliardi a giugno 2009, con una crescita pari a +137%" fanno notare dalla segreteria dell'ADICO.
Ma il motivo principale dell'indebitamento resta uno: l'acquisto di casa. Dei 382,1 miliardi di euro erogati fino allo scorso agosto, il 62,8% e' stato destinato ai mutui, per un ammontare delle consistenze pari a circa 239,9 miliardi di euro. Segue il 10,3% rivolto ai prestiti personali (39,4 miliardi di euro), l'11,2% all'acquisto di beni come l'auto o gli elettrodomestici per circa 42,7 miliardi di euro, il 2,6% e' poi costituito dalla cessione del quinto dello stipendio o pensione, (9,8 miliardi di euro), il 4,6% dalle carte di credito revolving (per circa 17,5 miliardi di euro) e l'8,6% da altri prestiti.
"Una corsa, quella dell'indebitamento, che rischia tuttavia di trasformarsi in un boomerang se non supportata da una buona dose di cultura finanziaria" avverte il presidente dell' ADICO.
Famiglie e microimprese più povere
Giovedi 29 Ottobre 2009 alle 18:32ADICOÂ
Famiglie e microimprese più povere
Dopo dieci anni le famiglie e la micro imprese, nel secondo trimestre 2009, si sono ritrovate più povere, a causa di minori guadagni, risparmi e investimenti
Lo spiega Istat, che sottolinea: il colpo più duro è stato per il reddito lordo, che nel secondo trimestre di quest'anno è sceso di quasi 11 miliardi di euro (-1%), passando da 1.094 miliardi a 1.083 miliardi.
Se si guarda ai dati reali, al netto del livello dei prezzi, tra marzo e giugno il potere d'acquisto delle famiglie e' diminuito dell'1%, ovvero di 9 miliardi.
Il rapporto su "Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società " traccia uno scenario negativo, anche perché si trova l'ennesima conferma di quanto anticipato da alcuni economisti. I redditi delle persone hanno tenuto nella fase più acuta della recessione - con un aumento della ricchezza - adesso che si inizia a uscire dal tunnel i venti della disoccupazione iniziano a colpire con maggiore durezza.
E' vero che i dati sono ancora grezzi e andrebbero uniformati - come ricordano gli esperti Istat - ma è anche vero che un quadro è già tracciato. Nel secondo trimestre del 2009, rispetto al primo, la propensione al risparmio è calata dello 0,4%, attestandosi al 15,2% (rapporto tra l'incremento del risparmio e l'incremento del reddito), un dato vicino alla media europea.
"Anni luce rispetto a 10 anni fa, quando ancora si riusciva a risparmiare, negli Anni Novanta, tanto per fare un paragone, il valore dell'indicatore che si aggirava intorno al 26%, quasi il doppio di oggi" spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
Sempre più famiglie in difficoltà
Mercoledi 23 Settembre 2009 alle 18:37Caritas Diocesana Vicentina
FAMIGLIE IN DIFFICOLTA' ECONOMICA: +238% A FINE ANNO LE RICHIESTE DI AIUTO IN CARITAS. URGONO NUOVI VOLONTARI AGLI SPORTELLI
In soli sette mesi giunte le stesse richieste di aiuto dei tre anni precedenti.
Un appello perché ognuno faccia la sua parte.
Vicenza, 23 settembre 2009. La Caritas Vicentina organizza un nuovo corso di formazione destinato a preparare nuovi volontari da affiancare a quelli già operanti nei 13 sportelli (ad Asiago, Arzignano, Bassano del Grappa, Dueville, Lonigo, Malo, Montecchio Maggiore, Noventa Vicentina, Piazzola sul Brenta, San Bonifacio, Schio, Valdagno e Vicenza) del microcredito etico-sociale. Sono per lo più persone con alle spalle anni di lavoro in banca, che si rivela particolarmente utile nell'intensa attività di accompagnamento, informazione e mediazione con i servizi sociali e le finanziarie che costituisce l'ossatura di questi due servizi. I 120 volontari infatti sono molto sotto pressione e per poter garantire l'intensa mole di lavoro dei servizi del microcredito etico-sociale e del Fondo straordinario di solidarietà per chi ha perso il lavoro servono nuove energie. «Per questo lanciamo un appello ad iscriversi a operatori bancari o comunque a persone che abbiano competenza professionale da regalare alle famiglie provate dalle difficoltà economiche» sottolinea don Giovanni Sandonà , direttore della Caritas Vicentina. Il corso inizierà il 22 ottobre a Vicenza presso la sede Caritas e prevede quattro incontri, tutti il giovedì sera. Per informazioni e iscrizioni: www.caritas.vicenza.it, [email protected], tel. 0444 304986.
Per far fronte ai mesi a venire, la Caritas Vicentina lancia anche un invito agli altri soggetti sociali: «L'incredibile mole di richieste di aiuto economico che ci sono giunte in questi ultimi mesi e la situazione economica che, per quel che riguarda il lavoro, fa intravvedere scenari molto foschi, ci induce a chiedere ancora una volta a tutti i soggetti sociali di attivarsi per sollevare tante famiglie dalla situazione drammatica in cui versano, ciascuno per le proprie competenze: dalle aziende ex municipalizzate per quel che riguarda le bollette delle utenze ai proprietari di case per dilazionamenti negli affitti, fino agli enti istituzionali preposti per quel che riguarda l'effettiva fruizione degli ammortizzatori sociali» aggiunge don Giovanni Sandonà .
I due appelli del direttore della Caritas Vicentina trovano conferma nei numeri: i volontari degli sportelli della Caritas Vicentina che seguono le famiglie in difficoltà economica hanno svolto nei primi sette mesi del 2009 un'attività di ascolto pari a quella di tutti e tre gli anni precedenti messi insieme. Un dato che dimostra quanto la crisi economica e del lavoro abbia messo in ginocchio tante persone e famiglie in diocesi.
Dal 15 aprile, infatti, in molti si sono rivolti ai 13 sportelli per il microcredito che, da quella data, fanno anche da "collettori" delle richieste di aiuto da parte di chi ha perso il lavoro e può accedere al Fondo straordinario di solidarietà per chi ha perso il lavoro, istituito dal Vescovo nel febbraio scorso. Così, se dal 2006 al 2008 si sono rivolti agli sportelli in 1.005, da gennaio a luglio 2009 gli ascolti sono stati almeno 941: 523 erano domande di piccoli prestiti da restituire in rate molto dilazionate e a interesse particolarmente conveniente, 418 erano richieste di persone che avevano perso il lavoro. «Se si manterrà questo trend, cosa non lontana dalla realtà visto che in molti dicono che il peggio da un punti di vista dell'occupazione sta arrivando adesso - spiega il coordinatore degli sportelli, Paolo Frison - a fine 2009 potremmo arrivare a 1500 ascolti complessivi, con un incremento del 238 per cento delle richieste rispetto al 2008».
Dal 15 aprile al 31 luglio 2009 gli aiuti dati dal Fondo straordinario sono stati 184, per un importo complessivo di 80.900 euro, mentre per quel che riguarda il microcredito da gennaio a luglio 2009 i prestiti effettuati sono stati 169, per un totale di 317.695 euro (erano stati 650 mila nei tre anni precedenti).
Per accedere al contributo straordinario a fondo perduto che consente a chi ha perso il lavoro di affrontare impegni economici altrimenti non superabili, occorre essere lavoratori, italiani o stranieri, residenti o che comunque operano nella diocesi di Vicenza, che si trovano in una situazione di grave difficoltà a causa della perdita del lavoro e non godono di ammortizzatori sociali, di altre provvidenze o di un aiuto da parte dei familiari. Il contributo massimo è di mille euro, una tantum oppure in più rate mensili, secondo parametri stabiliti da un regolamento interno.
Il Fondo straordinario ha potuto contare fin dall'inizio su 300 mila euro messi a disposizione dalla Curia (200 mila) e dalla Caritas diocesana (100 mila). A questa dotazione iniziale si sono aggiunte alcune generose donazioni: 300 mila sono stati messi a disposizione dalla Fondazione Cariverona, 150 mila dalla Banca Popolare di Vicenza, 31.750 da privati, 13 mila da parrocchie e 2.222 da iniziative di raccolta fondi. «Una dotazione complessiva, ad oggi, di 797.072 euro - spiega ancora Frison - che, stante gli attuali ritmi di impiego, sarà esaurita ad aprile-maggio 2010». «E' difficile pensare che ad aprile la stretta per quanto riguarda i posti di lavoro sarà terminata - aggiunge don Giovanni Sandonà - e tuttavia oltre tale data, come detto, non ce la faremo. Faccio perciò appello a chiunque, singola persona od istituzione, affinché con le sue donazioni ci permetta di continuare, se possibile per tutto il 2010, questa prossimità con le famiglie in difficoltà economica».
Per quel che riguarda il Fondo di garanzia per il microcredito, esso ammonta invece attualmente a 1.121.690 euro: vi contribuiscono la Caritas diocesana, la Diocesi e la Caritas Italiana per 107.250 euro, le 11 Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali della provincia di Vicenza con le 2 BCC delle province di Padova e Verona afferenti la diocesi di Vicenza per 500 mila euro, la Fondazione Cariverona per 300 mila, i 24 comuni convenzionati per 132.049 euro, l'Associazione Industriali della Provincia di Vicenza per 50 mila, mentre i versamenti di privati, parrocchie e la quota interessi ammontano complessivamente a 32.390 euro.
«Nemmeno un lavoratore perda il posto di lavoro. All'inizio della crisi finanziaria - afferma il vescovo di Vicenza, Mons. Cesare Nosiglia - il governo ebbe modo di assicurare che nemmeno un euro sarebbe stato perso dai risparmiatori. Vorrei che con la stessa forza ed il medesimo impegno il governo dicesse oggi che nemmeno un lavoratore perderà il suo posto». Per il vescovo di Vicenza, poi, servono nuovi stili di vita «improntati alla sobrietà e a consumi strettamente necessari e non futili, ad un uso 'severo ed onesto dei soldi, ad una solidarietà effettiva di vicinato».
UFFICIO STAMPA CARITAS DIOCESANA VICENTINA
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