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Vicenza Calcio bad company? Vifin bonifica. Come Finvi?

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 15 Aprile 2015 alle 23:15 | 0 commenti

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La Vi. Fin. Spa, la società che sarebbe stata fondata da un gruppo di imprenditori vicentini per dare in cambio di poche azioni una mano concreta, cioè un bel pacco di soldi, ai colori biancorossi, come ha scritto oggi il GdV, è colma di stranezze più ancora che di risorse economiche. Infatti ha tra i suoi amministratori proprio Dario Cassingena, attuale a.d. del Vicenza, e tra i soci anche Gian Luigi Polato attuale consigliere del Vicenza, e Antonio Mandato, pure lui consigliere biancorosso.

Ieri la Vi. Fin. Spa ha trasferito e si è impegnata a trasferire moneta sonante a Finalfa, la finanziaria che detiene oltre il 90 per cento delle quote del Vicenza e che è presieduta da Sergio Cassingena, che da buon padre, da sempre lavora per il futuro di Dario. Se, come sostiene felice la collega del GdV, «la speranza è che da qui possa nascere un'aggregazione più ampia di imprenditori vicentini, capace di arrivare all'acquisizione della maggioranza delle quote del Vicenza» a noi pare, vista da un lato l'elargizione da sospetti buoni samaritani e dall'altro la presenza nel ponte di comando e tra o soci di colonne della vecchia proprietà, che di certo non avranno versato loro soldi tramite Vi.Fin., cosa che avrebbero potuto fare direttamente al vecchio club, senza dover entrare nella nuova compagne.

A meno che... A meno che da una parte, quella vecchia, non rimanga, Alitalia docet, la classica bad company, con i suoi debiti erariali e non solo magari da ricontrattare, e dall'altra fiorisca la nuova società in cui sembrerebbero essersi già imbarcati i rappresentanti e i garanti di chi quei debiti li ha generati.

A pensare sempre male si fa peccato,  ma spesso ci si azzecca...

Tanto più che parrebbe diminutivo definire solo strani gli evidenti anche se apparentemente ingenui incroci societari. E che gli ideatori e fondatori della "good company" Vifin non sono stati molto fantasiosi, e beneauguranti, nel chiamarla così solo invertendo la denominazione della Finvi, la finanziaria berlusconiana che coprì col cemento, senza, dicono, bonificarli, i liquami dei terreni ex Cotorossi su cui e intorno ai quali ora sorgono il tribunale e Borgo Berga.

Finvi e Vifin: stesse lettere dell'alfabeto, ma speriamo che non coprano le solite magagne alla vicentina.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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