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Veneto Banca si rilancia col nuovo piano industriale: dismissioni e utili

Di Rassegna Stampa Domenica 22 Febbraio 2015 alle 10:17 | 0 commenti

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Veneto Banca riparte dal nuovo piano industriale. E dalla vendita della quota nell'Istituto centrale delle banche popolari, che varrebbe plusvalenze fino a 170 milioni. Il progetto strategico che deve tracciare la strada de i prossimi anni della banca è pronto. Lo schema è stato approvato venerdì dal direttore generale Vincenzo Consoli e dalla sua squadra di vertice insieme ai consulenti di Boston Consulting.

E approderà domani nella riunione del comitato strategico guidato dal presidente della popolare, Francesco Favotto, come prologo al consiglio d'amministrazione di dopodomani. Il passaggio è decisivo: è da lì che Montebelluna dovrà rimettere in moto l'operatività di nuovo messa a dura prova questa settimana con il blitz della Finanza che ha perquisito la sede centrale e altre 17 tra abitazioni e uffici in cerca di documenti. Il tutto nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Roma per ostacolo alla vigilanza che vede indagati l'ex presidente Flavio Trinca e il manager Consoli, nata dalla trasmissione alla magistratura della relazione di Banca d'Italia del novembre 2013, dopo gli otto mesi di ispezioni che avevano rivoltato Veneto Banca. Inchiesta poi subito raddoppiata a Treviso per aggiotaggio, con indagati i membri del precedente cda. Il piano industriale accelera nella sua fase finale, l'obiettivo è approvarlo nel cda del 24 marzo, per esser portato in assemblea soci un mese dopo, per mostrare la via con cui la banca potrà riprendere a guadagnare, ad azionisti provati dalle inchieste, dalle azioni che non si riescono a vendere e dal bilancio 2014, il primo che il presidente Favotto porterà in assise, in «rosso» record per 650 milioni. I numeri fondamentali del piano già approvati con le linee guida sono, al 2018, ambiziosi rispetto al 2014: raccolta complessiva di 26,5 miliardi di euro, patrimonio netto di 4,33 (3,3 nel 2014), margine di interesse a 821 milioni (519 nel 2014), margine di intermediazione a 1.345 milioni (834 nel 2014) e un utile netto di 334 milioni. La pressione sulla rete per avviarsi sulla strada degli obiettivi è già partita. Lo stesso Favotto davanti alle telecamere della Rai, l'altra sera, ha promesso l'utile nel 2015. E uno degli obiettivi in campo pare essere di presentarsi in assemblea con un primo trimestre in deciso miglioramento per far vedere il recupero. L'altro fronte dei guadagni straordinari, a cui Favotto fa riferimento, riguarda la vendita dell'Istituto centrale delle banche popolari italiane, il gruppo di servizio alle spalle delle maggiori popolari, che è stato messo in vendita. Per Veneto Banca, azionista al 10% potrebbe valere una plusvalenza straordinaria di 170 milioni. Fin qui il fronte operativo nelle mani di Consoli, che col piano industriale metterebbe a segno il quarto risultato di rilievo dopo la ricapitalizzazione da 820 milioni, il superamento dei test Bce e la riorganizzazione della rete. Consoli che nel frattempo è partito con una serie di cene con i soci, in vista dell'assemblea. La prima giovedì a Montebelluna con 250 persone ha mostrato comunque il favore che il manager gode ancora tra i soci. A questo punto si attendono novità sul fronte strategico di competenza del cda e del comitato presieduti dal presidente Favotto. A Verona e Vicenza Banco e Bpvi hanno già avviato i piani per governare l'epocale trasformazione in spa. E strada facendo sono venute anche avances a Veneto Banca in chiave di fusioni, ad esempio dall'ad del Banco, Pier Francesco Saviotti, che potrebbero essere coltivate. «Ciàcole» , ha archiviato Favotto, facendo capire che a Montebelluna si è ancora all'anno zero.

Di Federico Nicoletti da Il Corriere del Veneto


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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