Opinioni | Quotidiano | Categorie: Politica, VicenzaPiù, Informazione, Dal settimanale

Vitalizi istituzionali e pensioni a 70 anni

Di Paolo Mele senior Domenica 10 Luglio 2011 alle 16:41 | 0 commenti

ArticleImage

Da VicenzaPiù e Ovest-Alto Vicentino n. 217 in distribuzione.

Tempi belli di una volta, quando per andare in pensione bastavano 15 anni, sei mesi e un giorno. Ma c'è chi l'ha ottenuta dopo appena nove anni di lavoro o addirittura tre, come l'ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che per soli 36 mesi di servizio in magistratura percepisce mensilmente un assegno di circa tremila euro, oltre chiaramente vitalizio ed accessori istituzionali.

Senza dimenticare che una volta non vi erano particolari limiti d'età e si poteva diventare pensionati anche a meno di quarant'anni, come ha fatto la signora Bossi, che alla "veneranda" età di 39 anni ha cominciato ad attingere dalle casse di "Roma ladrona" un emolumento di circa duemila euro, messosi in tasca il quale, corre al fianco del senatùr e del "trota" ad inneggiare alla secessione. "Tempi belli", dunque, per modo di dire, poiché anche in ragione di tanti e tali impari concessioni ed esagerati sperperi, ci toccherà in futuro lavorare fino a 70 anni! Ma anche una volta maturato l'agognato diritto, bene che vada ci si deve accontentare di un assegno il più delle volte inadeguato ai crescenti costi e alle esigenze sociali, tra l'altro , come vuole la recente riforma, non suscettibile di sostanziale rivalutazione. Una riforma che pur riguardando in linea teorica tutti i lavoratori, esclude di fatto proprio i suoi promotori, i signori della politica, che se da un lato non possono essere considerati dei semplici lavoratori, per altro non si comprende che lavoro effettivamente facciano per meritare i vantaggi economici e fiscali di cui godono. Una storia che, purtroppo, va avanti da troppo tempo. Ricordate il signor Giuliano Amato, quello che nel 1992 stravolse il nostro sistema pensionistico innalzando l'età pensionabile a 65 anni per gli uomini e a 60 per le donne, e mandando così in frantumi legittime aspettative e i diritti già maturati di milioni di poveri lavoratori? Ebbene, forse non tutti sanno che il prode Giuliano, appena qualche mese prima di intraprendere la sua "nobile crociata" contro gli sperperi del Belpaese, si era garantito, proprio in forza della legge che andava a modificare, un copioso assegno di quiescenza di qualche dozzina di migliaia di €uro. Un beneficio che per trasporto sociale ebbe ad estendere anche alla sua segretaria personale, Olga. In Italia c'è chi percepisce pensioni da favola per aver fatto un solo giorno in Parlamento e chi ne cumula due, tre e più, oltre il vitalizio istituzionale. Costi che, diversamente da quanto preannunciato, non sono stati tagliati dalla recente manovra, mentre all'unanimità si sarebbero accordati per rimandare alle calende greche il legittimo riconoscimento delle nostre pensioni. Pensate solo che un commesso di Palazzo può permettersi di andare in pensione ad appena 52 anni, con 8mila €uro netti al mese, mentre la maggior parte dei lavoratori salariati, dopo 40 anni di contributi e non meno di 60 anni di età, percepisce una pensione media non superiore ai 1. 000 -1.500 €uro. Tra l'altro con TFR rateizzato e convertito in vacillanti "BOND" pubblici. Una logica della ripresa e di astratta teoria del benessere sociale, sostenuta dagli eredi dell'inamovibile imprenditoria italiota, dove ora il blasonato Luca Cordero di Montezemolo si appresta al poggio dell'abdicante Silvio per portare a termine l'opera di fusione tra capitale e poteri dello Stato. Un impegno che assume il significato di una parola d'ordine, rimpallata dalle torri di guardia della Confindustria, non esclusa quella berica, che tuona: "la Politica siamo noi". Non a caso, dunque, durante un recente meeting alla corte della Marcegaglia, i rampolli dell'industria nostrana, hanno lanciato la proposta di elevare la pensione addirittura a 70 anni. Un proposito di sfruttamento e schiavizzazione anagrafica di fronte al quale sarebbe il momento che i lavoratori riprendessero reale coscienza della propria condizione di classe e ritrovassero il senso di una comune lotta.

Leggi tutti gli articoli su: Pensioni, VicenzaPiù n. 217, Vitalizi

Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network