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Variati su arresti di Giuseppe Rossi e su Ipab

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 27 Ottobre 2009 alle 17:11 | 0 commenti

Comune di Vicenza   

Giuseppe RossiIn merito all'arresto, in base alle ordinanze del Gip Eloisa Pesenti e da parte della GdF, di Giuseppe Rossi, ex presidente di Aim in quota An nominato dalla giunta Hullweck, del suo legale Paolo Pozza e di 2 imprenditori per le vicende legate al conferimento del Casale di Debba all'Ipab, il sindaco Variati ha rilasciato questa dichiarazione:


"Questa notizia mi lascia allibito se penso che un po' prima dell'estate il presidente dell'Ipab Gerardo Meridio, che non è stato nominato da me ma dal mio predecessore Hüllweck, aveva proposto al Comune di far sì che questo complesso diventasse una struttura per anziani non Gerardo Meridioautosufficienti. Poiché non ci avevo visto molto chiaro e alcuni dubbi che avevo non mi erano stati chiariti, avevo preferito togliere tutta questa vicenda dalla programmazione comunale. I fatti ora mi dicono che l'avermi proposto quella cosa in quel momento è stata quantomeno una gravissima leggerezza del presidente dell'Ipab Gerardo Meridio".


La nota odierna della Guardia di Finanza spiega: «È stato dato corso, contestualmente, attraverso l'impiego di oltre 50 militari, a 12 perquisizioni domiciliari, locali e societarie, a Vicenza e Padova. Le investigazioni - coordinate dal procuratore capo Nelson Salvarani e dal sostituto procuratore Giorgio Falcone - hanno permesso di individuare, grazie anche all'ausilio di indagini tecniche, una fittizia operazione di "conferimento" da parte di Ristocenter nel patrimonio sociale di un'altra società di Vicenza (di cui era socio Giuseppe Rossi, ndr), di un complesso immobiliare, denominato " Corte Montegrande", sempre in Vicenza, località "Debba"... In particolare, a fronte del conferimento dell'immobile - peraltro valutato, con stima certamente sottodimensionata, in 3,5 milioni di euro - la Ristocenter diveniva socio quasi totalitario della società conferitaria (con oltre il 90% delle quote); tuttavia, gli altri soci di quest'ultima, ben consci dello stato di insolvenza della conferente, la escludevano dal capitale sociale e si appropriavano, mediante atti simulati, della titolarità delle quote alla medesima intestate e, di conseguenza, dell'immobile oggetto del conferimento, senza contropartita alcuna. Successivamente, gli indagati cercavano di perfezionare l'ulteriore trasferimento (poi, in realtà, non realizzato) dell'immobile "Corte Montegrande", che, una volta ristrutturato, sarebbe dovuto essere ceduto a soggetti terzi, allo scopo esclusivo di "riciclare" il bene, sottraendolo ad ogni possibile azione revocatoria da parte della curatela, a danno, naturalmente, della massa dei creditori della società fallita, tra cui l'Erario (l'entità del passivo è pari ad oltre 12,5 milioni di euro)»... «Le distrazioni dell'attivo patrimoniale della fallita venivano, infine, acuite da ingenti pagamenti per (inesistenti) "competenze professionali" a favore del legale della medesima. Gli indagati, inoltre, da quanto emerso dalle investigazioni, non hanno ottemperato alle ripetute richieste del curatore di esibire le scritture contabili della Ristocenter ed, anzi, essendo le stesse non aggiornate almeno dalla fine del 2008 (nonostante la società già dal febbraio/marzo 2008 fosse coinvolta in una procedura pre-fallimentare), si sono accordati al fine di individuare un consulente tecnico compiacente che predisponesse, in modo artefatto, la contabilità, falsificando i libri e, appunto, le scritture contabili; parimenti, l'intestazione delle quote della società conferitaria del bene - legalmente affidata a meri prestanome - a società fiduciarie ha reso più complessa l'individuazione del soggetto che è risultato essere il principale artefice e beneficiario del progetto fraudolento, oggi tratto in arresto insieme ai suoi complici».

Tra i reati contestati a 6 indagati, tra cui i 4 arrestati, c'è quello di bancarotta fraudolenta in concorso.

 

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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