Veneto Sviluppo, Cda da rifare: da 13 a 7 membri. Trussardi si ricandiderà, per ora l'unica certezza
Mercoledi 31 Agosto 2016 alle 10:10 | 0 commenti
 
				
		Il Consiglio di amministrazione di Veneto Sviluppo si è dimesso. Nessuna crisi, nessuna sfiducia: come spiega la stessa società , si tratta di un «passaggio esclusivamente tecnico», necessario per consentire l’iscrizione al nuovo albo unico degli intermediari finanziari che esercitano l’attività di concessione di finanziamenti, per la quale Banca d’Italia impone uno snellimento dell’organo gestionale. Per questo l’operazione avrà comunque un’implicazione politica: i componenti dovranno infatti scendere da 13 a 7, di cui 4 eletti dal Consiglio regionale, dove a distanza di poco più di sette mesi dovranno dunque riaprirsi le trattative fra maggioranza e opposizione sulle nomine.
Lo scorso 19 gennaio a Palazzo Ferro  Fini era infatti stata scelta la parte pubblica del nuovo board della  finanziaria, partecipata al 51% dalla Regione e per il restante 49% da  dieci società afferenti a nove gruppi bancari nazionali. Un mix fra le  scelte del governatore Luca Zaia, il patto fra centrosinistra e tosiani e  la parziale confluenza dei voti del Pd sulle indicazioni della  maggioranza aveva permesso di designare Massimo Tussardi (poi incoronato  presidente), Simonetta Acri, Luigi Barbieri, Andrea Antonelli, Patrizia  Geria, Giansandro Todescan e Leonardo Colle. Con loro si erano  insediati i rappresentanti delle banche: Francesco Giacomin (indicato  come vicepresidente), Antonio Rigon, Pietro Codognato Perissinotto,  Francesco Giovannucci, Leopoldo Mutinelli e Donatella Vernisi. Ora  però è tutto da rifare, visto che nel frattempo è andata avanti la  richiesta di Veneto Sviluppo di entrare nell’elenco degli intermediari  finanziari espressamente autorizzati a concedere garanzie e  finanziamenti per cassa. Un’evoluzione ritenuta imprescindibile, pena  altrimenti secondo la Regione «la paralisi dell’attività societaria»,  anche in considerazione del particolare contesto economico veneto: senza  questo salto di qualità, in buona sostanza, la società non potrebbe più  fare credito. Avviata il 9 ottobre 2015, la procedura è tuttora in  corso anche in conseguenza della sospensione dei termini per 180 giorni  disposta da Bankitalia, che ha però prescritto all’interessata «la  necessità di allineare la composizione dell’organo amministrativo al  nuovo statuto» approvato un anno fa. Adesso che si avvicina il 9  settembre, data della scadenza intimata dall’authority bancaria, la  finanziaria regionale deve quindi farsi trovare pronta: non solo  fornendo «tutti i chiarimenti e le informazioni richieste», ma anche  snellendo il Cda.  
Ecco perché il 23 agosto la giunta regionale  ha approvato la delibera che indica i passi successivi, a cominciare  dalle dimissioni del Consiglio attualmente in carica, formalizzate  lunedì («L’ordinaria amministrazione di Veneto Sviluppo — si legge in  una nota — sarà comunque garantita dagli attuali vertici, presidente e  Cda, che resteranno in carica in regime di prorogatio  fino alla nomina  del nuovo organo di gestione»). L’esecutivo veneto ha inoltre deciso  che, nella forchetta prospettata da via Nazionale e compresa fra 5 e 9  membri, il futuro board dovrà contarne 7, di cui 4 di nomina politica e 3  di estrazione bancaria. 
I tempi sono piuttosto stretti. In base  all’avviso appena pubblicato sul Bur, le candidature di competenza  regionale dovranno essere presentate entro il 6 settembre. L’impegno del  presidente Roberto Ciambetti è a convocare  il Consiglio regionale  subito dopo la  maratona sulla riforma sanitaria, dunque non prima di  inizio novembre,  quando si riapriranno i giochi. «Siamo perfettamente  d’accordo con il dimagrimento del Cda — dice Alessandra Moretti,  capogruppo del Partito Democratico — e pensiamo che possano essere  confermati i due uscenti che erano stati proposti dall’opposizione».  Ecco, appunto: fermo restando che tre su sette dovranno andare a casa,  bisognerà capire se Zaia sarà disposto a mantenere soltanto un paio  delle sue indicazioni. Per il momento l’unica certezza è che Tussardi si  ricandiderà. 
Di Angela Pederiva, da Il Corriere del Veneto 
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