Veneto Banca, composizione del nuovo Cda: si profila uno scontro diretto Bolla-azionisti
Giovedi 7 Aprile 2016 alle 09:55 | 0 commenti
 
				
		Popolare di Vicenza, Unicredit estende a maggio la garanzia sull’aumento di capitale, che a questo punto può partire. Mentre in Veneto Banca il rinnovo del cda si farà con una corsa serrata tra due liste, dopo la decisione dei grandi soci di correre da soli, in tandem con l’associazione di Schiavon. Si naviga giorno per giorno, nel mare della messa in sicurezza delle due ex popolari venete, con gli aumenti di capitale per 2,5 miliardi totali e le quotazioni in Borsa da giocare entro giugno in condizioni di mercato impossibili.
Dopo il vertice tra  Renzi, Padoan, i banchieri, la Cassa depositi e le Fondazioni  dell’altro ieri a Palazzo Chigi, da cui è uscito il progetto di un fondo  privato che sottoscriva l’inoptato degli aumenti di capitale delle due  venete (a cui si aggiunge il miliardo del Banco Popolare, per il quale  non si arresta la caduta in Borsa: ieri il titolo ha raggiunto un nuovo  minimo storico, a 4,74 euro, in calo del 3,38%), il fronte più caldo  resta  Bpvi.
Qui, di fronte ai segnali lanciati nei giorni  scorsi da Unicredit, rimasta in campo da sola, di volersi sganciare  dalla garanzia all’aumento, ieri è arrivata una schiarita interpretata  come decisiva. Secondo indiscrezioni, Unicredit ha esteso oltre il 30  aprile, per altre due settimane a maggio, la garanzia sull’aumento di  capitale da 1,5 miliardi. Segnale ritenuto rilevante, come se  l’intervento sulla promessa soluzione «di sistema» per sostenere  Unicredit (ieri, su quest’onda, ha recuperato l’1,71%, a 2,97 euro), o  più semplicemente l’intervento del governo, abbia forzato la mano al  colosso bancario. Gli occhi, sul fronte di Unicredit, sono puntati sul  cda di oggi, da cui ci si attende  un punto fermo sulla vicenda (ieri  mattina alcune indiscrezioni parlavano, in senso contrario, di un cda  pronto oggi a recedere dalla garanzia).     
A questo punto  l’operazione pare comunque ai nastri di partenza: test decisivo sarà la  finestra di pre-marketing che Bpvi apre oggi, sondando il mercato sulla  sottoscrizione dell’aumento di capitale; l’offerta di azioni  dell’aumento di capitale è in calendario invece da lunedì 18 aprile (con  Unicredit, nel consorzio di collocamento anche Bnp Paribas, Deutsche  Bank, Jp Morgan e Mediobanca). La «forchetta» di prezzo delle azioni è  attesa la prossima settimana, al termine della quale dovrebbe arrivare  l’ok al prospetto informativo. In questo calendario, l’esordio in Borsa è  previsto per  martedì 3 maggio. Oggi intanto Bpvi riunisce il cda e  potrebbe affrontare le dimissioni rassegnate la scorsa settimana dai  consiglieri Giorgio Tibaldo, Nicola Tognana e Maurizio Stella; il quadro  dei consiglieri in ingresso si sta componendo, ma forse sarà definito  la prossima settimana. 
Sul fronte Veneto Banca, le spine non sono  rappresentate dall’aumento di capitale, su cui anche ieri il presidente  di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, ha riconfermato l’impegno  di garanzia («Siamo tranquilli, si potrà fare l’operazione come era  stata prevista»), ma  la composizione del nuovo cda, che dovrà uscire  dall’assemblea dei soci che il 5 maggio approverà il bilancio 2015. Qui  si profila lo scontro diretto  tra la lista che sarà compilata dal cda  uscente, guidato da Pierluigi Bolla, e quella messa insieme dai grandi  azionisti. Ieri l’associazione «Per Veneto Banca», al termine  dell’assemblea degli iscritti  convocata nel pomeriggio a Padova, ha  confermato la scelta di presentare una propria lista, in accordo con  l’altra associazione, quella dei piccoli soci guidata   dall’ex  magistrato Giovanni Schiavon. Quindici nomi in lizza per gli 11 posti,  per mettersi al riparo da eventuali esclusioni, tre rappresentanti delle  due associazioni (tra questi probabilmente i due presidenti Schiavon e  Matteo Cavalcante) e 12 indipendenti definiti «di elevato standing» che  saranno definiti oggi, la lista sarà presentata venerdì con il 4-5% del  capitale. Le due associazioni, che dichiarano di rappresentare  complessivamente l’11-12% del capitale (l’8% i grandi, il 3-4%  l’Associazione azionisti) puntano a portare a casa i 9 consiglieri che  andranno alla lista che avrà il maggior numero di voti in termini di  capitale. Saltata la possibilità di un accordo intorno a una lista unica  (i grandi soci erano disponibili a garantire i tre posti a Carrus,  Bolla e Benvenuto, ma potendo indicare 8 degli 11 consiglieri) lo  scontro, a questo punto, con la lista che sarà approvata e presentata  dal cda, si sposterà sulla raccolta delle deleghe di capitale per  aggiudicarsi il voto in assemblea.  
E che l’accordo sulla lista  fosse ormai tramontato, lo aveva fatto presagire ieri il nuovo attacco  portato da Schiavon nei confronti del presidente del comitato esecutivo,  Maurizio Benvenuto. Accusato di conflitto  d’interesse, da avvocato del  Comune di Fabriano, per la sponsorizzazione di 500 mila euro di Veneto  Banca al Polo Bibliotecario della città marchigiana, passata per il  comitato esecutivo. Schiavon parla di «assalti alla diligenza su  incarichi e compensi».
  Di Federico Nicoletti, da Il Corriere del Veneto 
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.
 
  
		
		
	 
				     
				     
				     
				    