Vicenza Calcio tra aggiotaggio, fiduciarie e scomparsa: l'ultimo appello
Martedi 9 Luglio 2013 alle 00:14 | 0 commenti
La società per azioni di via Schio da anni soffre per «operazioni» non si sa quanto «simulate», ma di certo «artificiose» fino ad oggi almeno, a una sola settimana circa del d-day del 16 luglio quando sarà dentro la Lega Pro o fuori, col conseguente fallimento di oltre cento anni di storia biancorossa più che del club con l'attuale, indefinita proprietà , che fa capo alla fiduciaria Pannorica e che nell'ultimo quasi decennio di vita ha liberato i tifosi dalla "odiata" ma più che presentabile proprietà inglese per far loro addirittura sognare una ancora più indefinita e indefinibile proprietà kosovaro-camerunense pur di non vedere cancellate le maglie biancorosse da uno straccio di campionato che conti. E meno male che il Vicenza Calcio, dicono i tecnici di borsa e la Treccani, non è quotato altrimenti quell'ipotetico "delitto" di aggiotaggio assumerebbe «la fattispecie di manipolazione del mercato di cui all'art. 185 del d. lgs. n. 58/1998 (Testo unico finanziario)».
Comunque ad oggi le trattative-non trattative, di Preto-Cassingena-Cunico indistintamente, che comunque difficilmente porteranno i sempre più fantomatici compratori ad «alterare» al rialzo, rispetto allo zero attuale, le loro più volte urlate offerte, mai ad oggi concretizzatesi, hanno sempre e finora portato al proscenio comparse periodiche di avatar di aspiranti patron, che si chiamassero Esposito o Massone o che assumano le sembianze virtuali di Mehmeti e Mbock, forse più adatti a fare da coperture "pagate" (non abbastanza da far saltare l'accordo fatto e mai concretizzato?) di chissà quali proprietari che non da pagatori di quote del Vicenza Calcio.
E mentre i primi creditori, come la Helyos spa bussano alla porta del tribunale per esigere i loro crediti, sarebbe indispensabile che qualcuno credibile, magari con la supervisione della Banca Popolare di Vicenza, sponsor e creditore -finanziatore con un'anima vicentina, mettesse tutti intorno a un urgente tavolo, da ultima spiaggia ma, perciò, necessariamente pubblico e trasparente, per far capire ai tifosi e a qualche imprenditore locale disposto a entrare con qualche euro vero e fresco o a convertire i propri crediti, se la Pannorica vuole veramente cedere il club. O solo chiuderlo, ora che è spremuto.
L'appello ormai è senza ulteriore ... appello. Â
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