Gruppo Bim, ex ad Pietro D'Aguì denuncia Vincenzo Consoli: estorsione e truffa aggravata
Mercoledi 22 Febbraio 2017 alle 08:45 | 0 commenti
Si acuiscono le tensioni fra l’ex top manager di Veneto Banca Vincenzo Consoli e l’ex amministratore delegato del gruppo Banca intermobiliare (Bim, controllata da Veneto Banca), Pietro D’Aguì, entrambi indagati dalla Procura di Roma nell’inchiesta che lo scorso anno aveva portato all’arresto dello stesso Consoli. D’Aguì ha infatti trasmesso ieri alla magistratura della Capitale una denuncia «a carico di Veneto Banca, di Vincenzo Consoli e altri, per i reati di estorsione e truffa aggravata. La denuncia – si legge in una nota - fa riferimento alle vicende che hanno visto Veneto Banca acquisire il controllo del Gruppo Bim».
Si tratta di un’operazione avviata nel 2008 e del valore di alcune centinaia di milioni di euro, che l’ex popolare di Montebelluna aveva pagato con proprie azioni. Azioni, tuttavia, che secondo la denuncia di D’Aguì non sarebbero state ripagate quando, alla fine del 2014, la banca d’affari torinese cercò di uscire dal gruppo veneto. D’Aguì, che di Veneto Banca è stato anche vicepresidente dal 2013 al 2016 in qualità di azionista di minoranza, lo scorso agosto aveva già preso le distanze da Consoli, dicendosi fiducioso che il lavoro della magistratura avrebbe portato a chiarire la sua «totale estraneità agli illeciti di Veneto Banca e i gravissimi inadempimenti contrattuali, i torti e gli illeciti da me subiti da parte del Gruppo Veneto Banca, a partire dall’acquisizione di Bim». All’oggetto dell’inchiesta romana, nella parte che riguarda l’ex manager di Bim, vi sarebbe la vendita di obbligazioni Tier 1 a Veneto Banca, nel luglio del 2013, conseguente a un’operazione di acquisto delle stesse avvenuta nel 2008. La circostanza, contestata a Consoli in un interrogatorio dei pm romani lo scorso settembre, per D’Aguì non avrebbe tuttavia prodotto «un solo centesimo di guadagno». Secondo i magistrati l’operazione, indicata in uno scambio di e-mail fra D’Aguì e Consoli come «un piacerino», avrebbe al contrario generato «un guadagno considerevole». Bim, controllata da Veneto Banca per il 71,4%, è uno degli asset che Alessandro Penati, presidente di Atlante e dunque proprietario della ex popolare montebellunese, ha di recente dichiarato di voler scorporare «per averne il controllo diretto». A proposito di azioni delle ex Popolari venete e del crollo del loro valore, arrivano intanto notizie positive per quelle Piccole e medie aziende - e sono tante - che si sono trovate in difficoltà finanziarie per avere avuto a patrimonio i titoli azzerati di Popolare Vicenza e Veneto Banca: si è finalmente perfezionato, con una delibera approvata a fine gennaio dalla giunta regionale, l’intervento pubblico sulle garanzie a favore delle Pmi penalizzate. La Regione ha messo sul piatto 5 milioni di euro, che nel concreto saranno gestiti dalla finanziaria regionale, Veneto Sviluppo, attraverso un Fondo di garanzia e controgaranzia per l’accesso al credito delle imprese interessate. Nello specifico, un’esplicita norma della legge di stabilità regionale prevede che possano beneficiare della nuova linea di intervento soltanto le piccole e medie imprese che abbiano subito, tra l’1 gennaio 2014 e il 31 dicembre 2016, una rilevante diminuzione del merito creditizio proprio a causa dell’acquisto dei titoli emessi dalle banche. Ma di quante aziende stiamo parlando? Secondo le valutazioni effettuate dalle stesse ex Popolari e dai Confidi, siamo in presenza di un lotto di 7-800 Pmi, con un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro, che hanno bisogno di un sostegno per garantire o riassicurare i prestiti. Tutte aziende che, a causa dell’azzeramento del valore delle azioni di Vicenza e Montebelluna che avevano in pancia, sono finite con il rating in zona grigia e, pertanto, oltre alla perdita sopportata hanno anche sofferto di rilevanti problemi di accesso al credito. L’intervento della Regione, tramite Veneto Sviluppo, mira per l’appunto a rimuovere questi ostacoli e a ridare ossigeno finanziario alle Pmi in difficoltà .
Di G.F. e A.Z., da Corriere del Veneto
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