E' avvenuto un fatto politico di grande rilevanza e mai visto nella storia della nostra democrazia: i parlamentari dell'opposizione si sono recati a piedi al Quirinale per chiedere al Presidente della Repubblica come garante delle Istituzioni di intervenire per impedire la limitazione delle prerogative del Parlamento da parte del Governo Renzi durante la discussione della legge di riforma della Costituzione. Napolitano non li ha ricevuti.
In questi giorni incalzano le polemiche su una possibile deriva delle Istituzioni democratiche verso un autoritarismo resp visibile dagli out out di Giorgio Napolitano anche al presidente del Senato Pietro Grasso e dal decisionismo accentuato di Matteo Renzi il cui ultimo esempio è nel titolo odierno di La Repubblica: «Renzi ai sondacati: sì a Alitalia - Etihad. O 15mila a casa».
Giorgio Napolitano si schierò fin dall'inizio contro Enrico Berlinguer che, sulla "questione morale" *, esprimeva la posizione ufficiale del Partito Comunista di allora con parole che oggi sono ancora un monito per tutti. Lo osteggiò in ogni maniera, e oggi si capisce ampiamente perchè alla luce degli avvenimenti che hanno contraddistinto e segnano ancora il suo duplice mandato esercitato sempre di più con un'interpretazione a dir poco allargata di quelle che sono le prerogative costituzionali della figura unificante del Presidente della Repubblica.
Demetrio Shlomo Yisrael Serraglia è un cittadino di religione ebraica residente nella provincia di Vicenza e dopo aver letto l'appello diffuso dagli organizzatori in vista della manifestazione pro Palestina che si svolgerà oggi, venerdì 25 luglio 2014, per le vie di Vicenza (vedi qui) afferma di essere "indignato profondamente" da ciò che viene affermato da coloro che definisce "odiatori sia degli israeliani sia dei palestinesi, sia della cultura e della tradizione del Veneto". Continua a leggere
Ci sono dei momenti e degli eventi nella vita che mi fanno riflettere sull' importanza di ogni singola azione di una persona e del riflesso, che tale azione ha poi sulla collettività . Ho letto e riletto con interesse alcune interviste pubblicate su giornali nazionali fatte a personaggi politici, tra le quali mi hanno colpito quelle a Sergio Zavoli e a Rosy Bindi.
C'è qualcosa che non va nel nostro paese. Qualcosa di infido e, per molti versi, tragico. La chiamano modernità (ed è una cosciente e voluta confusione) ma non è nient'altro che il sistematico smantellamento della democrazia costituzionale. Qualcuno lo ha notato? Si vogliono, si "devono" fare le cose nella maniera più veloce possibile. I contenuti e la sostanza non importano.
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Le ultime notizie che provengono da Gaza ci informano di oltre 650 morti palestinesi. I feriti sono più di 4.000, gli sfollati più di 130.000. Il governo di Israele con Yoav Mordechai, coordinatore delle sue attività nei territori, ha formalmente respinto la tregua umanitaria richiesta dall'inviato dell'Onu in Medio Oriente, Robert Serry. Queste sono le fredde notizie di una tragedia che non ha fine.
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Prima notte di carcere (in una cella singola dell'infermeria di Opera, si legge sui media) per l'ex governatore del Veneto, Giancarlo Galan. Se la prima dichiarazione del deputato forzista dopo il sì dell'aula di Montecitorio al suo arresto è stata «Sono incazzato e sapete benissimo con chi», noi pensiamo che ora lui abbia una grande occasione.
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Quanto leggerete nelle mie note non è completamente "nelle mie corde". Certo sono decisamente anti-euro, la mia battaglia da sempre, ma troverete una "vena" nazionalistica che non corrisponde proprio al mio "sentire" essendo io un "ultraliberista". Ma ho voluto utilizzare una chiave di lettura, singolare, per valutare la storia, la cultura e l'importanza di due popoli diversi: confrontare le loro banconote.
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