Class action all'italiana
Giovedi 21 Gennaio 2010 alle 21:49Adico             Â
Con il termine "class-action" (azione di classe) si fa riferimento a strumenti di tutela collettiva risarcitoria che consentono di attivare un unico processo per ottenere il risarcimento del danno subito da un gruppo di cittadini danneggiati dal medesimo fatto realizzato da una azienda scorretta.
Dal 1° gennaio 2010 finalmente è entrato in vigore l' articolo 140-bis del Codice del consumo.
Sulla carta, si tratta di una straordinaria occasione per rendere effettiva la tutela dei consumatori in tutte quelle situazioni nelle quali si controverte per importi di valore contenuto e per questo generalmente si preferisce rinunciare alla difesa dei propri diritti.
Pur nella consapevolezza di alcuni evidenti limiti dell'attuale normativa, le azioni collettive dovranno essere sperimentate (anche per comprenderne a fondo le inefficienze).
L'ADICO ha già polemizzato poiché non è possibile procedere, ad esempio, contro i mega crack del passato come Parmalat o Cirio dato che la "class action" non è retroattiva ossia non si possono intentare cause fino al 16 agosto 2009 e non introduce il concetto di indennità punitiva. In America il giudice può scegliere un risarcimento più alto di quello effettivo, ed allargare gli effetti della sentenza non solo a chi ha partecipato attivamente - e fisicamente - all'azione, ma anche a tutti i membri della comunità che si trovano nella situazione medesima.
"Quest'ultimo concetto dell'indennità punitiva non è previsto" evidenzia il presidente dell'ADICO Carlo Garofolini. "Visto che siamo in Italia e abbiamo i legislatori che ci ritroviamo, non solo non esiste alcuna maggiorazione dell'indennizzo decisa a discrezione del giudice, ma almeno per la Pubblica Amministrazione non esiste proprio un risarcimento. Il testo della legge, infatti, parla chiaramente di «nessun onere a carico dello Stato», e non c'è bisogno di spiegare cosa si intenda con questa locuzione. Aggiungendo danno alla beffa, poi, le spese per l'avvio delle pratiche procedurali saranno proprio a carico della parte più debole, cioè di chi ha richiesto l'azione".
Class action contro Siae su Dvd,chiavette...
Mercoledi 20 Gennaio 2010 alle 21:39Adico    Â
Class action contro la nuova tassa sui cd, dvd, chiavette, hard disk, ecc...
L'ennesima incredibile tassa questa volta l'ha concepita il Ministro Bondi, per fare un favore alla Siae; "il cosiddetto equo compenso" avvertono dalla segreteria dell'ADICO.
"Si tratta di una tassa preventiva che ognuno di noi paga quando acquista un cd o un dvd nuovo" tuona il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini che ha come unico obiettivo "di prendere dei soldi ai consumatori nella previsione che un cd, dvd, hard disk ecc.. venga utilizzato per registrare un cd musicale, un film ma al contempo anche se viene utilizzato per mettere foto personali, dati ecc..".
"Una mostruosità concepita il 30 dicembre 2009 mentre le famiglie trascorrevano le vacanze di Natale nei confronti delle innovazioni tecnologiche", continua il presidente dell'ADICO; "d'ora in poi questa tassa si pagherà su cd, dvd, hard disk, lettori multimediali portatili, chiavette usb e telefonini".
In soldoni la tassa "prevede un importo che varia da euro 3,22 per memorie fino 1 Gb di capacità , arrivando fino a circa 30 euro per capacità superiori ai 250 Gb" spiegano dalla segreteria dell'ADICO; pertanto se per "hard disk, cd, dvd e chiavette il costo aggiuntivo è qualche frazione di euro; comunque un'enormità , considerando il mercato complessivo; i più tartassati dall'invenzione di Bondi e collaboratori sono i dispositivi portatili come lettori e cellulari.
A tal proposito l'ADICO in questi giorni valuterà se promuovere una class action contro questo provvedimento definito fraudolento.
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Al via la class action
Lunedi 4 Gennaio 2010 alle 13:12ADICO
Al via la class action
Prima i clienti tartassati dalle banche. La commissione di massimo scoperto, abolita per legge, uscita dalla porta è rientrata dalla finestra sotto altre voci. Poi le centinaia di passeggeri lasciati a terra dalle compagnie aeree low cost My Air e Sky Europe. Quindi i pendolari di Trenitalia costretti ad arrivare in ritardi a scuola o al lavoro e a viaggiare, spesso stipati, in carrozze vecchie e sporche. Appartengono a queste categorie i promotori delle prime class action che le associazioni dei consumatori avvieranno nella nostra provincia. Il più battagliero è il segretario dell'Adico. «Finalmente per la nostra associazione si apre una nuova interessante prospettiva - spiega Carlo Garofolini.- Quella di recitare una parte da protagonisti anche in sede processuale a tutela dei consumatori». Il «materiale» su cui lavorare già c'è. «Abbiamo decine di segnalazioni da parte di pendolari inferociti contro Trenitalia - continua Garofolini - Siamo stati in prima fila dall'inizio nella vicenda MyAir: passeggeri da diverse province d'Italia si sono rivolti a noi per chiedere tutela. Stesso discorso per Sky Europe (la compagnia low cost che garantiva i collegamenti tra l'aeroporto di Treviso e Budapest-Bratislava prima, Treviso-Praga fino al settembre scorso, ndr)». E poi c'è la vicenda dei T-red e del 10 per cento sulla Tia (tariffa d'igiene ambientale) applicato da Veritas. «Abbiamo distribuito gratuitamente migliaia di moduli ai cittadini - ricorda Garofolini - Ricontatteremo tutti e illustreremo le possibilità che ora vengono riconosciute». La class action, azione collettiva, consente ai cittadini che si ritengono danneggiati da un'azienda di intraprendere una causa legale i cui effetti avranno valore non solo per il singolo o l'associazione, ma per tutti i promotori.
Ultimo, non irrilevante, ostacolo: l'azione può essere esercitata soltanto per illeciti commessi dopo il 16 agosto 2009. «E questo mette fuori gioco gli automobilisti intrappolati nel maxi-ingorgo del Passante» lamenta Garofolini. (m.sca.)