Veneto Stato, dito puntato su sisma e scuola pubblica
Mercoledi 1 Agosto 2012 alle 19:04 | 2 commenti
«Mentre a Roma ladrona è calato il silenzio sulle condizioni dei terremotati emiliani e sulle aziende messe in ginocchio dal sisma e lasciate sole dal governo italiano, impegnato a drenare fondi verso la Sicilia, parte nei prossimi giorni un nuovo carico di aiuti passate le prime settimane di emergenza, il materiale raccolto verrà portato direttamente nelle mani delle famiglie colpite, per avere così l'assoluta certezza che qualche funzionario italiota non lo dirotti verso altri lidi». Non usano mezzi termini gli attivisti di «Veneto Stato» che oggi sul loro sito web hanno annunciato una iniziativa in tutte le province della regione, Vicenza inclusa.
Il movimento, già ribattezzato Vs dai simpatizzanti, ebbe il suo battesimo mediatico proprio in terra berica quando alla fine dell'estate 2011 ad Arzignano (nella foto) la loro protesta contro il fisco nazionale finì anche sui media nazionali. Recentemente sul portale di Vs il movimento ha allargato la prospettiva della sua analisi: «Non vi capita mai di farvi questa semplice domanda?... Bene per me a questo semplice quesito non abbiamo neppure minimamente la voglia di confrontarci - si legge nel post di Mattia Giolo perchè sarebbe troppo doloroso arrivare alla risposta, preferiamo nascondere la testa sotto la terra come gli struzzi, nasconderci dietro a problemi importanti come spred, borsa o pil per continuare a credere di essere uno stato forte che può ancora dire la sua».
Ma non c'è solo la questione economica. Più di recente il movimento capitanato dal segretario Antonio Guadagnini e dal presidente Lucio Chiavegato ha preso di punta quella che ritiene una tara storica della politica italiana nella scelta dei docenti, a partire dalle medie e dalle superiori, faciliterebbe i laureati del centro sud.
In una nota diramata un paio di settimane fa infatti si legge: «L'attuale situazione del sistema scuola nella Regione Veneto, gestita secondo leggi e parametri decisi a Roma, soprattutto dal Ministero della Pubblica Istruzione e Ricerca, più comunemente definito il Miur, presenta da oltre cinquant’anni una reale e sostanziale discriminazione operata dal Miur stesso, in quanto la Regione Veneto è chiamata a partecipare all’Unità Nazionale dell’Italia solo in dare, mai in avere...». Nel medesimo documento si legge infatti che facendo riferimento alla medie con cui le assegnazioni delle cattedere sono decise in giro per il Paese «il Veneto avrebbe ben 3.500 insegnanti in più».
Secondo Veneto stato poi esiste anche un'altra sperequazione poiché la media nazionale parla di «1050 euro a cittadino spesi per il comparto istruzione». Un dato che secondo Vs salirebbe a 1229 euro procapite al centro Italia e 1365 euro procapite al sud. Se ne deduce quindi che «Il sistema istruzione Veneto costa 5 miliardi e 100 milioni di euro all’anno e garantisce a Roma un utile annuo di oltre 20 miliardi di euro all'anno».
C'è poi un duro affondo nei confronti dell'ex governo Berlusconi accusato di avere cancellato, per effetto della «riforma Gemini» oltre tremila insegnanti «dalle scuole venete». Tant'è che gli attivisti si domandano: «Ma è mai possibile che nel Veneto vi siano graduatorie di insegnanti precari col 40% di insegnanti proveninenti dal Mezzogiorno? La riforma del senatore leghista Mario Pittoni, incentrata sulla regionalizzazione del reclutamento del personale docente, è ferma in parlamento dal 2008 e non passerà mai perché non c'è più tempo».
lunga degli effimeri 150 anni e molto più vicino ai 1300 della Serenissima Repubblica!
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Grazie VENETO STATO!