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Vicenza senza saggi, VicenzaPiù n. 198

Di Enrico Soli (caporedattore) Martedi 5 Ottobre 2010 alle 00:32 | 0 commenti

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Pubblicato su VicenzaPiù n. 198 del 24 settembre 

Ricordate il comitato degli esperti, soprannominato dei "cinque saggi", che tra il 2006 e il 2007 tanto fece penare quella frangia dei "no base" che confidava in un referendum? Bene, al momento i nuovi candidati non arrivano a cinque. Mancano ormai pochi giorni alla scadenza per la presentazione delle domande, ma le candidature tardano ancora una volta ad arrivare.

Ancora un volta, sì, perché il termine era già stato prorogato dalla fine di agosto al 30 di settembre proprio per carenza di adesioni. Un altro mese a disposizione è servito a ben poco e non dimentichiamo che, oltre ai cinque membri effettivi, il consiglio comunale dovrebbe eleggere anche cinque supplenti. I volti nuovi dovrebbero ricevere l'imprimatur del centro-sinistra (o, per meglio dire, della maggioranza raccolta intorno a Variati) dopo il decennio del centro-destra.
Il comitato degli esperti è infatti un organo straordinario di nomina politica, competente ad esprimere il giudizio di ammissibilità di istanze referendarie comunali (con potere consultivo, non abrogativo), e contro il quale il Comune non può fare ricorso. Ai candidati ovviamente sono richieste esperienza in materia giuridico-amministrativa e una domanda corredata da curriculum vitae da presentare alla segreteria generale del Comune di Vicenza.
Cinque esperti story.
Difficilmente il nuovo comitato dei cinque "saggi" potrà vivere un momento di visibilità paragonabile a quello vissuto da questo organo grazie alla vicenda Dal Molin. Erano ancora i tempi della giunta Hűllweck e il Coordinamento contro il Dal Molin guidato da Giancarlo Albera cozzò a lungo contro le lungaggini legali dei cinque esperti capitanati allora dall'avvocato Silvano Ciscato. Nell'occasione si scatenò anche un identikit dei singoli componenti della cinquina che portò i ricorrenti "anti-base Usa" a ricusare l'avvocato Antonio Ferretto per presunta faziosità. "Troppo vicino all'amministrazione Hűllweck, della quale è stato consulente, per poter essere imparziale" l'osservazione mossa da Albera e compagni. Vero che era stato consulente in materia urbanistica, ma a quanto pare ciò non bastava a renderlo né incompatibile con la carica né tantomeno ricusabile (di ricusazione si può parlare ad esempio nei casi di "nota inimicizia"). Ciscato invitò il primo cittadino a decidere la sorte di Ferretto. "Per me non c'è alcuna incompatibilità - disse l'allora sindaco - ma la decisione spetta ad un giudice ordinario". E così ripassò palla a Ciscato. Quest'ultimo, riferendosi alla proposta referendaria sul Dal Molin, spiegò che si trattava di un caso che avrebbe fatto scuola. In pratica i saggi- volenti o no- avevano rubato la scena al referendum. Lo spettro di allungare i tempi convinse il gruppo di Albera a lasciar perdere i sospetti su Ferretto per andare avanti. L'avvocato tornò al suo posto tra i magnifici cinque, poco gradito ai "no base" per aver negato in precedenza addirittura la procedibilità del quesito referendario. Era il mese di gennaio del 2007 e il tempo previsto per la discussione del tema, cioè l'ammissibilità o meno del referendum, era andato bruciato tra riunioni interlocutorie, quesiti riformulati, presunte valenze abrogative e il "caso- Ferretto". In quei primi giorni dell'anno però si diceva che persino l'allora ministro Arturo Parisi attendesse un "sì" o un "no" dei saggi vicentini sul quesito presentato da Albera. Balle ministeriali visto che Prodi si sarebbe espresso sul caso Dal Molin pochi giorni dopo, per l'esattezza il 16 gennaio, da Bucarest. Quando i saggi si ritrovarono al tavolo con Albera, i giochi erano già stati fatti e il quesito fu giudicato inammissibile. La sigla "opera di difesa nazionale" diventò un leit motiv. Ma il leader del Coordinamento non mollò e tornò alla carica a maggio con un altro quesito, stavolta sottoscritto dal comitato "Più Democrazia". Si ripartì a giugno, mese in cui l'ex sindaco di Venezia Paolo Costa esordì a Vicenza in veste di commissario governativo per la risoluzione della vicenda Dal Molin. A settembre la decisione definitiva dei cinque saggi: referendum cassato.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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