Zaia contro Galan e campo mais Ogm distrutto
Martedi 10 Agosto 2010 alle 00:50 | 0 commenti
Luca Zaia, Regione Veneto - Ogm. Non confondere i fatti con l'inerzia che li ha determinati
"Da tempo molte fonti annunciavano che nei campi friulani c'era una coltivazione Ogm. E, dunque, che si stava consumando un reato. Ecco perché continua a sorprendermi il grande clamore attorno al cosiddetto principio di legalità ", esordisce Luca Zaia (in polemica col ministro dell'agricoltura Giancarlo Galan, n.d.r.).
"Si sta parlando di Ogm - continua il Governatore del Veneto -, e dobbiamo prendere atto che molte fonti, fra cui gli stessi che avevano provveduto alla semina, dichiaravano distrutti quei campi, seminati invece tuttora con mais transgenico. Illegalità su illegalità , dunque."
Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ritorna sulla questione del mais Ogm seminato in un campo di Vivaro (Pordenone), distrutto da alcuni manifestanti.
"Ricordo che la provincia di Pordenone si trova in Italia, e che la semina arbitraria del mais Ogm è illegale ovunque nel nostro Paese. Più volte, in queste settimane, avevo chiesto il ripristino della legalità alle autorità competenti, che avrebbero dovuto provvedere a distruggere quanto è vietato seminare. Oggi, al posto delle autorità , sono intervenuti alcuni ambientalisti che, con ogni probabilità , lo hanno fatto commettendo un atto discutibile. Ma sarebbe sbagliato confondere fatti e principi. L'esistenza di una semina illegale, che certamente avrebbe contaminato i campi vicini, andava condannata con fermezza. E, soprattutto, dovevano essere presi provvedimenti concreti a seguito della condanna, non lasciando tale responsabilità ad alcuni cittadini, i quali hanno compiuto un gesto criticabile la cui causa è però in capo alle istituzioni di uno Stato di diritto."
"In assenza di condanna e di atti conseguenti, si dovrebbe concludere che chi sapeva e non ha agito era correo in un evento certamente illegale. È comprensibile che quando un cittadino assiste a un reato voglia intervenire per impedirlo. Negarlo sarebbe come dire che non si dovrebbe muovere un dito mentre vediamo compiere una rapina in banca."
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