Zocca e la cessione delle quote della Serenisima: la Corte dei Conti verifichi
Giovedi 8 Dicembre 2011 alle 13:16 | 0 commenti
La vendita delle quote della Serenissima? Una "gara privata", nella quale, inoltre, il Comune "avrebbe potuto incassare altri 2 milioni e 900 mila euro". Per il consigliere del Pdl, Marco Zocca, la questione è semplice: "Con la vendita delle quote della società autostradale Brescia-Padova il Comune di Vicenza avrà un buco nei futuri bilanci di 2 milioni e 900 mila euro". Ecco perché il consigliere d'opposizione annuncia, in un'interrogazione, di voler inviare una segnalazione alla Corte dei Conti, affinché "verifichi l'eventuale situazione di danno erariale da parte dell'ente locale".
Al centro del contendere, secondo il pidiellino che siede in Consiglio a palazzo Trissino, la compravendita di 58 mila azioni della società concessionaria del tratto autostradale della A4 che, lo scorso mese, il Comune ha ceduto al fondo "F2i" (Fondo italiano per le infrastrutture), amministrato da Vito Gamberale, al prezzo di 503 euro ad azione. Non tutte però, perché palazzo Trissino rimane titolare di un portafoglio di 4500 quote della Serenissima. Inoltre, nel contratto di vendita con il fondo di Gamberale, il Comune ha accettato la clausola, imposta dal fondo, di sottoscrivere l'aumento di capitale della società autostradale, grazie al finanziamento della società finanziaria, che avrebbe poi ricevuto dall'ente pubblico le azioni derivate dall'aumento di capitale. E sono questi i due aspetti che fanno gridare al "danno erariale" il consigliere Zocca: "Il Comune in pratica ha accettato i dettami di un privato, facendo così in sostanza una gara privata, oltretutto con un unico compratore, mentre altri enti come la Provincia di Padova hanno ottenuto altre offerte. Inoltre, le quote ottenute con l'aumento di capitale (circa 1600, Ndr) sono state cedute al prezzo di 379 euro ad azione, pari al valore dell'aumento di capitale, e non ai 503 euro ciascuna, ovvero il prezzo di tutte le altre 58 mila. Questo è già un ammanco di 630 mila euro, al quale si aggiunge al fatto che le altre 4500 azioni che rimangono in mano al Comune, in futuro dovranno essere svendute, in quanto rappresentano lo 0,2 percento della società , una quota irrisoria. Averle vendute, avrebbe fatto incassare altri 2 milioni e 200 mila euro". In totale, quindi, il Pdl denuncia un mancato incasso di quasi tre milioni di euro. Dal Comune ieri la risposta dell'assessore al Bilancio, Umberto Lago: "Il Consiglio comunale aveva già approvato la compravendita delle quote. E adesso quell'operazione non va più bene?". Ma c'è altro: "La vendita era un pacchetto unico delle 58 mila azioni più quelle derivanti dall'aumento di capitale - aggiunge Lago - non si poteva scorporare. La Provincia di Padova ha ricevuto una nuova offerta perché il gruppo (Mantovani, Ndr) che si è fatto avanti è evidentemente più legato alla guida politica espressa dall'ente del presidente Degani".
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