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Viaggio in seconda classe

Di Citizen Writers Sabato 17 Novembre 2012 alle 17:19 | 0 commenti

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di Guido Zentile

Anni fa, nella seconda metà degli anni settanta del secolo scorso, la RAI mise in onda una serie di trasmissioni condotte da Nanni Loy, che in più puntate raccontavano storie di vita degli italiani, quegli italiani che viaggiavano con il mezzo pubblico per eccellenza. L'inchiesta, infatti, si svolgeva all'interno dei treni che attraversavano l'Italia, in lungo e in largo, con testimonianze e narrazioni, raccolte da attori che fungevano da elemento trainante, e con gli inconsapevoli viaggiatori che vi dialogavano; ecco confezionato il "viaggio in seconda classe" (photo gallery).

Titolo azzeccato e caratterizzante, dato che in quegli anni molta gente viaggiava ancora in treno, non solo per il trasporto pendolare, ma anche per le lunghe distanze, i treni dal sud, per esempio, con quel carico umano di speranze ed incertezze che saliva al nord, e più ancora a nord, verso la Svizzera, la Germania. Il treno era ancora un trasporto di massa.
Treni locali, diretti, espressi, mezzi vuoti, stracolmi, treni stagionali, per lo meno c'era un servizio, le stazioni, anche le più piccole, erano effettivamente stazioni, piccole o grandi comunità dove ci si incrociava, chi partiva, chi arrivava, e non terre di nessuno, come oggi, dimezzate nelle superfici e nelle dimensioni, azzerate dei servizi, terre di conquista per il mercato immobiliare. E qui al centro di questo variegato mondo ci stanno i viaggiatori di seconda classe del XXI secolo.
E' interessante vedere come in quegli anni (nemmeno mezza generazione fa), pur nonostante tante difficoltà e sofferenze, viaggiare in ferrovia costituiva un sistema complesso di persone e mezzi che si voleva rendere funzionale, anche perché era accompagnato da quei rapporti umani che ormai sono scomparsi. E' tutto ciò che oggi si vuole non far funzionare.
Il canale YouTube conserva qualche immagine di questa tele-testimonianza, testimonianza che merita un viaggio virtuale.
Ritornando, a noi, ad oggi, alle cronache vicentino - scledensi di questi giorni, siamo consapevoli che viviamo in un'epoca in cui i mezzi di informazione, non solo cartacei e televisivi, ma anche via internet, tablet, o cellulare, non ci mancano, un'epoca in cui l'evoluzione tecnologia, lo sviluppo dell'elettronica ci permette di fare cose che anni fa si leggevano sui racconti di Urania, un'epoca in cui "grazie" a quanto sopra siamo tutti sotto un "regime" informatico che ci controlla, ma un'epoca nella quale non riusciamo a far viaggiare dignitosamente i treni. Ritardi ingiustificati, guasti ai mezzi che ti bloccano in piena campagna, o nelle vicinanze della stazione, con il brivido di un'imprevista passeggiata sulla massicciata, porte che non si aprono e prolungano la gita in treno, il tutto contornato da una piacevole sensazione di sentirsi come sardine, incappottati d'inverno, appiccicati d'estate.
Non esiste la minima volontà (sopratutto politica) di fornire le corse più frequentate con mezzi idonei alle esigenze, oppure offrire un intervallo orario che non comporti un disperato assalto al treno. Se Nanni Loy fosse ancora in vita, o magari qualcuno della sua scuola (ma anche in questo caso il servizio RAI è oggi assente e preferisce distrarre il pubblico dalla realtà), si partirebbe per un bel viaggio in seconda classe tra Schio - Vicenza e Padova, o Verona. Con un piccola nota tecnica: ora abbiamo il "Minuetto", il treno per il trasporto locale, un gioiellino di treno uscito di recente (2003) dalle officine ferroviarie Alstom (costituito da una composizione bloccata di tre elementi, bidirezionale, assemblato sia nella versione ad alimentazione diesel, sia nella versione ad alimentazione elettrica, per un costo medio, cadauno, di circa 3,5 milioni di euro), il cui soave nome ci accompagna ad una soave melodia, che fa da contorno ad un'altra melodia, di rispettosa vivaldiana origine: adagio-allegro ma non troppo.
Gli utenti pendolari, agguerriti appassionati di viaggi in ferrovia, che ogni mattina iniziano splendidamente la loro giornata nelle stazioni di Schio, Thiene (dai spingi, che entriamo .....), Dueville (ostia, non c'è più posto .....), Vicenza (ma ci sarà la coincidenza? ....), e nelle altre stazioni di questo Veneto, perso fra città metropolitane, città diffuse, ipotetiche fusioni provinciali, Comuni che si sentono più di qua, o più di là, hanno tutte le loro ragioni a protestare contro un disservizio che ha raggiunto dimensioni vergognose, e ancor più vergognoso è il comportamento di Trenitalia, la quale preferisce investire sul giocattolo fantoccio dell'alta velocità.
Ai nostri viaggiatori, modestamente, non interessa quante sono e quante saranno le province nel Veneto (tanto la geografia nelle scuole non si insegna più), ai viaggiatori, modestamente, interessa avere un trasporto pubblico ferroviario razionale ed efficiente, integrato magari con i mezzi pubblici su strada (ma per quest'ultimo aspetto siamo ancora a livelli di Urania - racconti).
Ai cittadini scledensi lancio un forte messaggio: siate forti e tenaci, non so se la Regione Veneto (che sta tagliando sempre più sul trasporto locale) e Trenitalia (che ha altro a cui pensare) si interesseranno di questa ferrovia in terra vicentina, ma forse il filo di speranza di un ipotetico interessamento si avrà quando verrà soppressa: ramo secco?


Tutte le foto sono dell'autore (esclusa la scatola di sardine).
foto 1 e 2 (marzo e giugno 1985): pochi mesi distano tra le due foto, ma il materiale rotabile dista quasi una generazione. A giugno 1985, con l'entrata in vigore dell'orario estivo, i servizi locali nella Regione Veneto acquisiscono treni di nuova generazione.
foto 3 (giugno 2011): i treni vicinali modello TAF entrano in servizio nel 1997/8.
foto 4: meglio le sardine, o i viaggiatori di seconda classe del XXI secolo?

Leggi tutti gli articoli su: treni, Guido Zentile, VicenzaPiù n. 244, Seconda classe

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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