Ancora in Cda BPVi Monorchio e Breganze, ma Zigliotto lascia. In pole l'amenduniano Diego Caron per successione in Confindustria
Mercoledi 2 Dicembre 2015 alle 11:08 | 1 commenti
Alla fine ha rassegnato le dimissioni dal Cda della Popolare di Vicenza anche Giuseppe Zigliotto, ultimo dei tre membri indagati del Cda della vecchia BPVi, anche se resistono per ora al loro posto tanti membri del Cda tra cui i vicepresidenti Andrea Monorchio, ex ragioniere generale dello Stato, a cui si possono facilmente associare come "mansioni principali" le discutibili relazioni tenute con la Banca d'Italia, e l'avvocato Marino Breganze, che da ex politico locale si è candidato col centro destra senza successo a Palazzo Trissino nel 1995 per poi collezionare incarichi in vari enti, e arrivare anche alla presidenza della controllata vicentina Banca Nuova, le cui operazioni e "influenze" in Sicilia hanno fatto accendere anche i fari della magistratura locale.
La fuoriuscita anticipata di Giuseppe Zigliotto dal Cda della BPVi apre anche la fase della ricerca del suo successore alla presidenza di Confindustria Vicenza visto che il suo mandato doppio scade nel 2016 e che la relativa partita diventa attuale mentre si stanno ridisegnando tutti gli equilibri locali anche per le diverse interrelazioni tra la Banca Popolare e l'associazione degli industriali.
Questo è, evidentemente, un altro perno della vita economica (e politica) del Vicentino, che prima ruotava intorno a un centro unico, quello di Gianni Zonin, che aveva vinto la sua battaglia cruenta con Amenduni e gli industriali a lui vicini potendo così anche disporre della potenza di fuoco e di condizionamento della stampa locale, che nelle vicende oggi sotto esame da parte della Procura di Vicenza (emissione e sottoscrizione di azioni a un prezzo non corrispondente al loro valore a danno dei soci, in primis quelli piccoli) e ora in evoluzione non ha certo mancato di pesare.
Sarà difficile ora, dicono alcuni osservatori, mantenere il suo predominio, salvo mai impossibili compromessi all'italo vicentina, per il gruppo che ha prima prevalso nel duello Zonin e associati con Amenduni e "simpatizzanti" imponendo già prima del quadriennio confindustriale ora in esaurimento (accelerato?) di Giuseppe Zigliotto quello del suo socio in azienda Roberto Zuccato, che, diventato presidente di Assindustria Veneto e anche lui nel Cda della Banca, sembrerebbe ora in marcia di riavvicinamento col "partito" degli Amenduni, come farebbero pensare anche gli incontri da lui avuti, alla luce del sole, con Michele, uno dei figli del fondatore Nicola.
In questo intreccio di interessi e di grandi manovre spunta il primo nome (vero o da bruciare sull'altare delle trattative?) del possibile successore di Giuseppe Zigliotto: sarebbe infatti l'imprenditore bassanese Diego Caron, attivo a Pianezze nel settore della componentistica meccanica, già presidente del raggruppamento di Bassano, gradito alla famiglia Amenduni e ben visto anche da un altro imprenditore vicentino di peso, già in contrasto con Zonin, quel Gian Carlo Ferretto a capo della Ferretto Group in costante espansione nei mercati internazionali anche grazie alla intesa con la cinese Dong Fang che è entrata col 40% nel suo capitale e che ha attivato col gruppo vicentino nato nel 1956 una joint venture nel settore delle scaffalature.
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nostri """amministratori"" cosa hanno controllato? Banca "Popolare" cioè del popolo, via siamo seri, dove è finita La Cattolica? Dove è finita la Cassa di Risparmio di Vr Vicenza e Belluno? Tutto sparito, tutto magnato e hanno pure il coraggio di presentarsi in TV e sui media. Vergogna! Altro che procura, in Siberia senza riscaldamento! Amen.