Achille Variati tuona ma cresce il degrado insieme alle crepe, dell'amministrazione. Dopo le parole a Vicenza serve più coraggio
Martedi 23 Agosto 2016 alle 10:50 | 0 commenti
Ogni giorno i cittadini di Vicenza sono informati che il degrado della città continua inesorabile. Oggi è il turno sul giornale locale del giardino Salvi, non nuovo alle cronache (qui una serie di proteste e annunci su VicenzaPiu.com), ma segnalato perchè ormai bivacco e luogo di fatti che hanno richiesto l'intervento delle forze dell'ordinea cui poco aiuto danno le telecamere strombazzate dal progetto Occhi Blu ma incapaci anche di cogliere un vandalo mentre sfregia il Cristo dell'abside esterna della Chiesa di S. Lorenzo. La situazione del parco è la cartina di tornasole di tutta una situazione che coinvolge il centro e le periferie di Vicenza, dove ormai il senso stesso della sicurezza è svanito. In compenso paghiamo un assessore alla sicurezza che non è mai stato capace di darla se non a se stesso il "27 del mese", quando incassa il compenso per il suo impegno a favore della città . Ogni giorno comunque il Sindaco tuona per qualche cosa, in questi giorni contro le biciclette in centro, e si preoccupa soprattutto che la notizia sia diffusa, come se avesse in mente soluzioni efficaci o addirittura nuove come il divieto di circolazione delle biciclette medesime.
Analogamente fanno i componenti della giunta, che quotidianamente fanno sapere di aver aggiustato una delle ennesime crepe del tessuto cittadino, magari solo quella della via del Mercato nuovo, dimenticando di porre fine proprio alle crepe dell'amministrazione.
Una città sofferente per la crisi economica, sofferente per il collasso della Banca Popolare di Vicenza, sofferente per l'insicurezza che l'avvolge, sofferente per l'incapacità di veder sviluppare progettualità in ogni dove ed infine sofferente per il degrado a cui assiste, quasi impotente.
L'autunno incipiente è tempo di raccolta e i cittadini di Vicenza, quelli con meno rassegnazione e più coraggio, vorrebbero raccogliere le dimissioni di una Giunta che è in agonia e ad essa costringe una città che non ha saputo bene amministrare.
Ma in compenso l'ha sommersa di parole, parole, talora perfino grida, ma che hanno solo sprecato aria mentre la città subiva un degrado che pare addirittura irrefrenabile.
Quello dell'amministrazione di Vicenza.
Solo le parole dette
alle luci della ribalta
sono l'obiettivo,
l'unico che hanno:
quelli veri
li prometton
ma son chimere.
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