Veneto Banca, multa da 4,6 milioni di euro per oltre trenta consiglieri
Lunedi 16 Gennaio 2017 alle 08:35 | 0 commenti
Veneto Banca, Consob fa partire la multa record da 4,6 milioni di euro. La «botta» è arrivata tra Natale e Capodanno, ma tra vacanze e studi legali chiusi l’effetto della notifica si è capito nelle dimensioni solo dopo la Befana. La notifica è quella con cui l’Authority di controllo su società e Borsa avvia la fase finale, quella delle multe, della maxi-indagine del 2015, la cui chiusura era stata comunicata nella frenetica assemblea soci del 5 maggio 2016, quella del ribaltone con l’elezione del cda guidato da Stefano Ambrosini, durato il breve volgere di un’estate prima dell’arrivo di Atlante.
Il conto complessivo è di 4,6 milioni di euro e colpisce oltre trenta tra membri dei cda presieduti da Flavio Trinca e poi da Francesco Favotto, con in prima fila l’ex amministratore delegato Vincenzo Consoli, i loro collegi sindacali e alcuni dirigenti. Multa ancora nella fase della proposta comunicata agli interessati, che potranno inviare le controdeduzioni entro fine mese, prima della quantificazione definitiva, contro cui sarà possibile ricorrere in Corte d’appello. Si vedrà se nel passaggio tra proposta e conto finale ci sarà spazio per uno «sconto». Anche perché il dato provvisorio si riferisce solo a uno dei cinque procedimenti sanzionatori avviati al termine della lunghissima inchiesta partita il 10 gennaio 2015, dopo gli stress test europei dell’ottobre 2014, che aveva passato al setaccio tutti gli aspetti della banca, e chiusasi solo il 10 marzo 2016. Quello centrale, sul collocamento dell’aumento di capitale da 500 milioni del 2014, sui finanziamenti per acquistare azioni e gli scavalchi nella loro vendita. Ne erano uscite le contestazioni sull’adeguatezza e appropriatezza delle operazioni, i casi di finanziamento per comprare le azioni, anche nelle compravendite tra soci(secondo Consob toccò, nel 2014, 1.416 acquirenti, il 27% del totale) e le lettere di garanzia ad alcuni clienti per assicurare rendimenti del 3% a semestre, con un’iniziativa commerciale ufficiosa, secondo Consob, della direzione generale guidata da Consoli e dal condirettore Mosé Fagiani. Per gli altri quattro filoni - che riguardano carenze informative su molteplici nodi, dall’aumento di capitale al prezzo delle azioni - le proposte di multa sono attese nei prossimi giorni. E faranno lievitare il conto finale a una dimensione inedita. Per dire, la multa di Banca d’Italia al cda di Flavio Trinca dopo l’ispezione 2013 era stata di 2,7 milioni di euro, livello allora record. La proposta di Consob segna ora un’escalation che mette in pari con la linea inflessibile instauratasi con la vigilanza Bce, anche rivedendo il metro usato per riguardare vicende già valutate in passato. In dettaglio, le multe variano dai 300 mila euro proposti per l’ex amministratore delegato e direttore generale Vincenzo Consoli, a cui è attribuito un comportamento doloso, ai 145 mila euro dei membri del cda guidato da Flavio Trinca (l’unico altro a cui è attribuito il dolo e non la colpa, come per gli altri membri dei due cda) e del collegio sindacale presieduto da Diego Xausa, fino ai 115 mila ero per quanti sedevano nel cda successivo con le presidenze Favotto-Bolla e ai 65 mila del collegio sindacale guidato da Marcello Condemi. Si vedrà quali saranno le risposte dei multati a Consob. Rispetto ad un aumento di capitale 2014 eseguito dopo le ispezioni di Banca d’Italia, approvato e seguito dalla stessa Consob. E anche rispetto ai ruoli dei due cda in una ricapitalizzazione che il board dell’èra Favotto considerò già all’epoca «ereditato» nella sostanza dai predecessori. E ancora nelle responsabilità sull’esecuzione, di fronte a ordini impartiti alle strutture operative e a relazioni finali di audit e compliance che ne attestavano la correttezza.
Di Federico Nicoletti, da Corriere del Veneto
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