Disoccupazione in aumento
Sabato 30 Gennaio 2010 alle 13:50ADICO
CONTINUA AD AUMENTARE IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE
30 gennaio 2010
L'Istat comunica che a dicembre il tasso di disoccupazione il Italia é salito all'8,5% dall'8,3% di novembre precisando che si tratta del peggior dato da gennaio 2004.
I senza lavoro in sono diventati cosi 2.138.000, 57mila in più rispetto a novembre e 392mila in più rispetto a dicembre 2008.
La disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni) ha raggiunto a dicembre 2009 il 26,2% con un aumento di tre punti rispetto allo stesso mese del 2008. Dall'analisi risulta che le donne appaiono un po' meno penalizzate dalla crisi.
Tra i Paesi Ue, il tasso di disoccupazione più basso è stato quello registrato in Olanda (4,0%) e in Austria (5,4%), mentre quello più alto è in Lettonia (22,8%) e in Spagna (19,5%). Su base annua tutti i Paesi Ue hanno visto un aumento della disoccupazione. Il tasso di crescita più basso è stato osservato in Germania (dal 7,1% al 7,5%), mentre il più consistente è stato quello della Lettonia (dall'11,3% al 22,8%). In dicembre, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, il tasso di disoccupazione maschile è aumentato dal 7,8% al 10% nella zona dell'euro e dal 7,5% al 9,8% nell'Ue, mentre quello femminile è cresciuto dall'8,7% al 10,1% nella zona euro e dal 7,9% al 9,3% nell'Unione europea. Quanto ai giovani con meno di 25 anni, la disoccupazione in dicembre era pari al 21% nella zona dell'euro e al 21,4% nell'Unione europea. Era stata invece rispettivamente del 17% e del 16,9% un anno fa. Il tasso più basso è stato rilevato in Olanda (7,6%) e quello più alto in Spagna (44,5%). In questo caso l'Italia è sopra la media Ue raggiungendo il 26,2%.
In 2 milioni in cerca di lavoro
Sabato 9 Gennaio 2010 alle 12:57ADICO
In Italia oltre 2 milioni di persone in cerca di lavoro
"Che l'economia sia in ripresa stento a crederlo, ma per quanto riguarda le condizioni di lavoro, il numero di disoccupati in continua ascesa, i precari senza prospettiva, certamente è una situazione che peggiora ogni giorno", spiega laconico il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
A conferma di ciò i dati pubblicati ieri dall'Istat, la quale ha reso noto che il tasso di disoccupazione ha toccato a novembre l'8,3 per cento (+0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e +1,3 punti percentuali rispetto a novembre 2008).
"Il peggiore dato da aprile del 2004 e marca un allargamento della crisi del mercato del lavoro anche rispetto a ottobre, come da più parti si temeva" continua il presidente dell'ADICO.
I dati Istat, anche se provvisori, rivelano che il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 26,5%; il numero delle persone in cerca di occupazione risulta pari a 2 milioni 79 mila unità , in crescita dell'1,5% (+30 mila unità ) rispetto al mese precedente e del 17,7% (+313 mila unità ) rispetto a novembre 2008.
Il 64% teme soprattutto le disoccupazione
Sabato 9 Gennaio 2010 alle 08:46ADICO
Il 64% teme di più la disoccupazione anzichè la microcriminalitÃ
"I numeri della crisi fanno sempre più paura ed impressione se stimiamo le ora di cassa integrazione autorizzate dall'Inps nel 2009" spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
Nel solo anno appena trascorso le ore di cassa integrazione usufruite dai lavoratori sono state 918 milioni pari a una crescita del 311,4% rispetto ai 223 milioni del 2008.
A dispetto di chi afferma che la fase acuta sembra superata "mi pare che i numeri confermino piuttosto uno scenario pesante ed oscuro. Se poi consideriamo i giovani che risultano essere ancora precari, oserei dire da fantascienza", afferma il presidente dell'ADICO che specifica nella nota: "sette giovani su dieci, entrano nel mercato del lavoro da precari. E senza alcuna distinzione in base al titolo di studio, anche da un punto di vista retributivo".
Da un'indagine no-line effettuata dalla segreteria dell'ADICO in questi giorni, è emerso che "su un campione di 800 persone il 64% delle teme di più la disoccupazione che non la microcriminalità ".
Il messaggio del Presidente Napolitano
Venerdi 1 Gennaio 2010 alle 18:12Redazione di VicenzaPiù         Â
Contro la crisi coraggio e riforme
Nel 2010 a rischio soprattutto l'occupazione
Forti richiami nel messaggio di fine anno di Giorgio Napolitano, il quarto del Settennato, che ha ricordato come l'Italia non è ancora fuori dalla crisi economica anche se ha provato, pur non abbastanza, a trasformare le difficoltà in una occasione per creare un Paese più forte. Un insieme di coraggio, riforme economiche e sociali, equità , più cura per chi subisce i danni più gravi, cioè i ceti deboli e il Mezzogiorno, è quello che occorre, insieme alle riforme istituzionali e della giustizia, che "non possono essere ancora tenute in sospeso, bloccate da un clima di sospetto" e alla riforma del fisco e degli ammortizzatori sociali.
Il presidente della Repubblica ha parlato 19 minuti, 4 più dell'anno scorso, invitando con severità ad avere fiducia e speranza nelle capacità di maggiore unione del Paese per reagire alle difficoltà , tra cui quelle dei giovani, dei ricercatori, di quelli che cercano lavoro o occasioni formative, perché "non possiamo permetterci - ha detto il Capo dello Stato - che si scoraggino".
Sul disagio sociale vissuto da famiglie, donne e lavoratori, nel 2010, secondo il Presidente, è soprattutto a rischio ulteriore l'occupazione con centinaia di migliaia di lavoratori che, con "tutele deboli o inesistenti", hanno già perso l'occupazione.
Napolitano, dopo aver denunciato le condizioni dei detenuti che vivono in carceri che è un eufemismo definire non adeguate, ha spesso fatto riferimento alla Solidarietà , di cui l'Italia è ricca, come si è visto nell'assistenza ai terremotati abruzzesi, nella vicinanza ai familiari dei caduti in Afghanistan, nel volontariato, ma che deve ispirare anche l'accoglienza ai lavoratori immigrati e ai rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni.
Le esigenze di maggior sicurezza "non possono far abbassare la guardia contro razzismo e xenofobia, né possono esser fraintese e prese a pretesto da chi nega ogni spirito di accoglienza con odiose preclusioni". Ne va della "qualità civile della vita" nel nostro paese, per cui "é necessario che si riscoprano e riaffermino valori troppo largamente ignorati e negati negli ultimi tempi: rispetto dei propri doveri, sobrietà negli stili di vita, attenzione e fraternità verso gli altri, rifiuto intransigente della violenza".
In parallelo ai temi sociali il Presidente ha affrontato quelli della politica: "Abbiamo vissuto mesi molto agitati sul piano politico" ma non c'è stata paralisi completa per la reazione della società , perciò "guardiamo con più fiducia di un anno fa" alla crisi e alla possibilità di realizzare le riforme non più rinviabili. Quella del fisco è "assolutamente cruciale, non si può fare con rattoppi, ma con analisi e una proposta d'insieme" e insieme si deve affrontare "il problema durissimo del debito pubblico".
Quelle della Costituzione e della giustizia servono per "un più efficace funzionamento dello Stato e non possono essere bloccate da un clima di sospetto fra le forze politiche e da opposte pregiudiziali", anche se è necessario seguire le procedure previste dalla stessa Costituzione ed è "essenziale" che ci sia un "rinnovato ancoraggio" ai principi nazionali e che "siano sempre garantiti equilibri fondamentali tra governo e Parlamento, tra potere esecutivo e legislativo e istituzioni di garanzia, e che ci siano regole in cui debbano riconoscersi gli schieramenti sia di governo sia di opposizione".
Napolitano, dopo, aver rinnovato la condanna dell'aggressione a Silvio Berlusconi e l'impegno ad operare per "attenuare le tensioni", ha detto: "E' mio dovere. Come lo è realizzare una maggiore unità della nazione: un impegno che richiede ancora tempo e pazienza, ma da cui non desisterò".
"I cittadini italiani in tempi difficili come quelli attuali - ha concluso - hanno bisogno di maggiore serenità e a questo bisogno devono corrispondere tutti coloro che hanno responsabilità elevate nella politica e nella società . Serenità e speranza che sento di potervi trasmettere oggi con il mio augurio per il 2010".
Continua a leggere
Sostegno per chi ha perso il lavoro
Lunedi 30 Novembre 2009 alle 21:43Caritas Diocesana Vicentina
SOSTEGNI DI VICINANZA E UN PATTO DI SOLIDARIETA' PROVINCIALE
PER CHI HA PERSO IL LAVORO
Stamane l'incontro del Vescovo con istituzioni, organizzazioni economiche
e sociali per cercare nuovi strumenti contro la crisi. La chiesa vicentina propone i sostegni di vicinanza, ossia "gemellaggi" di solidarieta' fra famiglie. Al via un accordo Aim-Caritas per il congelamento delle bollette non pagate.
Vicenza, 30 novembre 2009. Un patto di solidarieta' fra le istituzioni in favore di chi perde il lavoro, accordi per congelare per sei mesi i debiti per le utenze, un fondo provinciale per far fronte alle grandi difficolta' nel pagamento degli affitti. Sono tre le proposte per contrastare le gravi conseguenze della crisi nel tessuto sociale vicentino che sono emerse stamattina nella sede della Caritas Diocesana, presso la quale si e' tenuto un nuovo confronto, voluto dal Vescovo Cesare Nosiglia, con tutte le istituzioni e gli attori sociali ed economici della diocesi.
l Vescovo ha ricordato il percorso realizzato in questi mesi dalla Diocesi per sostenere le famiglie: l'istituzione del Fondo Straordinario di Solidarieta' per chi ha perso il lavoro al quale accedere attraverso tredici sportelli Caritas sul territorio, il microcredito etico-sociale e, proprio in questi giorni, la proposta di potenziare i centri vicariali di ascolto e l'invito alle parrocchie a realizzare raccolte viveri mensili. Fino alla proposta ai cittadini che non sono sono in difficolta' economica ad attivare "sostegni di vicinanza" (SdV) a favore di famiglie e persone in momentanea difficolta' economica (almeno per sei mesi, destinando alla Caritas una quota mensile secondo la propria disponibilita' e volonta': l'Iban e' IT25X0859011801000081020869 presso Banca del CentroVeneto, intestato a Diakonia Onlus, per informazioni: 0444 304986).
Il Vescovo ha poi invitato a prolungare gli ammortizzatori sociali e le forme di riqualificazione del personale.
All'incontro erano presenti rappresentati della Prefettura, dei Comuni di Vicenza, Arzignano, Schio, Bassano, San Bonifacio e Valdagno, della Camera di Commercio, della Fondazione Cariverona, di Assindustria, Apindustria, Assoartigiani, Cna e Ascom; dei sindacati Cigl, Cisl e Uil; dell'Ucid, degli istituti bancari (Banca Popolare di Vicenza, Unicredit, Banche di Credito Cooperativo), di Confcooperative, di Federsolidarieta', delle Acli e del mondo dei media.
Una stima, comunicata stamane da Antonio Dalla Pozza, dirigente dell'Area socio-economica dell'Amministrazione Provinciale, preoccupa particolarmente: sono 22 mila le persone che hanno perso il lavoro nella nostra provincia nel mese di ottobre e, passata la crisi, e' prevedibile una stabilizzazione del sistema produttivo vicentino a meno 30 mila lavoratori rispetto al 2007.
Per questo l'opinione condivisa degli intervenuti e' che il peggio delle crisi sia adesso e per i prossimi mesi, mentre dalla elaborazione dei dati degli accessi agli sportelli Caritas emerge un orizzonte emblematico delle persone in difficolta': in sette mesi hanno chiesto aiuto tante persone quante nei tre anni precedenti, con una presenza di italiani superiore al 58 per cento e con un'eta' media sempre piu' giovane; i vissuti sono caratterizzati da una poverta' di contesto, nella quale risalta la mancanza di relazioni e una difficolta' oggettiva (nel 60 per cento dei casi) a gestire la vita domestica (per spese di affitto, bollette, riparazioni improvvise, acquisti per l'abitazione). Profili di disagio che hanno guidato la riflessione che e' seguita.
Congelamento dei mutui per le aziende e le famiglie
Si auspica una maggior implementazione dell'uso dello strumento della congelazione dei pagamenti delle rate dei mutui delle aziende, così come il suo allargamento, quanto prima possibile, anche alle famiglie in difficolta'.
Affitti
Caritas ha sollecitato l'avvio, il piu' celere possibile, di un fondo di garanzia, magari promosso e gestito della Provincia, con il coinvolgimento delle organizzazioni che rappresentano i proprietari di appartamenti e gli inquilini. Dovrebbe consentire un aiuto alle famiglie che a causa della perdita del lavoro o alla riduzione significativa del reddito non sono temporaneamente in grado di pagare l'affitto.
Utenze energetiche
Seguendo l'esempio dell'accordo-pilota tra Aim e Caritas, la chiesa vicentina propone ai comuni di sollecitare anche alle alle aziende erogatrici la stipula di accordi per congelare temporaneamente i debiti per bollette delle famiglie in difficolta' economica che sono state sempre puntuali nei pagamenti. A Vicenza, Aim congela il debito pregresso e stipula un piano di rientro sullo stesso, che si attiverà dopo sette mesi, a fronte di un impegno Caritas a sostenere per sei mesi i consumi medi.
Patto di solidarietÃ
Prendendo spunto da una recentissima iniziativa della conferenza dei sindaci dell'Ulss 4 Alto Vicentino, condivisa anche dalle Conferenze dei sindaci delle altre Ulss della provincia, e' stata avanzata la proposta di attivare un Fondo di Solidarieta' della durata di due anni da costituire fra enti locali, fondazioni bancarie e Regione. Chi perde il lavoro sara' sostenuto per due anni attraverso un assegno mensile di solidarieta', a fronte di un patto che possa vederlo attivo in lavori socialmente utili e/o in percorsi di riqualificazione professionale. Fondamentale saranno per la elaborazione personalizzata di questi patti, i servizi sociali dei comuni e i servizi Ulss preposti all'implementazione lavorativa.
Concordato preventivo per le aziende
E' stata espressa perplessita' sull'uso spregiudicato, in alcuni casi, del concordato preventivo da parte di talune aziende: in base alla nuova normativa, non e' fissata una soglia minima di pagamento dei creditori - i fornitori in particolare - e questo puo' comportarne delle distorsioni nell'uso che posso essere molto rischiose e deleterie per il sistema economico.
Stili di vita nuovi e ritorno dell'etica
Il Vescovo Cesare Nosiglia ha concluso l'incontro ricordando la necessita' di lavorare sulla promozione di stili di vita piu' sobri e su una capacita' nuova di gestione del denaro e del budget familiare; ha anche sottolineato l'importanza di mantenere i contatti iniziati con l'incontro odierno, magari attraverso una comune "cabina di regia" che non frammenti gli interventi in questi mesi così difficili. Infine, ha sottolineato il ruolo che l'etica deve tornare a rivestire in tutte le relazioni economiche e sociali, private e pubbliche.
A tal proposito, non ha alcun senso che in situazioni di difficolta' si scatenino "guerre fra poveri", con l'acuirsi di pregiudizi e di conflittualità sociale. Il riferimento e' alla conclusione dell'intervento del Vescovo, dove ha affermato: "Faccio appello alle istituzioni, ai comuni e alle forze politiche di maggioranza e di minoranza, agli operatori della comunicazione e della scuola e soprattutto alle famiglie, alle parrocchie e agli istituti religiosi, affinche' non accettino piu' l'attuale situazione e abbiano il coraggio di fare qualcosa di concreto, promuovendo e sostenendo, insieme ad ogni singola famiglia nomade, un progetto di coabitazione sul territorio, munito di servizi essenziali per vivere dignitosamente, e di inserimento lavorativo e di scolarizzazione dei minori, testimoniando così l'amore e la fede in quel Dio, che si e' fatto bambino povero e ultimo degli ultimi".
Aumentano i senza lavoro
Martedi 24 Novembre 2009 alle 22:56Adico
Aumenta il popolo dei senza lavoro
I danni da recessione sono pesanti. "Mentre dalla finanza arrivano deboli segnali di ripresa, i posti di lavoro continuano a sparire" denuncia il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
Nella sua 21ma edizione il rapporto sull'occupazione in Europa, elaborato dalla Commissione Ue, rivela che a metà 2009 sono stati persi qualcosa come 4,3 milioni di posti rispetto allo stesso periodo del 2008, con forti perdite nell'industria e nelle costruzioni.
"Tutti i paesi membri dell'Ue hanno pagato un pesante pedaggio. A conti fatti a settembre scorso il tasso di disoccupazione Ue è arrivato al 9,2% con una crescita del 2,5% rispetto ai dati di un anno prima, portando il totale dei senza lavoro alla cifra pesantissima di 22,1 milioni di persone senza impiego, con una crescita di qualcosa come 6,1 milioni di persone" fanno sapere dalla segreteria dell'ADICO.
Il rapporto sottolinea che se da una parte l'aumento dei senza lavoro ha colpito tutti i paesi, in alcuni i fenomeno è stato particolarmente pesante, raddoppiando in Irlanda e Spagna, triplicando addirittura nei Paesi Baltici. Dall'altra ci sono paesi come Austria e Olanda dove il fenomeno è stato decisamente contenuto.
A pagare la crisi, spiega l'Ue, gli uomini più delle donne, non facendo altro che riflettere settori dove la presenza maschile è decisamente più alta. Molto colpiti i giovani, le persone con un basso profilo professionale, gli immigrati o ancora quelli con contratti a tempo determinato, che di solito sono quelli più esposti alle variazioni del mercato del lavoro.
Disoccupazione in aumento
Venerdi 20 Novembre 2009 alle 16:03ADICO
Continuerà ad aumentare la disoccupazione
ROMA - La disoccupazione italiana salira' all'8,5% nel 2010 e all'8,7% nel 2011: e' quanto prevede l'Ocse nell'economic Outlook. Quest'anno, secondo l'Organizzazione internazionale, la quota dei senza lavoro passera' dal 6,8% al 7,6%.
Il Pil italiano calera' del 4,8% quest'anno per poi tornare a crescere dell'1,1% il prossimo e dell'1,5% nel 2011. E' la stima dell'Ocse nell'Economic Outlook. In Italia, afferma l'Ocse, l'attivita' ha ripreso nel terzo trimestre, con il miglioramento delle condizioni finanziarie che ha "aiutato a ricostituire la fiducia e spingere la domanda interna". Ma secondo l'Organizzazione ‘'sia il timing sia la forza della ripresa sono incerte".
Salira' - secondo l'organizzazione - il debito pubblico italiano che nel 2011 sarà al 120% con un deficit che restera' sopra il 5%. Pur tuttavia - si legge - il deficit supererà il 5% e il debito salira' di quasi 10 punti percentuali nel 2009 al 115% entro fine anno", precisa l'Organizzazione che stima il deficit a quota 5,5% quest'anno, 5,4% il prossimo e 5,1% nel 2011. "Sforzi significativi di consolidamento fiscale saranno dunque necessari dal 2011 in poi, quando la crescita riprenderà "'.
L'Ocse invita poi l'Italia a considerare lo scudo fiscale una misura eccezionale. In Italia, si legge, "c'e' stato un miglioramento dell'adesione agli obblighi tributari e minor ricorso alle misure una tantum negli ultimi anni e gli sforzi contro l'evasione continuano". Tuttavia, secondo l'Ocse, l'introduzione dello scudo fiscale "dovrebbe esser visto dai contribuenti come una misura eccezionale" perche' "altrimenti i contribuenti potrebbero concludete che ulteriori amnistie fiscali sono probabili".
"In questo quadro economico aumentano sempre più le famiglie che arrancano. La povertà assoluta colpisce ormai quasi tre milioni di persone, circa il 4,9% della popolazione. Un fenomeno che investe soprattutto il Sud e le famiglie numerose e monoreddito. A questo anche lo scoraggiamento; diventa, infatti, sempre più ampia l'area di chi si non cerca più lavoro; i normali posti di lavoro vengono sostituiti da contratti instabili", spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
Cresce la disoccupazione in Italia
Martedi 22 Settembre 2009 alle 16:35ADICO
Cresce la disoccupazione in Italia
Il tasso di disoccupazione in Italia del secondo trimestre è pari al 7,4%, in crescita rispetto al 6,7% del secondo trimestre 2008. Si tratta del dato più alto dal primo trimestre 2006. Lo comunica l'Istat. Sul dato ha influito soprattutto l'incremento degli inattivi (+434mila unità ), concentrato nelle regioni meridionali e dovuto a fenomeni di scoraggiamento: mancata ricerca del lavoro di molte donne per motivi familiari, al ritardato ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
In termini assoluti il numero degli occupati è calato di 378mila unità , in flessione dell'1,6% rispetto allo stesso periodo del 2008 (-0,3% rispetto al primo trimestre 2009). Il dato tendenziale, spiega l'Istat, è il peggiore dal secondo trimestre del 1994. Il risultato sintetizza il protrarsi della caduta dell'occupazione autonoma delle piccole imprese, l'accentuarsi del calo dei dipendenti a termine e la nuova riduzione del numero dei collaboratori.
Il tasso di occupazione, pari al 57,9%, è il più basso degli ultimi 4 anni. Il numero delle persone in cerca di occupazione sale invece a 1.841.000 unità (+137.000 unità , pari al +8,1 per cento rispetto al secondo trimestre 2008).
L'Istat segnala anche che la caduta dell'occupazione è dovuta in gran parte al calo della componente italiana (-399 mila occupati maschi e -163 mila occupate donne) mentre prosegue la crescita dell'occupazione degli stranieri (+89 mila unità maschi e +95 mila unità femmine).
(spunti tratti dalla repubblica.it)
"La crisi finanziaria ed economica, la più grave di questi ultimi cinquant' anni', si e' trasformata in una crisi dell'occupazione e le prospettive a medio termine non sono incoraggianti", spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini, che conclude: "uno dei principali rischi e' che una grande parte di questo forte aumento della disoccupazione acquisisca un carattere strutturale con uno slittamento di un certo numero di persone prive di occupazione verso una disoccupazione di lunga durata o l'uscita dalla vita attiva".
Continua a leggere