Welcome gay, l'ironico saluto di Puschiavo al Vicenza pride
Giovedi 13 Giugno 2013 alle 23:36 | 0 commenti
Riceviamo da Piero Puschiavo, storico esponente locale di Progetto nazionale che si definisce "Vicentino", e pubblichiamo
Visto l'annunciata manifestazione denominata "Gay Pride", che si terrà a Vicenza il prossimo 15 giugno, risulta mortificante che, ad oggi, non si sia sentita una sola voce fuori dal coro, salvo poche e sparute eccezioni.
Dalle impressioni raccolte tra l'opinione pubblica e non, in particolare tra i commercianti del centro storico di Vicenza, sembra che questa colorata manifestazione passi nell'indifferenza generale.
A maggior ragione fa specie che nella città di Vicenza, definita per antonomasia la "sacrestia d'Italia", nessuna Associazione cattolica o alcuna voce ecclesiastica si sia indignata pubblicamente contro questo insensato e gratuito "orgoglio" omosessuale.
Al di là ed al di sopra di ogni discussione a priori sull'omosessualità avrei auspicato una maggior attenzione per proteggere la nostra gioventù, le famiglie coi loro bambini che passeggiano per il centro nel fine settimana, evitando di sottoporli gratuitamente ad uno spettacolo di degenerazione sessuale spacciato come "orgoglio" , se non come "valore".
Anziché promuovere la "famiglia naturale", oggi sempre più in difficoltà , si continua a sostenere una "causa" che non ha alcun bisogno di ulteriori "garanzie"; in nome di un "diritto" che a nessuno viene negato e condannato, purché rimanga all'interno dei contesti privati e rigorosamente riservati.
Unitamente a questo voglio ricordare che, a causa del codazzo al seguito di questa iniziativa, la città del Palladio, difficilmente potrà evitare di trasformarsi in una discarica a cielo aperto, così come è d'abitudine lasciare ogni piazza e strada in seguito ad iniziative di questo genere; le cui spese per il ripristino, l'ordine e la pulizia ricadono sull'intera collettività ...
Sono però convinto che saremo costretti ad assistere, tra giornalisti da strapazzo, ipocriti buonisti, intellettuali radical chic e gli immancabili rivoluzionari da bar, alla ricerca di risposte e forti contrapposizioni al Gay Pride di Vicenza, soprattutto tra le formazioni di "destra" o meglio, tra le sedicenti, di "estrema destra" che pare non abbiano deciso nessuna azione contrastante.
Mi auguro che questa volta si rifletta bene su quanto sta accadendo in Europa, non prestando il fianco ad una problema che avrebbe dovuto risolversi politicamente qualche anno fa, quando il Parlamento italiano, controllato da una stragrande maggioranza di "destra" che si è invece rivelata una mera accozzaglia di "yes men", pronti solamente ad ossequiarsi al Cavaliere, firmando alla cieca qualsiasi provvedimento senza chiedere nulla in cambio, forse perché l'obolo consisteva nella candidatura o, meglio ancora, in qualche lauto affare personale. A questo aggiungo che un grande Gay Pride si è tenuto pure a Roma nell'anno del Giubileo, e se in quel contesto i "cattolici" e Chiesa lo hanno permesso evidentemente rientra nell'evoluzione spirituale cristiana. Emancipata o decedente, lascio libera scelta ai lettori.
Ora qualcuno magari si chiederà del perché, quei ragazzotti vestiti di nero, non si opporranno al corteo delle "checche", facendo esaltare la sinistra vicentina per aver incassato un'ulteriore "vittoria" a Vicenza, scatenando così la "destra" extravicentina con accuse di pavidità e mancanza di "attributi".
Esporsi a denunce e persecuzioni giudiziarie, che poi "chi le prende se le gratta" salvo l'aiuto di rarissimi avvocati, per scagliarsi contro questa "specie protetta", soprattutto dalle istituzioni, dando magari modo di inasprire ulteriormente le già vigenti leggi liberticide, non deve essere un primario interesse.
L'ultima tornata elettorale a Vicenza ci fa capire che, nonostante l'altissima sciocca astensione unitamente all'altrettanto sciocca mancanza di volontà nel cercare un coordinamento tra le varie anime "destre" che avrebbe dato almeno la possibilità di una rappresentanza "d'area" in Consiglio Comunale, la città di Vicenza non soffre di una politica che sta per trasformare la città del Palladio in una Sodoma e Gomorra, composta appunto da "sodomiti" e da un coacervo di stranieri senza arte né parte, come africani, indiani, cinesi, Rom ... che infestano i maggiori quartieri della città , alzando il tasso di insicurezza e di criminalità a livelli mai giunti prima.
Purtroppo l'estremo gesto di Dominique Venner, suicidatosi sull'altare della Cattedrale di Notre Dame a Parigi, che avrebbe dovuto scuotere le coscienze, sembra abbia invece scosso, solamente per qualche giorno, lo spazio all'interno dei social forum, dove molti "rivoluzionari" in pantofole si ritrovano a sentenziare sul declino dell'umanità ...
Omosessuali, avanti prego, la città di Vicenza vi da il benvenuto!
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