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Zaia tra nuove carceri e chiusura uffici postali

Di Emma Grande Lunedi 23 Febbraio 2015 alle 18:26 | 0 commenti

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Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia torna ad intervenire sul problema sicurezza in Veneto,  dicendosi “in sintonia” con quanto dichiarato in un’intervista dal Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Vicenza e sulla costruzione di nuove carceri. Zaia inoltre interviene sul piano industriale di Poste Italiane che prevede oltre 50 tra chiusure e razionalizzazioni nel Veneto: “voglio capirne di più, ma non si pensi di penalizzare la nostra regione perché non è speciale o autonoma”.

Le dichiarazioni:

“La rivincita dello stato di diritto sulla criminalità passa attraverso una serie di azioni coordinate e dettate dal buon senso. Occorre che siano in linea almeno tre fattori: l’inasprimento delle leggi, il rafforzamento delle Forze dell’Ordine e l’utilizzo dell’Esercito come supporto sul territorio, la realizzazione di nuove carceri. Senza uno di questi elementi, contemporanei e collegati tra loro, lo Stato continuerà a perdere e a mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini e l’incolumità dei suoi servitori, come nel caso del Brigadiere investito nel trevigiano da una banda di albanesi in fuga”.

“Senza leggi più dure, o almeno applicando fino in fondo quelle che ci sono  ed evitando che un condannato riesca a risparmiare anche un solo giorno della sua condanna, vengono a mancare sia l’effetto deterrente che la certezza della pena e questo convince i delinquenti di rischiare poco o nulla e li scatena”.

“Se le carceri italiane non sono nemmeno in grado di detenere i condannati sulla base delle vigenti leggi colabrodo – aggiunge Zaia – è evidente che occorre costruirne delle altre. Non devono essere Hotel di lusso, ma luoghi dignitosi dove chi ha sbagliato paghi il suo conto con la comunità. Non occorrono nemmeno dei miliardi, perchè la struttura deve essere dignitosa ma può parimenti essere anche spartana e perché si può pensare al ripristino di tanti siti militari dismessi e fatiscenti, invece che proporli  per ospitare migranti”.

 

 

Il piano industriale che Poste Italiane spa intende adottare avrà pesanti ricadute sul territorio e causerà un impoverimento dei servizi alle comunità locali. E’ questo il succo della lettera che il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha scritto oggi alla presidente e all’amministratore delegato della società, Luisa Todini e Francesco Caio.

L’illustrazione dell’ipotesi riorganizzativa, avvenuta gli scorsi giorni a Roma in occasione della Conferenza delle Regioni, ha destato la preoccupazione di Zaia, perché

“l’esigenza di rivedere l’attuale modello organizzativo e gestionale – scrive Zaia – non può minare la mission sociale dell’Azienda, su cui ha fondato la sua storia e quella dello sviluppo delle comunità locali”.

“L’ufficio postale – sottolinea il presidente – soprattutto nei territori rurali, montani e costieri e nelle periferie delle grandi città, ha da sempre rappresentato uno dei luoghi simbolo dell’aggregazione, della rassicurazione e di mediazione e soluzione dei problemi che il cittadino vive nei rapporti con la burocrazia”.

“Da quando Poste Italiane ha cominciato a ufficializzare il piano delle chiusure degli uffici postali – prosegue il governatore – in Veneto sta montando la protesta della società civile per gli effetti che produrrà sui territori e sulle persone più in difficoltà”.

Il presidente ricorda che su complessive 75 chiusure e 18 razionalizzazione nell’Area Nordest, che comprende oltre al Veneto il Friuli V.G. e il Trentino Alto Adige, nella sola nostra regione sono previste ben 42 chiusure, 5 razionalizzazioni e 4 chiusure amministrative di uffici postali. “Per l’ennesima volta – denuncia nella lettera Zaia – viene penalizzato il Veneto, la cui colpa è quella di non essere considerata Regione Speciale e Autonoma, a differenza dei vicini friulani e trentini”.

Quindi, pur capendo gli obiettivi di modernizzazione dell’offerta e di contenimento dei costi, Zaia, proprio perché le Poste Italiane si occupano “di erogare servizi essenziali”, fondandosi “sul sistema del presidio territoriale”, chiede di poter comprendere meglio, attraverso un incontro, la ratio di alcuni aspetti del piano di razionalizzazione proposti per il Veneto.

 


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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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