Buone notizie, almeno a leggere il Sole 24 ore e di rimando il Giornale di Vicenza: la città del Palladio sale nella classifica stilata dal quotidiano della Confindustria che ogni anno fotografa lo stato economico e sociale delle province italiane. Vicenza si piazza al 13esimo posto, in Veneto fanno meglio solo Verona (quarta) e Venezia (sesta). Dopo il crac della Banca Popolare di Vicenza un risultato quasi inaspettato, ma confermato dai dati dell'Istat sull'andamento del primo trimestre del 2017 e dallo studio di Veneto lavoro. Ai vicentini che si sono rimboccati le maniche e hanno remato contro corrente dall'inizio della crisi, resta però il dubbio: senza il crollo delle banche come sarebbe andata? Difficile rispondere, intanto, però, si sorride.  L'altro lato della luna c'è e guardando le nude cifre è facile da individuare. A crescere oltre che i fatturati sono anche le disuguaglianze.
In primis ci sono quelle storiche, come la differenza di genere. Solo 37 donne su cento raggiungono ruoli dirigenziali (dati Veneto Lavoro) e in media l'altra metà del cielo percepisce uno stipendio di cento euro inferiore ai colleghi parigrado. I giovani sono l'altra categoria bistrattata. Tra i 18 e 34 anni la disoccupazione è al 18%. Meglio di tante altre zone d'Italia, ma comunque alta per una provincia economicamente in ripresa. Preoccupa, inoltre, la situazione dei laureati che secondo Veneto lavoro trovano più difficilmente una stabile prospettiva economica rispetto a chi dopo le superiori ha scelto di lavorare. Una misura che spiega bene perché il tasso di laureati (secondo il Sole 24 ore) sia in crescita dell'8%, il dato più basso in Veneto. La disuguaglianza si riassume poi in un ultimo dato: il 10 % delle famiglie più ricche ha un reddito 5 volte superiore a quello del 10% percento delle più povere. Eppure il Veneto e Vicenza sono in ripresa, ma resta da capire chi ci guadagna. Tornando alla classifica del Sole 24 ore, Vicenza era in terza posizione solo 4 anni fa ma poi la Popolare è implosa, portandosi dietro risparmi e aziende. Nelle ultime rilevazioni il reddito pro-capite torna a crescere, segnando un più 5,4%. Una buona notizia, ma ben poca cosa rispetto al quasi più 10% delle province che precedono la nostra in classifica. Dipende insomma da chi si prende come paragone. Crescono, secondo il Sole 24 Ore anche i depositi bancari più 10%. Anche qui occorre decidere con chi si vuole correre la gara. A Treviso la stessa metrica segnala un più 29%, e anche da quelle parti, vedi alla voce Veneto Banca, qualche problema con gli istituti di credito lo hanno avuto. Insomma, non è tutto oro quello che luccica. In questo senso un segnale negativo arriva dal mercato immobiliare. Le case dei vicentini valgono meno, per l'esattezza il 6,3% rispetto ad un anno fa.
Per i vicentini, dunque, la crisi economica sembra via via una montagna più facile da scalare, ma come in ogni gara conta e non poco anche lo sprint finale. Per lo scatto serve una certa riserva di energie e non è detto che il tessuto economico cittadino, stremato dopo l'era Zonin, riesca a trovarne. Serve un cambio di passo politico-economico e sociale e questa non è una questione di classifiche.
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