Quotidiano | Categorie: Politica

“Veneto Terra di Pace”, firmata la dichiarazione a Villa Giusti dove cent’anni fa fu firmato l’armistizio della Grande Guerra

Di Note ufficiali Sabato 3 Novembre 2018 alle 18:16 | 0 commenti

ArticleImage

Ora è un prezioso documento d’archivio conservato in una teca - inizia la nota della Regione - ma quelle stesse pagine ingiallite dal tempo, sulle quali è scritto uno dei momenti cruciali della storia del nostro Paese e del nostro continente, esattamente un secolo fa poggiavano sulla medesima tovaglia macchiata che ancor oggi avvolge il tavolo rotondo attorno al quale uomini potenti sedettero per discutere le condizioni che portarono alla fine del primo drammatico, sanguinoso e inumano conflitto mondiale.

Provoca emozione vedere da vicino l’originale di quel trattato, uscito per la prima volta dall’Archivio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, grazie alla collaborazione del Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, proprio nel luogo dove fu firmato, il 3 novembre 1918, alle ore 18.39, nella sala del primo piano di Villa Giusti a Padova, rimasta praticamente la stessa di un secolo fa e chiamata da allora la “Sala dell’Armistizio”.

Proprio in queste stanze, permeate di memoria, la Regione del Veneto ha voluto oggi celebrare un evento che le numerose autorità convenute, alla presenza del ministro per gli affari regionali e le autonomie, Erika Stefani, hanno definito di grande valenza simbolica: la sottoscrizione del documento che dichiara il Veneto “Terra di Pace”.

Nel documento, firmato oggi dalle Università venete, dall’ANCI, dai Comuni capoluogo di Provincia e dalla Conferenza Episcopale Triveneto, e che sarà inviato agli Stati che hanno combattuto nella prima guerra mondiale, si “dichiara solennemente il Veneto ‘Terra di Pace’, per l’alto valore simbolico conferito al territorio veneto dalle testimonianze storiche della Grande Guerra, che fu il primo conflitto di dimensioni mondiali, e fra i più atroci subiti dall'intera umanità”.

“Una dichiarazione che vuole essere soprattutto un messaggio di convivenza tra i popoli, indirizzato a tutto il mondo, da tramandare alle future generazioni – ha esordito l’assessore regionale alla cultura, Cristiano Corazzari – che nasce dalla sensibilità dell’intero Consiglio regionale del Veneto che con legge regionale dello scorso ottobre ne ha disposto l’adozione”.

“Il ricordo della Grande Guerra è ancora presente e vivo nelle nostre genti e quel tragico conflitto ha lasciato nel Veneto segni indelebili – ha sottolineato l’assessore, dopo aver ringraziato tutti coloro i quali hanno reso possibile l’iniziativa che ha coinvolto numerosi Enti e Istituzioni –. Abbiamo riscontrato in questi anni di celebrazioni del centenario un diffuso interesse per quanto accadde tra 1915 e il 1918, anche tra i giovani. Un interesse storico e culturale quanto mai attuale per l’eredità che ci ha lasciato. I luoghi della memoria sono sparsi in tutto il territorio regionale e noi abbiamo cercato di recuperarli e valorizzarli: i percorsi che abbiamo creato tra trincee, sacrari, monumenti, musei e altre testimonianze, consentono di comprendere, quasi di toccare con mano le tragiche vicende di quel conflitto e le conseguenze che hanno avuto nella nostra società attuale. Questo è il modo più corretto per ricordare la Grande Guerra: nel fango delle trincee si è formata la sofferta unità del nostro Paese e quell’immane sacrificio di vite umane ha fatto emergere valori, come quello della pace, che rappresentano un patrimonio inestimabile”.

Dopo il sindaco di Padova, Sergio Giordani, il presidente dell’Anci Veneto, Maria Rosa Pavanello, il rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto, il rappresentante della Conferenza Episcopale del Triveneto, don Marco Cagol, è intervenuto il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, il quale ha evidenziato come il Veneto “fu l’unica regione italiana nella quale la Grande Guerra venne combattuta dal primo all’ultimo giorno, investendo non solo i campi di battaglia, ma anche la pianura e le città”, tra cui, ha ricordato il presidente, la stessa Padova, che pagò con il più alto numero di vittime civili a causa delle incursioni aeree.

“Oggi siamo qui per dare concretezza alla Legge 35 che ha avuto come primo firmatario e relatore il collega Claudio Senigaglia – ha sottolineato Ciambetti – ma questa è anche l’occasione per ricordare lo spirito di servizio di 6.500 soldati italiani impegnati nelle missioni di pace in tutto il mondo sotto la bandiera dell’Onu e l’opera preziosa di soccorso a favore della popolazione che gli uomini e donne dell’esercito e delle diverse Armi, insieme a quelli della Protezione Civile, stanno svolgendo proprio in questi giorni nelle località martoriate dal maltempo”.

“Oggi ricordiamo una guerra ma parliamo di pace – ha evidenziato nell’intervento di chiusura il ministro Stefani –. La guerra viene spesso evocata attraverso episodi di eroismo, ma è soprattutto morte e distruzione e credo sia più giusto raccontarla senza retorica, per quello che davvero ha significato dal punto di vista umano vivere quel dramma. Non perdere la memoria significa non solo ricordare cos’è stato quel conflitto, ma riflettere sul valore della pace, come la Regione ha fatto”.

“Nel Veneto esiste storicamente una cultura di accoglienza e di solidarietà sociale – ha concluso Stefani – e il suo associazionismo forte e diffuso testimonia una capacità di includere piuttosto che di escludere. Dichiarazioni come quella che si firmano qui oggi dovrebbe farle proprie anche la politica, perché il processo di pace nasce da una ‘cultura quotidiana della pace’ che significa capacità di risoluzione dei conflitti, significa lavorare per la mediazione, per gli accordi: questi non sono disvalori, nonostante l’accezione negativa che spesso ad essi viene data in politica. Anche se dialogare è più difficile che litigare, dobbiamo farlo, come questa giornata ci insegna”.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network