Ennesima proroga (che ai sensi del TUB, Testo Unico Bancario, è definita tecnica e funzionale alla chiusura della procedura, nonchè della durata di al massimo due mesi) da parte di Bankitalia del commissariamento del Credito Sportivo: sette anni (dal dicembre 2011) e non è ancora finita, un primato impareggiabile... Rammento a tutti ed ancora una volta come invece il commissariamento più veloce della storia è stato quello della Bene Banca, durato 12,5 mesi, affidato a Giambattista Duso, ad di Marzotto Sim, partecipata al 9.8% da BPVi, e incrociatosi con favori a Banca Popolare di Vicenza che ricevette in "deposito" di fatto quasi tutta la sua cassa!
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Roma. Nostro servizio. Questa volta la sala "Occorsio" non era disponibile e gli spazi più angusti hanno reso difficile il lavoro di avvocati e consulenti, pressati come sardine nella calca alimentata dalle diverse decine di risparmiatori che si sono presentati all'udienza del processo Veneto Banca. C'era molta attesa per le decisioni del gup Lorenzo Ferri sulla richiesta di costituzione di parte civile delle migliaia di azionisti e obbligazionisti i cui risparmi e il cui capitale - spesso sottoscritto come condizione di accesso a normali finanziamenti - sono stati azzerati. L'attesa non è andata delusa perchè con una decisione storica, che non ha precedenti, il giudice ha ammesso la costituzione di tutti gli azionisti per entrambi i reati per i quali si procede: aggiotaggio e ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza delle autorità preposte.
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Per molte associazioni dei consumatori, che tutelano i risparmiatori delle banche venete, ci sono state fin troppe "distrazioni" da parte delle autorità , che avrebbero dovuto controllare la gestione e i bilanci delle banche risolte, ed in particolare della Banca Popolare di Vicenza, ora in liquidazione coatta amministrativa. In questi giorni, dopo il "teatrino" avvenuto presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, con il giochetto dello "scarica barile" degli obblighi di vigilanza e controllo, sono emersi concreti sospetti, sulle eventuali responsabilità dei controllori degli istituti di credito, nello specifico della Consob, di Bankitalia e del "colosso" KPMG, multinazionale olandese, che è tra le quattro società di revisione, che al mondo si spartiscono la grande parte del mercato.
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Carlo De Benedetti a gennaio 2015, dopo essere stato abitualmente a colloquio con Panetta (Vice DG di Bankitalia) ed a "colazione con Renzi", questo è testualmente quanto dichiarato dall'imprenditore alla Consob), impartiva l'ordine di acquisto di un basket di azioni di banche popolari con l'accortezza di evitare quelle della Banca Popolare di Vicenza. Ma ancor prima una Bcc vicentina (la Cassa Rurale ed Artigiana di Brendola), nel suo periodico informativo destinato ai propri soci e clienti (molte Bcc usano una siffatta formula di dialogo con la propria compagine sociale), nel 2014 aveva apertamente sconsigliato di partecipare all'aumento di capitale della Popolare di Vicenza di 900 milioni di euro, all'epoca in corso.
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Nelle varie audizioni alla commissione bicamerale di inchiesta, trasmesse in diretta web tv, abbiamo tutti assistito ad un valzer di autoassoluzioni, dopo un primo round in cui sono volati gli stracci tra Banca d'Italia e Consob proprio sulla vicenda dei controlli sulle banche venete, finite a giugno 2017 in LCA (leggasi fallimento). Dopo questa parentesi, in ogni caso poco edificante, tutti i vigilantes del sistema bancario chiamati in audizione hanno reso testimonianze avanti la Commissione di Inchiesta sulle banche dichiarando come in realtà avessero svolto il compito loro affidato facendo tutto quanto era nelle rispettive competenze, riconoscendo talvolta qualche difetto di comunicazione tra le Authority e scaricando le colpe maggiori sulla novellata normativa voluta dall'Europa.
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Ci sono ancora sei mesi, fino al 30 giugno 2018, per liquidare tutte le attività e società delle ex popolari venete non rilevate da Intesa SanPaolo. Esiste infatti, riferiscono fonti autorevoli, un secondo documento ufficiale della DgComp che dà più fiato ai liquidatori di BPVi e Veneto Banca. Un atto formale, validato anche da Bankitalia, che sposta di sei mesi la data perentoria contenuta nell'allegato `B" inserito tra gli atti del «contratto di cessione d'azienda» firmato all'alba del 26 giugno 2017, nello studio milanese dell'avvocato Carlo Pedersoli, dai liquidatori di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca per la cessione a Intesa delle parti buone al costo di 1 euro.
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Il trait d'union tra le audizioni della Commissione d'inchiesta sulle banche è stato il gossip istituzionale su Maria Elena Boschi, che, lo ripetiamo, se ha detto bugie vada a casa ma finiamola quì con la storia dei conflitti di interessi sui quali è nata ed è stata fondata la seconda Repubblica, Silvio Berlusconi docet. Ebbene la morbosa curiosità sul più bel petalo del "giglio magico" ha fatto il gioco di chi voleva stendere una ulteriore cappa sulle tragiche mancanze dei controllori, Bankitalia e Consob, che hanno permesso e alimentato il crac "impostato" dai controllati, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca qui da noi, altri istituti altrove.
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È il veneto Alberto Artoni ("faccio l'ingegnere edile come seconda professione, la prima è quella di socio truffato dalle banche venete") ad annunciarci in anteprima assoluta che è nato con sede a Roma, il Movimento Risparmiatori Traditi, il primo partito che vuol raccogliere intorno a sè i soci delle banche fallite, in un modo e nell'altro. Per il sessantatreenne professionista ("anche l'edilizia soffre dei crac bancari"), nato a Piove di Sacco "il Movimento si estenderà dal nord al centro fino al sud, perchè ad essere stati truffati sono tutti, in tutta l'Italia".Â
Pubblicato il 19 dicembre alle 14.28, aggiornato il 20 alle 14.50 qui con video prima parte audizione di Ignazio Visco e all'interno con video con seconda parte. Prima che iniziasse il fuoco di fila delle domande della Commissione d'inchiesta sulle banche, che ancora una volta è sembrata focalizzarsi oltre la sua importanza sul caso di Maria Elena Boschi e Banca Etruria, rischiando di trasformarsi in Commissione Etruria, piuttosto che sul (mal)funzionamento della Viglianza di Banca d'Italia, il suo discusso ma confermato Governatore, Ignazio Visco, ha presenato ai commissarila relazione/memoria che vi proponiamo.
Roma, servizio dal nostro inviato. Cresce il numero di richieste di costituzione di parte civile nel procedimento per il crac di Veneto Banca. Alle circa quattro mila già depositate in precedenza, oggi se ne è aggiunto un altro numero consistente in via di quantificazione. Alla fine il numero potrebbe crescere ancora di una o due migliaia. Anche durante la seduta di oggi, nell'aula "Occorsio" della Corte d'Assise, al piano terra dell'edificio A di piazzale Clodio, il Gup Lorenzo Ferri ha dovuto limitarsi a gestire l'afflusso di tali richieste, materialmente affidato ai cancellieri.
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