Veneto da gustare: tanta storia e arte nella natura attorno a Brendola, un altro splendido excursus sui Colli Berici
Sabato 4 Marzo 2017 alle 09:47 | 0 commenti
Ci troviamo in uno dei paesi posti sul perimetro dei Monti Berici che ne dà l'accesso da ovest: Brendola, in parte ombreggiata dai monti locali che toccano i 344 mt s.l.m. e in parte adagiata su una piana alluvionale bagnata dalle "brendole", deve il suo nome proprio a queste ultime. E' così che vengono localmente chiamate le risorgive, acque dolci che dopo una certa permanenza sottoterra fuoriescono spontaneamente. Cittadina immersa nel verde in una zona fortemente urbanizzata, Brendola ospitò i primi insediamenti umani intorno al III millennio A.C. Immersa in un ambiente ricco di biodiversità , si estende per circa 25 km tra orticolture, uliveti, vigneti, boschi (sia di latifoglie sia di conifere) e prati aridi. Un paesaggio molto vario vivacizzato ulteriormente da molte opere monumentali conservatesi fino ai giorni nostri (qui la photo gallery).
Fortemente intrecciato al destino di Brendola fu soprattutto l'antico castello vescovile, tappa centrale dell'itinerario qui descritto. Il cosiddetto sentiero Natura è in questo caso un percorso ad anello facile e remunerativo (durata 2 ore per circa 3,5 km) che si insinua nella parte orientale dei colli Berici, qui ben rappresentati in molti aspetti tipici, come fenomeni carsici e prati aridi.
Si parte dal centro storico della cittadina, a Piazza Revese, e si imbocca la salita che passando per le vie La Marmora e Valle apre alla vista Villa Anguissola: eretta nel cinquecento e rimaneggiata nel XVII secolo, è oggi di proprietà Munari, che ne ha curato il restauro delle barchesse.
Camminando, alla curva si sale a sinistra attraversando un suggestivo ponticello sul torrente Spessa e da lì si possono ammirare, sulla sponda sinistra, alcune formazioni rocciose basaltiche.
Si prosegue lungo il versante del Monte Spiado (287 mt.) fino ad arrivare alle cosiddette Case Binato, presso cui è consigliabile una sosta per godere del panorama sottostante, caratterizzato soprattutto dalla profonda gola che il torrente Spessa ha scavato prepotentemente nel calcare.
Ora si cammina su strada bianca e ci si avvicina finalmente alla Rocca del castello dei vescovi, situato in posizione strategica sul monte Sommaripa e di cui si ha la prima notizia ufficiale nel 983, epoca in cui Brendola era appunto feudo del Vescovo di Vicenza. Il castello è internamente composto da due cortili, che al tempo erano destinati ad usi diversi: uno alle udienze, l'altro ai soldati, con annesso pozzo e stalle. Così questo edificio veniva definito al tempo dai cronisti locali: un "luogo di rifugio e salvezza nei momenti delle guerre civili e un luogo di villeggiatura e di riposo nei tempi di pace".
Molto interessante notare che appena sotto il castello vi siano bizzarre crescite spontanee di fico d'India, pianta che dopo essere stata importata dall'America, in Europa si è diffusa soprattutto nel bacino del Mediterraneo. La si potrà vedere fiorita a breve, tra la primavera e l'estate.
Superata la Rocca merita una visita anche la vicina Chiesa di San Michele, costruita nella prima metà dell'800, sulla cui facciata spicca la raffigurazione su bassorilievo di San Michele mentre fulmina il drago.
Proseguendo il cammino, al bivio si tiene la sinistra e si arriva alla strada sterrata della Madonnetta, che introduce in breve a Piazzetta del Vicariato: qui fu edificata nel XIV secolo la "casa del Vicario", dall'aria ovviamente autoritaria, mentre poco distante sorsero la seicentesca Villa Pagello e l'ottocentesca Villa Maluta. Continuando su via Roma spunta un altro edificio storico, annoverato tra le principali ville gotiche del vicentino e attualmente adibito anche a scuola materna e municipio: Villa Piovene.
Il giro si conclude ora con l'arrivo alla stupenda chiesetta Revese, eretta intorno al ‘400 e recentemente restaurata: è considerata tra gli edifici sacri più pregevoli della provincia.
Prima di fare ritorno a casa dopo tanta bellezza, meritano sicuramente un assaggio i vini locali: Tai bianco, Sauvignon, Pinot, Carmenère... Grazie alla varietà spesso biologica di uve autoctone, Brendola copre con i vigneti circa il 45 % del suo territorio.
Molte informazioni si trovano anche sul sito istituzionale, mentre su quello della Proloco si possono trovare, oltre a parecchi consigli enogastronomici, alcune mappe della zona.
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