Zaia tra "guerra dei poveri" e "veneti in piazza per la sanità"
Lunedi 13 Ottobre 2014 alle 15:32 | 0 commenti
Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia torna ad intervenire sulla situazione determinata in Veneto dal continuo affluire di profughi dell’operazione Mare Nostrum “tra poco sarà guerra tra poveri†e tagli alle risorse di Regioni ed enti locali con il rischio che possa essere toccata anche la sanità : “se si va a toccare la sanità , veneti in piazzaâ€. Di seguito le sue dichiarazioni complete.
“I giorni passano inesorabili, i migranti continuano a morire durante le traversate, quelli che arrivano sono trattati al massimo come pacchi postali, nei territori, abbandonati a sé stessi, cresce l’allarme sociale che pian piano diventa anche paura. Vogliono una guerra tra poveri? Tra i Veneti stremati dalla crisi e i profughi attratti qui da false speranze e dalla mafia degli scafisti? Ci stanno riuscendo perfettamenteâ€.
“La scorsa settimana – dice Zaia – i sindaci del trevigiano tranne due hanno detto no ad altri arrivi e nel vicentino è scattato l’allarme full. Oggi l’allarme arriva dal padovano: altri profughi a Battaglia, Montagnana e Rovolon e gli abitanti minacciano di insorgere ed esprimono timori sul piano della sicurezza sanitaria. Roma e Bruxelles che fanno? – si chiede Zaia. Sinora hanno solo parlato, hanno deciso di chiamare Triton Mare Nostrum, si sono detti che il problema è europeo, mentre i Paesi Ue chiudevano le frontiere e l’Italia veniva giorno dopo giorno trascinata nel caos da una gestione renziana a dir poco dilettantistica di un problema planetario con importanti risvolti di salute pubblicaâ€.
“Sto con i sindaci che dicono no, un no ben motivato e lontano anni luce da motivazioni razziste – prosegue Zaia – capisco e condivido le preoccupazioni della gente; esorto gli amministratori locali a portarle sui tavoli delle Prefetture, perché i rappresentanti dello Stato sul territorio non si limitino a eseguire ordini mal dati e farraginosi, ma inviino a Roma la voce del popolo. Prima o poi qualcuno dovrà ascoltare, e quanto prima fareâ€.
“Renzi, se conta qualcosa anche quando non va a portare alla Merkel i compitini da sei meno meno, pesti i pugni e costringa Bruxelles ad aprire un vero tavolo europeo di solidarietà , dove ogni Stato membro si accolli l’accoglienza per quota parte. E’ al momento l’unica via d’uscita praticabile – dice Zaia. L’alternativa è la tensione sociale che, se non trova risposte, nessuno sa dove possa arrivareâ€.
“Ai cittadini veneti – conclude Zaia – dico che sul piano della salute pubblica possono stare tranquilli, perché non ci fidiamo di un’occhiata sulle navi, e abbiamo attivato un nostro protocollo di prevenzione e profilassi che tutte le Ullss stanno attuando, a garanzia di tutti. Non è poco, è il massimo che possiamo fare, oltre che condurre una battaglia di idee perché l’Italia e l’Europa si rendano conto del baratro verso il quale ci stanno portandoâ€. Â
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“Lo dico per tempo. Un euro in meno alla sanità veneta e questa volta scendiamo in piazza. Il tempo della tolleranza è finito da un pezzo. A buon intenditor…â€.
“Le uniche misure – stigmatizza Zaia - che lo Stato è in grado di mettere in campo con grande sollecitudine sono tagli e tasse. Il Veneto è sempre stato oculato nei propri bilanci e, nonostante fosse già tra le Regioni più virtuose, a fronte dei problemi dell’intero sistema Paese ha proceduto a ridurre ancora la sua spesa. Ora è oggettivamente impossibile fare di più; ulteriori tagli significherebbero mettere a rischio anche i servizi erogati dalla nostra sanità â€.
“Se il peggior nemico delle imprese – aggiunge il presidente veneto – è la pressione fiscale abnorme che ne minaccia la stessa sopravvivenza, il patto di stabilità e le politiche del governo stanno letteralmente annientando le autonomie locali. Non è più tollerabile che i territori che sostengono il 60% del Pil italiano non riescano ad uscire dalla peggiore crisi dal dopoguerra mentre le risorse che producono vengono gettate al vento per mantenere gli sprechi di altriâ€.
“E se nel nostro paese la realizzazione di un vero federalismo fiscale è diventata purtroppo un’utopia – conclude Zaia – per arrivare ad un riequilibrio della spesa il governo sa bene quello che deve fare nell’immediato: applicare quei costi standard che stiamo attendendo dal 2011. E’ chi rompe che deve pagare. Se l’imposizione di nuovi tagli dovesse veramente costringerci a toccare anche la nostra sanità , che finora siamo riusciti a salvaguardare, la misura sarebbe colma. Attenti, quindi, perché noi veneti siamo pronti alla mobilitazioneâ€.
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