Vicenza sott'acqua
Giovedi 18 Novembre 2010 alle 23:55 | 0 commenti
Acqua BeneComune - La coscienza che esistano beni comuni da difendere ha fatto sentire la sua presenza a Vicenza e in provincia durante la recente emergenza. Vicenza è sorta grazie all'acqua, al punto di confluenza tra il fiume Bacchiglione ed il fiume Retrone, in un'epoca in cui l'uomo riconosceva l'importanza dell'acqua come bene primario non solo per la vita ma anche per il valore dei fiumi come vie di comunicazione, di commercio. Da tale consapevolezza nasceva il rispetto per l'acqua e le sue vie.
Oggi un'umanità più incline a riconoscere principalmente il valore del denaro e dei mezzi per procurarselo, trascurando o mercificando i beni naturali, trova rimedio alle conseguenze catastrofiche del proprio comportamento solo approfondendo la conoscenza del proprio territorio per poterlo rispettare, definendo regole che consentano la vita economica e sociale in armonia con la natura.
Solo nel 2004, con l'entrata in vigore della LR 11, in Veneto si è avviato un lungo percorso di adeguamento della pianificazione urbanistica alle caratteristiche naturali del territorio, prime tra tutte le caratteristiche (invarianti) geologiche ed idrogeologiche (cfr. Art.13 c. b). Purtroppo il Veneto risente di decenni di mancata pianificazione. L'espansione degli insediamenti residenziali ed industriali, nonché delle infrastrutture (ad es. strade), si è realizzata in base a piani regolatori i cui dimensionamenti (definizione delle superfici e dei volumi da edificare) prevedeva spesso crescite demografiche fantasiose. Se gli "abitanti teorici" dei nostri PRG fossero divenuti abitanti reali, non dovremmo certo lamentarci dei tanti anni di "crescita zero".
Il problema dell'alluvione non è quella dell'abusivismo edilizio ma piuttosto di un'impermeabilizzazione del suolo avvenuta con tutti i crismi della legalità in base ad una legislazione urbanistica mai pienamente attuata (LR 61/85).
Tale impermeabilizzazione avrebbe potuto essere, almeno in parte, compensata dalla realizzazione, sempre prospettata ma mai compiuta, di casse di espansione, opere di ampliamento degli alvei fluviali che consentono una maggiore infiltrazione nel sottosuolo. Tali opere, da realizzare in alta pianura, dove i terreni ghiaiosi mettono in comunicazione i fiumi con la sottostante falda freatica, hanno anche il merito di alimentare quest'ultima e possono costituire, se ben concepite, oasi naturalistiche per gli uccelli acquatici stanziali e \di passo.
È quindi auspicabile, per il futuro, una politica del territorio che arresti la propagazione degli insediamenti, magari promuovendo la demolizione e ricostruzione degli edifici di scarso o nullo valore storico e architettonico, e intervenga in favore dell'infiltrazione delle acque fluviali nel sottosuolo.
Quali che siano gli interventi che le autorità responsabili decideranno di mettere in atto per rimediare e creare le condizioni perché tale disastro non possa mai più ripetersi, non possono prescindere nella loro azione da due concetti fondamentali: che esistono beni comuni da non cedere alla logica del profitto privato e che questi vanno difesi con il contributo partecipativo delle comunità locali e dei cittadini tutti.
Dr. Geol. Marco Manferrari
Coordinamento Acqua Bene Comune Vicenza
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