Vittime della tratta, dal progetto N.A.Ve un aiuto concreto per cambiare vita
Mercoledi 6 Settembre 2017 alle 19:48 | 0 commenti
17 le persone "liberate" a Vicenza nell'ultimo anno. Sempre attivo il numero verde 800.290.290
Affrancarsi da una situazione di sfruttamento è una scelta difficilissima. Per sostenere le persone in questo cammino di libertà è fondamentale una rete di sostegno formata da servizi sociali, socio-sanitari, forze dell'ordine, soggetti pubblici e privati che possano offrire alle vittime di sfruttamento una nuova vita fuori dalla schiavitù del terzo millennio. Questo l'obiettivo del progetto N.A.Ve (acronimo di Network anti-tratta Veneto) che volge in questo periodo alla conclusione della prima edizione e si prepara a proseguire con la seconda iniziativa regionale a cui il Comune di Vicenza aderisce con personale dedicato.
Il progetto contro lo sfruttamento sessuale, lavorativo e minorile ha visto a Vicenza risultati importanti soprattutto nell'emersione nel primo fenomeno, presentati questa mattina dall'assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala insieme a Roberta Amore, referente per Vicenza dell'unità di crisi e valutazione del progetto.
Da settembre dell'anno scorso a giugno di quest'anno, infatti, sono state 178 tra Vicenza e Comuni limitrofi le persone contattate mentre si prostituiscono in strada. Per 48 di queste è emerso in modo chiaro che si tratta di possibili vittime di tratta perché reclutate nel Paese d'origine, arrivate in Europa con un viaggio gestito da un'organizzazione criminale, oppresse da un debito da pagare a tale organizzazione. Si tratta, in gran parte, di giovani nigeriane di età compresa tra i 17 e i 20 anni. In misura minore ci sono anche ragazze dell'est Europa. 17 di loro hanno accettato, non senza paure e difficoltà , di entrare in programmi di protezione sociale che, attraverso l'ospitalità in strutture protette, la partecipazione a progetti di integrazione linguistica e a tirocini formativi, le condurranno ad una nuova vita.
"Il Comune di Vicenza ha all'attivo una lunga esperienza nel tema del contrasto alla tratta e al grave sfruttamento, affiancando in particolare con l'unità di strada gestita dalle associazioni e dalle cooperative che hanno una grande competenza sul tema e sulle situazioni più a rischio - afferma l'assessore Sala - Il progetto N.A.Ve ci ha consentito di avere operatori specializzati dedicati e soprattutto una rete sempre più coordinata che sta comprendendo progressivamente tutti coloro che possono contrastare questi fenomeni: le forze dell'ordine, i servizi socio-sanitari e insieme associazioni di categoria, sindacati e tutti coloro che possono dare un futuro diverso alle persone che, nel nostro secolo e nel nostro territorio, sono ancora vittime di uno sfruttamento infame e indegno di essere umani nei confronti di altri uomini e soprattutto donne. Non sono ancora emerse ufficialmente situazioni di sfruttamento lavorativo o di altro genere ma sappiamo che anche il nostro territorio, seppur in misura diversa da altri, ne è interessato. Questo progetto che, partendo dallo Stato, coinvolge la Regione e tutti gli altri soggetti istituzionali e non, è fondamentale per conoscere il fenomeno e per avere mezzi, anche economici, di contrasto".
"La tratta è un crimine transnazionale. Il fenomeno della prostituzione su strada, che gli è spesso collegato, sta molto cambiando in questi anni - aggiunge Roberta Amore -, le ragazze oggi sono in grande maggioranza di origine africana e sono più fragili rispetto al passato. E' difficile contattarle da sole, è difficile che si aprano, perché sono molto spaventate e controllate. Il nostro lavoro con l'unità di strada è affiancarle nei bisogni sanitari, fare loro capire che siamo al loro fianco per ogni necessità . Per chi abbia la forza di uscire dallo sfruttamento c'è una rete di accoglienza che, nella fase dell'integrazione sociale, prevede percorsi di uscita".
Il Dipartimento Pari Opportunità , all'interno del Piano Nazionale Antitratta, ha finanziato la prima edizione del progetto N.A.Ve in Veneto con 1.3 milioni di euro, a cui si sono aggiunte le risorse stanziate dalla Regione (140mila euro) e la compartecipazione dei Comuni e di altri soggetti per 15 mesi di attività .
La seconda edizione, per altrettanti mesi, godrà da novembre di finanziamenti statali per 1.6 milioni e dell'ampliamento della rete dei partner pubblici e del privato sociale della Regione.
A differenza del primo, il secondo progetto avrà un focus dedicato ai minori vittime di tratta, situazione che mostra una crescita preoccupante con una progressiva diminuzione dell'età media delle persone sfruttate.
Nei primi dieci mesi di attività (da settembre 2016 a giugno 2017) gli operatori del network veneto, di cui è capofila Venezia, hanno contattato 1942 persone, avviato a percorsi di orientamento 342 potenziali vittime, inserito in percorsi di protezione sociale 63 adulti (in prevalenza donne straniere, oltre la metà sono nigeriane) e 23 minori. L'attività di N.A.Ve, che si avvale anche del numero verde anti-tratta gestito dal Comune di Venezia, ha consentito inoltre alle forze dell'ordine di avviare 27 procedimenti penali contro le reti illegali e il traffico di persone, di cui 7 gestiti direttamente dalla Direzione distrettuale antimafia.
La partecipazione di Procura della Repubblica di Venezia, Prefettura di Venezia, Legione Carabinieri Veneto, tutte le Questure del Veneto, Direzione interregionale del lavoro, sindacati, ULSS, le Università di Padova e Verona e organizzazioni del mondo del lavoro ha fatto assumere al progetto il carattere di lavoro multi-agenzia che rende possibile la conoscenza e la presa in carico completa delle situazioni.
Fondamentale strumento del progetto è il numero verde nazionale in aiuto alle vittime di tratta, che opera h 24 e che risponde al 800.290.290.
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