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Il diritto di vivere in pace

Di Giorgio Langella Mercoledi 23 Luglio 2014 alle 19:30 | 2 commenti

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Le ultime notizie che provengono da Gaza ci informano di oltre 650 morti palestinesi. I feriti sono più di 4.000, gli sfollati più di 130.000. Il governo di Israele con Yoav Mordechai, coordinatore delle sue attività nei territori, ha formalmente respinto la tregua umanitaria richiesta dall'inviato dell'Onu in Medio Oriente, Robert Serry. Queste sono le fredde notizie di una tragedia che non ha fine.

Qualche giorno fa avevo segnalato che si possono leggere i nomi delle vittime palestinesi di Gaza (tra le quali come si può notare, molte sono donne, bambini e anziani tutt'altro che "terroristi". Fermiamoci un attimo a leggere questi nomi, pensiamo che dietro i numeri delle vittime c'erano vite, volti, sorrisi e lacrime, gioie e disperazioni. Intelligenze che sono state cancellate. È un tentativo che va nella direzione di capire come la guerra non possa risolvere nulla e che l'azione militare del governo israeliano sia null'altro che una una brutale ne violenta rappresaglia che non ha nulla di "chirurgico" né di “umanitario”. L'invasione della striscia di Gaza, dopo i bombardamenti indiscriminati, sta provocando centinaia di morti tra la popolazione civile palestinese. Qualche decina di militari israeliani, impegnati nell'invasione, sono stati uccisi negli scontri a fuoco. Questa, volenti o nolenti, è la realtà a Gaza. Una guerra senza esclusione di colpi. Una guerra che vede uno degli eserciti meglio armati e più potenti del mondo accanirsi su chi vive in quella terra e fare terra bruciata della Palestina. Qualcuno addossa la colpa alle stesse vittime che sarebbero diventate volontariamente "scudi umani" non tenendo conto che quelle bombardate sono le loro case, che Gaza è la loro terra e che, da decine di anni, sono state costrette a vivere in condizioni disastrose che hanno poco di umano. Non è utile né interessante polemizzare su questo. Ma è necessario, oggi più che mai, scegliere da che parte stare e prendere una chiara posizione sul massacro che è in atto nella striscia di Gaza e che è sotto gli occhi di chi vuole vedere. Non ci possono essere giustificazioni di tipo "umanitario" (bisogna finirla con i concetti di "attacco preventivo", di "operazione chirurgica", di "esportazione della democrazia con le armi" ...) e, tanto meno, non si possono giustificare i massacri sostenendo che in altre parti del mondo ne avvengono anche di peggiori. Queste giustificazioni sono fuorvianti. Un tentativo di falsificare quello che realmente sta avvenendo a Gaza contro la popolazione palestinese. È un dovere mobilitarsi, cercare con la forza (o la debolezza) che si ha, di resistere e tentare di far finire il massacro. Non possiamo restare indifferenti a quanto sta succedendo. Scendiamo in piazza senza timori. Partecipiamo ai presidi, alle manifestazioni, alle iniziative in favore del diritto del popolo Palestinese di vivere in Pace nella propria terra. Facciamoci vedere. Gridiamo forte che noi, cittadini del mondo e non sudditi, di qualsiasi idea politica, di qualsiasi religione, quale che sia il colore della nostra pelle, abbiamo il diritto di vivere in pace e vogliamo fermare la guerra e il massacro di Gaza.

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Commenti

Inviato Giovedi 24 Luglio 2014 alle 09:09

Queste articolo è fazioso, non racconta ciò che avviene realmente, non racconta dei migliaia di missili che Hamas lancia sulle città israeliane ed anche in Cisgiordania, non parla degli scudi umani usati da Hamas, non dice che Hamas uccide quei palestinesi che scappano dalle loro abitazioni dopo essere stati avvisati dall'esercito israeliano dell'imminente bombardamento, non dice che lo scopo di Hamas è quello di eliminare tutti gli ebrei, non parla del fatto che le scuole ed ospedali sono usati come depositi d'armi e roccaforti da terroristi, non dice che per spostarsi per la striscia di Gaza i terroristi utilizzano le ambulanze delle nazioni Unite, non dice che Hamas lancia i propri missili anche sulla centrale nucleare Israeliana nel Neghev così da creare una Cernobil in medioriente. In sostanza questo articolo è becera propaganda, non filo palestinese ma filo Hamas.
Inviato Giovedi 24 Luglio 2014 alle 09:54

Per tutti i pacifinti, coloro che fanno distinguo senza conoscere la storia, i perbenisti ed i benpensanti, i political correct, gli odiatori, i nuovi antisemiti che mascherano il loro odio con l'antisionismo ecco un video che faccio mio e vi invito a visionare http://youtu.be/DGsBv42z5kg
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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