Il Movimento 5 Stelle - fanno sapere con delle dure note stampa i parlamentari, i consiglieri regionali e i consiglieri comunali del vicentino - non fa alleanze elettorali e non dà indicazioni di voto ai propri elettori. Non l'ha mai fatto e non lo farà neppure a Vicenza: chi non l'ha capito e fornisce indicazioni di voto agli elettori del Movimento 5 Stelle dimostra in pieno di non aver compreso i valori della nostra partecipazione alla vita politica dell’Italia.Â
C'era una volta il Movimento 5 Stelle che certificava le liste e imponeva a chi sgarrava di dimettersi. Oggi i due residuali esponenti locali, Daniele Ferrarin , messo, di sicuro ingiustamente, sotto inchiesta penale ma di certo non dimessosi a mò di grillino doc, e Francesco Di Bartolo, ex Ppi ed ex Idv, bocciati dai comunque nebulosi vertici pentastellati prendono la parola contro i post fascisti di alcuni "rucchiani" firmando con la sigla M5S, che non gli è stata concessa neanche per presentarsi alle elezioni comunali di Vicenza.
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Le elezioni amministrative a Vicenza non vedranno, come è noto, la partecipazione del Movimento 5 Stelle, scrivono nella nota che pubblichiamo Francesco Di Bartolo e Daniele Ferrarin che si firmano come M5S Vicenza anche se non sappiamo se abbiano titolo a farlo vista la mancata certificazione della loro lista. Negli ultimi giorni la campagna elettorale ha messo in luce aspetti inquietanti: nella destra che sostiene il candidato Rucco è emersa la presenza di apologeti del nazi-fascismo.
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La sintesi migliore è quella dell'ex senatore Enrico Cappelletti: «In una guerra a volte capita di abbattere qualcuno dei tuoi, e questo pare sia proprio il caso». Il Movimento Cinque Stelle non parteciperà alle elezioni a Vicenza. E questo l'epilogo di una vicenda venuta alla luce la scorsa settimana, che ha tenuto col fiato sospeso per tutto il weekend e si è conclusa ieri: alle 9 la «certificazione» ovvero l'autorizzazione da parte dei vertici nazionali del Movimento a utilizzare il simbolo per depositare la lista elettorale in Comune - non è arrivata e dunque la lista pentastellata, pur presentata a Palazzo Trissino, è stata respinta dalla commissione elettorale circondariale.Â
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Non è restato che il raccapriccio, la faccia di una militante contratta in una smorfia di dolore. Nessuno sa niente, non si fanno nemmeno congetture. Da Milano non arriva niente. Le lettere spedite all'indirizzo liste civiche del Movimento 5 Stelle saranno state centinaia, inviate da Vicenza e da tutta la provincia. Persino da fuori provincia: siamo tutti sotto il cielo, tutti a rischio esclusione. Ciò che ormai ogni vicentino sa è che la lista del M5S locale, che doveva concorrere alle amministrative comunali di giugno, non ha avuto la certificazione dallo staff.
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Scusandoci per il termine, che il dizionario definisce "raro", di "depositazione" invece che "deposito" nel sottopancia del video con la conferenza stampa in cui Francesco Di Bartolo (qui la sua intervista) ha annunciato di aver depositato tutto quanto necessario per la partecipazione della lista del Movimento 5 Stelle di Vicenza meno l'autorizzazione, indispensabile, all'utilizzo del simbolo. Se raro è il termine utilizzato da chi ha montato il video, non raro ma incomprensibile appare ai pentastellati vicentini il mancato permesso da parte dei vertici, umani o "tecnologici", del movimento. E, soprattutto, irrispettoso dei cittadini.
Ci prepariamo a fare una semplice, ma per noi fondamentale, osservazione sull'eventuale assenza dei pentastellati da sala Bernarda nel caso venisse confermata la bocciatura della loro lista dalla Casaleggio & Di Maio company domani, sabato 12 maggio, ultimo giorno utile per la presentazione delle liste per le amministrative di Vicenza del 10 giugno prossimo, giorno per il quale Daniele Ferrarin ha dato appuntamento a una conferenza stampa definitiva all'ingresso di Palazzo Trissino (vedi in fondo*)da cani da guardia del potere)
Il segretario del Pd Federico Formisano interviene con la nota che pubblichiamo in merito alla negazione dell'uso del simbolo al Movimento 5 Stelle Vicenza. "Trovo surreale e assolutamente poco rispettosa del percorso fatto a livello locale, la scelta di Di Maio e i vertici nazionali dei cinque stelle, di non permettere alla lista locale di utilizzare il simbolo. Dobbiamo avere il coraggio di dire la verità e di parlare chiaro. Nei cinque anni di Consiglio comunale era evidente a tutti come fossero presenti due anime all'interno del movimento.".
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Potrebbe essere il primo effetto collaterale dell'accordo M5S-Lega. Una sorta di patto di desistenza fra i due alleati del nascente governo giallo-verde in una delle principali città del Nord, chiamata al voto il 10 giugno. Ieri, a 48 ore dalla scadenza del termine per la presentazione delle liste, ai grillini di Vicenza è stato infatti negato l'uso del simbolo. Significa che il candidato sindaco Francesco Di Bartolo, l'avvocato scelto a suo tempo dagli attivisti sulla piattaforma Rousseau, dovrà ritirarsi dalla corsa.
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