Vicenza Riformista: la correzione dei conti pubblici è la premessa per un nuovo sviluppo
Giovedi 15 Dicembre 2011 alle 20:48 | 0 commenti
 
				
		
		Associazione di cultura politica "Vicenza Riformista"  -  La nostra opinione sulla manovra del Governo Monti
Premessa
La manovra che il Governo Monti ha presentato al Parlamento è l'ultimo tentativo di evitare che il nostro Paese sprofondi nella drammatica spirale del fallimento dello Stato. Tale eventualità non è affatto astratta e, se non si riuscisse a invertire una tendenza ormai certa, le sue conseguenze peserebbero soprattutto sui ceti bassi e medi provocando un impoverimento generalizzato mai visto dal dopoguerra.		
La prima domanda che gli Italiani debbono porsi non è dunque se il  Decreto Monti piace o non piace ma se potrà o non potrà salvare il  Paese, invertendo una rotta disastrosa e ricreando le condizioni per la  crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Nella valutazione  dell'operato del Governo non possiamo dimenticare che i segnali evidenti  della crisi italiana sono stati a lungo sottovalutati e negati, e che  non c'è tempo per continuare una discussione priva di sbocchi operativi  capaci di evitare il disastro collettivo.
Sui contenuti va fatto uno sforzo di maggiore equità sociale
Nel  merito delle scelte, ricordiamo che l'abolizione dell'ICI, senza  l'indicazione di introiti sostitutivi o di veri tagli alla spesa  pubblica, e in presenza di un deficit tendenziale pauroso, si presentò  come un provvedimento altamente demagogico. Oggi l'imposta ritorna (IMU)  in forme diverse, ma va ricordato che gli estimi sono del tutto  anacronistici e che essa è uno dei perni della imposizione patrimoniale  in tutti i paesi europei. E' giusto alleggerire il carico alle famiglie  con la detrazione prevista nell'emendamento al decreto.
Il blocco  dell'indicizzazione delle pensioni è la norma meno digeribile in termini  di equità, ma essa è transitoria (solo per il 2012-2013). Noi pensiamo  comunque che sia necessario elevare gli importi minimi (l'emendamento  alla norma va in questa direzione , trovando altre fonti di entrata che  non pregiudichino i saldi della manovra. Mentre la riforma del sistema  pensionistico è cosa dovuta e in ritardo di anni, ed essa non reggerebbe  senza l'aumento dell'età pensionabile che non può essere evitato con  gli attuali incrementi delle probabilità di vita. Anche in questo caso  auspichiamo però che la norma generale trovi accorgimenti correttivi che  evitino conseguenze crudeli nei confronti di una minoranza di  lavoratori che sono entrati nel mercato in età particolarmente giovane  (ad esempio: è auspicabile un intervento per chi è maggiormente  penalizzato, applicando un ammortizzatore per le classi di età '51 e '52  che maturerebbero la pensione nel 2012) o che svolgono attività  usuranti.
Nella manovra ci sono poi alcuni interessanti interventi  strutturali (anche se sono solo l'inizio di un percorso che dovrà essere  affrontato con concretezza e determinazione nella fase immediatamente  successiva a questa dell'emergenza) e alcuni stimolatori della crescita  per le imprese che dovranno essere migliorati a seguito dei primi  effetti della manovra sul contenimento del deficit.
Sollecitare il Governo Monti a varare una seconda fase per le riforme di struttura
A nostro avviso siamo di fronte ad un disegna di riforma che finora nessuno ha avuto il coraggio o la voglia di adottare. La manovra va concepita come un primo passo per dare le risposte più urgenti e concrete (anche all'Europa), al quale ne dovranno seguire altri che non potevano essere contenuti in un decreto che ha lo scopo di bloccare un argine che sta per cedere e che rischia di travolgere tutti.Ci aspettiamo dunque che il Governo Monti possa concludere rapidamente questa prima fase di emergenza nazionale con un supporto responsabile del Parlamento, per poi affrontare i nodi strutturali che hanno bloccato il processo di modernizzazione del paese: riforme costituzionali, costi della politica, efficienza PP.AA., riforma del mercato del lavoro, ecc..
Tra i provvedimenti, ne vanno almeno annunciati alcuni che sono delle vere e proprie piaghe del nostro paese. Pensiamo:
• ad un "Piano del lavoro" per i giovani che sono usciti dal sistema scolastico e formativo e non riescono a trovare una occupazione. Nel provvedimento del Governo ci sono alcune prime indicazioni di sostegno alle imprese e, quindi, di possibile incentivo a nuove assunzioni. Tuttavia è necessario costruire un allegato alla manovra con il nome di "Piano del lavoro". Non si tratta di fare un libro dei sogni ma di prevedere canali di ingresso, anche con compensi iniziali bassi, con possibilità di acquisire una prima esperienza del lavoro per giovani che non sono mai entrati in una azienda. Bisogna spezzare un circolo vizioso: le aziende cercano giovani con titolo ed esperienza, ma se a questi non si dà la possibilità di entrare nel mercato, l'esperienza non l'avranno mai solo dalla scuola o dall'università ;
In questa direzione, ci appaiono utili le indicazioni recentemente offerte dal Prof. Tito Boeri;
• al vasto tema della riorganizzazione della Pubblica Amministrazione. Anche qui, serve una proposta forte che riduca gli squilibri nei rendimenti e nella produttività delle singole amministrazioni dello Stato, che snellisca le procedure con una diffusione dei cosiddetti "sportelli unici". Questo è un elemento su cui l'opinione pubblica è particolarmente sensibile
• al grande problema della lotta alla corruzione ed alle tangenti. Qui ci vuole una proposta specifica e tosta. Per esempio: è utile specializzare una task force fatta di magistrati e inquirenti; snellire le norme per perseguire i corrotti (primo problema del nostro Paese); ecc. Senza dimenticare la storica questione della criminalità organizzata.
In conclusione, la correzione dei conti pubblici è la premessa per un nuovo sviluppo. Con essa può nascere una nuova grande stagione di riforme e di equità . Senza di essa nessuna equità è possibile.
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