Vicenza sogna Napoli
Mercoledi 10 Luglio 2013 alle 00:31 | 0 commenti
Mentre, salvo incredibili miracoli, si avvicina l'incubo del fallimento per un Vicenza Calcio sommerso da debiti che nessuno della vecchia proprietà pare voglia o possa garantire con chiunque avesse l'idea, vera o finta, di comprarlo, il sogno migliore che i tifosi biancorossi possono fare oggi è che per la nobile provinciale si ripeta quello che è successo agli "odiati" napoletani.
«Nel 2004 Aurelio De Laurentiis è diventato presidente del "Napoli Soccer", che è subentrato alla SSC Napoli dopo il fallimento di quest'ultima e la conseguente retrocessione in Serie C1. Nel 2006, dopo la promozione in Serie B, la società calcistica partenopea ha riacquistato la vecchia denominazione di SSC Napoli ed il 10 giugno 2007 ha conquistato la promozione in Serie A dopo sei anni dall'ultima apparizione nel massimo campionato...», così si legge sulla "ripartenza" del Napoli degli Zoff e dei Maradona, dopo il fallimento a cui ora sembrerebbe destinato il Vicenza Calcio dei Baggio e dei Rossi.
Se le piste kosovare sono state l'ennesimo tragico bluff, in cui è increbile siano cascati uomini, mamager e imprenditori d'esperienza come Cassingena, Preto e Cunico, il cavaliere bianco, ammesso che ne esista uno, sembra senza cavallo.
Perché se la Banca Popolare di Vicenza, viene fatto filtrare dai piani alti di via Btg. Framarin, «mai si intrometterebbe nelle decisioni di una società tecnicamente ancora in bonis, lasciando all'attuale proprietà ogni azione di sua competenza», sono sicuramente fasulle anche le voci fatte circolare su alcuni media su alcuni nomi storicamente interessati al calcio vicentino e biancorosso in particolare.
Uno di loro da noi contattato, ma che vuole rimanere in incognito anche «perché ogni mio interessamento è inventato di sana pianta», fa con noi questa semplice osservazione per smentire con la logica possibili interessamenti a rilevare il club: «se io entrassi nella società oggi per prima cosa chiederei una fidejussione per i 4,5 milioni di euro da pagare all'erario ma, se l'attuale proprietà fosse in grado di fornirla e volesse realmente farlo, non si capirebbero le riluttanze a farne una da 600.000 euro per iscriversi alla Prima Divisione e a onorare gli stipendi ai calciatori e ai tesserati per le spettanze fino ad aprile. E poi che futuro avrebbe una società così indebitata e con contratti pesanti da onorare con i suoi giocatori quando con un costo di gran lunga minore e, soprattutto, senza i fardelli del passato si potrebbe affrontare un campionato di serie D puntando alla promozione per poi, magari già dal prossimo anno, rilevare dall'eventuale fallimento il nome e il marchio del glorioso Lane?».
Come appunto fece De Laurentiis con Napoli, per ripartire da zero, e non da sottozero, e costruire un futuro solido.
Un sogno? No, una strada molto più realistica e, soprattutto, infinitamente più chiara dei bui tunnel in fondo ai quali non si vede né chi sia l'attuale proprietario né chi potrebbe essere un compratore vero e non "fiduciario".
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