"=xché? Uguale perché?": successo per il secondo incontro dedicato alla disabilità
Martedi 17 Aprile 2012 alle 20:49 | 0 commenti
Venerdì 13 aprile al Circolo Operaio di Magrè a Schio, secondo incontro dedicato alla disabilità nell'ambito del ciclo "=xché? Uguale perché?".
Su "Lavoro e progetto di vita. Bilancio e prospettive dell'integrazione lavorativa nell'Alto Vicentino" si sono confrontati esperti e figure di rilievo del territorio, coordinati da Enzo Iodice, funzionario della provincia di Vicenza, andando ad analizzare la situazione esistente e portando idee e proposte per il futuro.
Storicamente l'Alto Vicentino si è distinto per le tante energie che, da ambiti diversi, sono state profuse nell'inserimento al lavoro delle persone con disabilità : associazioni, sindacato, volontariato hanno stimolato il tessuto sociale e produttivo, politica, istituzioni ed imprese hanno recepito e creato le condizioni per poter passare dall'ideologia alla prassi concreta. Dagli anni ‘80 in poi sono nate diverse cooperative sociali di inserimento lavorativo destinate sia a rispondere ai bisogni occupazionali sia a fungere da luoghi di formazione in vista di collocamenti esterni.
Nel 1986 è stato avviato il Servizio Integrazione Lavorativa dell'Azienda ULSS, uno dei primi in Italia, destinato a supportare le persone con disabilità intellettiva e mentale, a quel tempo escluse dai benefici della legge sul collocamento al lavoro. Un Gruppo Guida formato da istituzioni, forze imprenditoriali e sociali ne sosteneva l'attività con impegno concreto. Gli interventi integravano le azioni, prettamente amministrative, delle strutture del Ministero del Lavoro, ed in seguito della Provincia, a cui competeva per legge l'inserimento dei disabili.
Nonostante la positività dei risultati ottenuti, si è impiegato molto tempo per superare la fase sperimentale e rendere il supporto dei servizi un diritto per le persone con disabilità ; la Regione Veneto, difatti, solamente nel 2001, dopo l'emanazione della legge n. 68/1999 "Norme sul diritto al lavoro dei disabili", riconosce questo servizio con una norma istitutiva.
L'Alto Vicentino si è distinto ancora una volta nel 2005 creando, attraverso un protocollo d'intesa tra la Provincia e l'Azienda ULSS n.4, il Servizio Integrazione Lavorativa Area Svantaggio (SILAS), un servizio dove si integrano le competenze dei due enti e viene fornito, presso l'unica sede del Centro per l'Impiego di Schio, un intervento completo al cittadino con disabilità .
Giuseppe Mafrica, responsabile del Centro per l'Impiego di Schio, dice che questa esperienza unica, che definisce ironicamente una "anomalia" rispetto alle modalità organizzative di applicazione della legge 68/99 scelte dalle Province italiane, è poco conosciuta e valorizzata, quando invece meriterebbe di essere valutata per i risultati ottenuti nella qualità , oltre che nella quantità , del servizio offerto, e sostenuta.
Questa progettualità virtuosa si è scontrata però a partire dalla fine del 2007 con il subentrare della crisi economica; sono aumentate le persone iscritte alle liste della legge 68/99, che attualmente sono 540 nel territorio dei 32 Comuni del Centro per l'impiego di Schio e circa 2600 nell'intera provincia.
"Il lavoro - dice Antonio Saccardo, fondatore del Servizio Integrazione Lavorativa dell'Azienda ULSS n. 4 e ideatore del SILAS- ha prodotto dei risultati eccezionali nei confronti delle persone con disabilità , perché ha dato loro normalità , rendendole visibili socialmente. Adesso invece sono tornate ad essere invisibili come Garabombo, il personaggio di Manuel Scorza, e si parla di disabilità solo per la caccia ai presunti falsi invalidi. Intanto con la scusa della crisi non vengono utilizzati nemmeno i posti di lavoro disponibili."
Damiano Valente, attuale coordinatore del SILAS, conferma la difficoltà e dichiara che essa colpisce soprattutto alcune tipologie di disabilità , in particolare quelle intellettive e mentali. Difatti, dopo un arresto, le assunzioni sono riprese (nel 2011 sono state 82) ma riguardano principalmente persone con disabilità di natura fisica. Le richieste da parte delle aziende sono sempre più orientate a personale altamente specializzato e stanno scomparendo quelle attività di tipo manifatturiero che in passato hanno dato spazio a molte persone con disabilità intellettiva.
La difficoltà delle aziende è confermata da Adriano Sella, imprenditore locale che da anni collabora con il SILAS inserendo persone con disabilità . "L'importante- dice- è che non ci siano lavori di serie A e quelli di serie B, le persone devono percepire di svolgere lavori veri e di essere utili all'azienda. E' necessario avere un po' di capacità lavorativa all'inizio che poi pian piano cresce e si sviluppa, di esperienze positive ne abbiamo fatte molte. Purtroppo però è sempre più difficile mantenere qui il lavoro che va all'estero, l'azienda così si impoverisce, non si riesce a dare uno stato di vita decoroso a tutti".
Il SILAS segue annualmente, attraverso interventi di orientamento e progetti personalizzati, circa 800 persone con diverse forme di disabilità e di svantaggio sociale. Il servizio si sforza comunque di portare avanti percorsi inclusivi anche per quelle persone che restano fuori dai processi produttivi, utilizzando progetti di integrazione sociale in ambiente di lavoro (svincolati da obblighi e senza rapporto di lavoro), ma se per la maggior parte di chi ne usufruisce sono un mezzo per migliorare la qualità della vita, per qualcuno è anche l'unica opportunità che riesce a trovare.
Molto critico verso questa situazione è Luigi Manza, socio fondatore della Cooperativa Sociale Il Ponte e consigliere provinciale, che ricorda le battaglie fatte dalle associazioni e dal sindacato negli anni 70 per l'integrazione scolastica e lavorativa e trova inaccettabile la rassegnazione con cui si sta vivendo il momento attuale. Citando Don Luigi Ciotti, dice che è necessaria meno solidarietà intesa come cura caritatevole e più diritti, quelli presenti nella nostra Costituzione e ribaditi dalla Convenzione ONU per le persone con disabilità . Bisogna avere anche senso di realtà , riconoscere che le persone con disabilità non possono accedere a tutti i lavori e aiutare le aziende con incentivi economici. Anche questi difatti sono stati molto ridotti (lo stanziamento nazionale per il fondo per il diritto al lavoro nel 2011 è passato da 40 a 11 milioni di euro) e probabilmente non si usano tutti gli strumenti che la legge ha messo a disposizione, come ad es. il pagamento delle sanzioni per gli obblighi di assunzione non rispettati. Ma il problema più grande è socio-culturale, è ritrovare una spinta ideale e la condivisione di valori, anche all'interno del terzo settore che si è rivolto prioritariamente ai servizi alla persona e ha abbandonato il campo.
"E' necessario imparare a navigare controvento, come suggerisce il filosofo Remo Bodei- continua Antonio Saccardo- e farlo assieme, perché il problema non riguarda solo le persone con disabilità , ma riguarda ognuno di noi. Il lavoro sta perdendo per tutti quel valore fondamentale per la costruzione dell'identità , e questo fatto è inaccettabile in un luogo come il Veneto dove da sempre il lavoro dà senso alla vita. Per questo proprio da qui potrebbe partire un nuovo movimento di idee, capace di ritrovare una dimensione inclusiva per tutti, a patto che si ritorni a pensare tra persone diverse, superando la solitudine che sta uccidendo i lavoratori e persino gli imprenditori".
Un pubblico interessato anche se non troppo numeroso per l'importanza dell'evento (a conferma di quanto sia difficile uscire dalla dimensione individuale del problema) conferma con molti interventi la necessità di continuare ma anche di cercare nuove strade.
"Riapriamo il cantiere" è l'azzeccata conclusione di Enzo Iodice, condivisa da tutti i presenti.
L'ultimo appuntamento dedicato alla disabilità venerdì 18 maggio presso il Circolo Operaio di Magrè, via Cristoforo 69, Schio, alle ore 20, è con l'avvocato Salvatore Nocera, vice presidente FISH nazionale, che relazionerà su "Cosa è cambiato in Italia con la Legge n.104/92. Analisi degli aspetti positivi e delle difficoltà di attuazione della legge".
A 20 anni dall'emanazione della legge quadro sull'handicap è tempo di chiedersi cosa ha prodotto e cosa va migliorato. Interverrà anche Maria Rita Dal Molin, presidente del CSV Vicenza, sul contributo delle associazioni di volontariato a favore delle persone con disabilità .
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