Vendemmia, annata record per il Veneto: +10% di produzione
Martedi 1 Settembre 2015 alle 14:50 | 0 commenti
Regione Veneto
“Sarà una vendemmia da libro degli annali, sia per quantità che per qualità . Con il 10 per cento di produzione in più, i viticoltori veneti raggiungeranno il record dei 9,1 milioni di ettolitri prodotti e salgono in vetta alla classifica nazionaleâ€. Giuseppe Pan, assessore regionale all’Agricoltura, evidenzia soddisfatto le prime anticipazioni dell’associazione nazionale degli enologi che danno al Veneto la palma nell’incremento della raccolta delle uve e della produzione di vini per il 2015.
“E’ il risultato di una stagione climatica d’eccezione – commenta – nella quale le alte temperature dell’estate forse più calda del secolo si sono combinate con le piogge di agosto; ma anche di una politica che ha consentito impianti di vigneti di qualità e premiato il lavoro delle cantine socialiâ€.
“Ora la sfida è quella di potenziare la promozione e la commercializzazione all’estero dei nostri marchi di qualità – prosegue Pan – possibilmente sfruttando l’onda lunga dell’Expo che ci proietta verso i nuovi mercati del lontano Oriente e d’Oltreoceano. Anche quest’anno la Regione Veneto impegna oltre 10 milioni di euro per sostenere progetti di promozione e di commercializzazione all’estero dei suoi vini, che valgono il 32 % dell’intero export enologico nazionale. Il mondo ha imparato a conoscere e ad apprezza i nostri Prosecchi e Amaroni, ma il Veneto è terra anche di vitigni storici che meritano di essere riscoperti e valorizzati. Ora dobbiamo concentrarci di più nel mantenere alta la qualità dei nostri marchi e nel diffonderne immagine e cultura, perché i viticoltori veneti nulla hanno da invidiare ai grandi produttori che sinora hanno detenuto il controllo di mercati internazionaliâ€.
“Purtroppo – conclude l’assessore veneto – il governo nazionale va in direzione opposta, visto che ha ridotto del 30 per cento i contributi ministeriali ai progetti di promozione multiregionali dei vini italiani, costringendo regioni e aziende a rimodulare gli impegni di spesa. E’ un atto di incomprensibile miopìa che penalizza la competitività del ‘made in Italy’ in un settore di prestigio, che ha grandi potenzialità e tutte le carte in regola per conquistare nuove piazze e nuovi consumatoriâ€.
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