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Vorrei raccontare a mia nonna una società vicina ad Israele, la lettera di Edith Besozzi

Di Citizen Writers Martedi 26 Agosto 2014 alle 17:27 | 0 commenti

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Riceviamo una testimonianza che pubblichiamo come fatto con tutte le altre provenienti dal nostro territorio e che è firmata da Ariel Shmona Edith Besozzi, una donna di religione ebraica che si definisce "adottiva" di una località nel vicentino che ci ha chiesto di non rivelare per comprensibili motivi, figliastri di questa disumana guerra tra "uomini" che non vede la fine.

Ogni volta che vado a trovare mia nonna la cosa che mi colpisce è la sua bellezza. Ha 90 anni, non ha mai nascosto i segni del tempo, ha avuto una vita intensa, non particolarmente dura ma impegnativa. Ha cresciuto 5 figli, ha lavorato 40 anni è stata sposata due volte e per due volte ha dovuto affrontare la perdita, la solitudine.

Da che mi ricordo non l'ho ma vista struccata o spettinata, non l'ho mai vista con un abito che non fosse stirato, neppure quando sta male, quando il dolore acuto della sua malattia le dipinge il viso, appare minimamente trascurata. Ho sempre pensato che fosse straordinaria, per me irraggiungibile nella sua eleganza naturale.

Tutti gli amici che l'hanno conosciuta o la incontrano per la prima volta rimangono colpiti da questa bellezza che si traduce in una vitalità ed una freschezza di pensiero che spesso fanno invidia anche a noi nipoti, per non parlare dei figli e delle figlie.

Non ha mai mancato di guardare alle cose con libertà e chiarezza, non si è mai nascosta eppure adesso mi rendo conto che non posso dirle di quello che sta accadendo, devo preservare la sua serenità, e quello che fortunatamente le sfugge perché non riesce più a leggere tanto come faceva prima, cerco di non dirglielo.

Per esempio non posso dirle che i figli ed i nipoti di quelli che hanno compiuto la Shoah o che hanno lasciato che accadesse, oggi si sono organizzati attorno ad uno scritto terrificante (esattamente come
fecero allora con il manifesto della razza) con un titolo inquietante "una Norimberga per Israele". Vale la pena di ricordare che venne scelta questa località per processare i nazisti dopo la fine della seconda guerra mondiale perché a Norimberga vennero promulgate le leggi razziali dal regime nazista. Venne legittimato lo sterminio del popolo ebraico. È evidente quindi quanto sia insultante e spregevole quanto viene affermato da questi nuovi "scienziati" della razza.
Questi, che spesso si definiscono come rappresentanti della "società civile", anche se tutto ciò che scrivono risulta essere tutt'altro che civile. Si fingono interessati alle sorti dei palestinesi, che il più delle volte non conoscono e della cui morte, quando avviene ad esempio in Siria o in Libano, non interessa nulla. Con una sfacciataggine, purtroppo non nuova, pretendono di dire qual'è l'ebreo che può vivere, per il momento, (quello che mostra di pensarla come loro, quello che chiede sempre scusa anche per ciò che non ha mai né detto né fatto) e quello che è colpevole di ogni male del mondo (quello che chiede di poter vivere in pace nello Stato d'Israele, quello che afferma il diritto all'esistenza dello Stato
d'Israele) il sionista.

La Shoah, lo sanno tutti, uccise 6 milioni di ebrei, ciò che non molte persone sanno è che tutta la macchina messa in piedi in tutta Europa per legittimare lo sterminio degli ebrei nel suo costruirsi e definirsi, attraverso le più turpi ed indicibili bugie, ha causato anche, attraverso il diffondersi di delazioni e di denunce, il nascondersi di molti, soprattutto bambini. Quegli stessi bambini che sopravvissero solo perché seppero tenere il segreto ("non dire a nessuno che sei ebreo!") spesso non furono più in grado di essere ebrei. Quindi la Shoah non fu solo fisica ma anche culturale, perché tentò di estirpare dall'umanità la cultura e la storia ebraica.

Per molti di questi, per i loro figli e per i nipoti non ci furono Shabbat, non ci fu la possibilità di chiedere "In che cosa questa sera è diversa da tutte le altre?" a Pesach e di ricevere in dono la storia della liberazione della schiavitù egiziana da parte del nostro popolo, quella stessa che nel corso dei secoli ci ha permesso di restare liberi, nonostante le persecuzioni, le conversioni forzate, quella stessa che ci fa dire ogni anno Hashanà haba'a b'Yrushalayim, ovvero "L'anno prossimo a Gerusalemme!" sempre accompagnata dalla nostalgia, dal desiderio, dalla volontà di tornare...

Probabilmente sono milioni quelli cui è stata rubata l'identità, l'uccisione del nostro popolo è avvenuta anche in questo modo. Sono grata a tutte quelle persone che hanno nascosto e protetto alcuni ebrei permettendo loro di salvarsi la vita, molte di queste persone hanno anche aiutato i sopravvissuti a ritrovare le proprie famiglie, molti hanno cercato in qualche modo di restituire l'identità raccontando loro la vicenda che li aveva portati a rifugiarsi ma purtroppo la paura, una volta imparata resta dentro ed è più facile sopravvivere senza dire piuttosto che ricordare.

La paura è rimasta dentro per molti anni, anche i sopravvissuti ai campi di sterminio non sono riusciti a raccontare, i figli di quella generazione hanno dentro l'anima il dolore, l'assenza di quanti sono morti, il segno visibile che porta al silenzio, soltanto con i nipoti, in alcuni casi, hanno cominciato a parlare ed è stato questo che ha permesso, il rimarginarsi della ferita, la creazione degli anticorpi all'odio antiebraico. la ricostruzione degli esseri umani.

Quelli che oggi compongono e firmano quell'atroce documento sovvertendo il significato delle parole, usando la dolorosissima storia della Shoah come se non fosse quello che è stato, come se fosse colpa nostra, sovverte completamente l'ordine simbolico e non solo diffonde bugie ma violenta ancora una volta il nostro popolo, soprattutto i sopravvissuti, i loro figli, i nipoti. Attraverso questa nuova feroce

violenza cercano ancora una volta di legittimare il loro odio nei confronti degli ebrei. Sono convinta l'odio nei confronti del popolo al quale appartengo non sia un problema nostro, ritengo che sia, come
qualsiasi forma di violenza gratuita ed ingiustificabile, problema di chi la commette e ne fa addirittura la propria ragion d'essere.

Non posso passare la vita a guardare le storie di ogni singolo firmatario ma per alcuni è evidente che senza l'odio nei confronti d'Israele si sgonfierebbero come bamboline ad aria improvvisamente forate.

Quello che però è importante dire, soprattutto alle persone che sono eredi di quelli che a costo della propria vita hanno salvato gli ebrei, alle persone che hanno la libertà mentale di non farsi condizionare
da un pregiudizio ma che fanno della conoscenza e dell'onestà il proprio centro, e sono ancora molte, a queste persone dico che i firmatari di quel terribile documento sono professori universitari, sono medici, impiegati, disoccupati... Mi chiedo e vi chiedo

Se una persona avesse bisogno di un farmaco creato in Israele per sopravvivere e si trovasse nelle mani di uno di questi medici che, per il suo odio, negasse al proprio paziente l'accesso a quel farmaco? Se uno degli insegnanti firmatari di quell'appello, facendo leva sulla giovinezza di un allievo instillasse il seme dell'odio che giustifica il terrorismo islamista? Se un disoccupato si trovasse ad aderire talmente profondamente a questo odio da essere in grado di passare dal bruciare una bandiera al cercare di fare esplodere una sinagoga? Se un politico per il suo odio contro Israele permettesse con il suo voto di far passare una legge contro chi è di religione ebraica?

I firmatari di quell'appello odiano Israele ma anche tutti i valori della nostra civiltà, e qualunque altro governo che si "macchiasse del delitto" di scegliere di sostenere chi combatte contro il terrorismo piuttosto che i terroristi, odiano la Chiesa perché  dialoga con gli ebrei, odiano le aziende perché potrebbero produrre in virtù di una commessa israeliana. I firmatari di quel documento non amano i
palestinesi, usano i palestinesi per giustificare il desideri di distruzione che alberga in loro. Usano i palestinesi per sostenere il terrorismo islamista, per sostenere la distruzione delle democrazie.
I firmatari odiano se stessi, sono profondamente frustrati perché vorrebbero una società nella quale non è possibile essere chi si è... anzi probabilmente vorrebbero una società in cui decidono loro come bisogna essere.

Quello che vorrei poter raccontare a mia nonna è che la società civile di questo paese sceglie la vita, sostenendo Israele ed isolando gli antisemiti che hanno firmato l'atroce appello, e non la morte, la
violenza la menzogna di quanti vivono in ragione del proprio odio.

Vorrei raccontare a mia nonna come tante persone, pacatamente, personalmente, senza fare proclami, boicottaggi e contro-boicottaggi, si sentissero di andare da ognuno dei firmatari, avendo magari la
sventura di conoscerne qualcuno personalmente, e lo/la invitasse a smettere di incitare all'odio, alla violenza, a nuove "soluzioni finali", che la smettesse di disconoscere la tradizione e la cultura occidentale. Vorrei che molte persone dicessero loro "noi vogliamo sostenere Israele perché è uno stato democratico, in cui chiunque può professare la propria religione, in cui le donne hanno gli stessi diritti degli uomini, e nessuno viene discriminato perché è gay, in cui le persone lavorano per migliorare le condizioni di vita, in cui si cercano modi per salvare vite non per distruggere vite."

Che molti e molte, pacatamente facessero tacere gli odiatori urlanti.


Pacatamente ma fermamente come sanno fare la brave persone, quelle che non si voltano dall'altra parte!

 

Ariel Shmona Edith Besozzi

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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