Variati senza contratto perde la fiducia. In se stesso
Giovedi 6 Giugno 2013 alle 16:10 | 2 commenti
«Tutti hanno sottoscritto un codice etico di appartenenza ... e un impegno a restarci, oppure a rassegnare le dimissioni» in caso di divergenze di vedute", leggiamo oggi su Il Giornale di Vicenza. Sulle pagine nazionali in cui non mancano lo stilettate quotidiane contro la scarsa democrazia di Beppe Grillo che invita gli eletti nel M5S a farsi da parte nel caso non seguano il capo?
No, leggiamo quelle frasi sulle pagine di cronaca politica locale del GdV nel servizio commento su "quel "codice etico" che fu, alla vigilia della campagna elettorale, un motivo di discussione all´interno della Lista Variati: alla fine tutti i candidati hanno accettato e firmato quel codice etico, impegnandosi a essere fedeli al programma della Lista e a rassegnare le dimissioni da consigliere nel caso di eventuali cambi di rotta a mandato in corso.". Come ha fatto Giovanni Giuliari e come, probabilmente, si accinge a fare anche Tommaso Ruggeri, entrambi assessori non confermati e, forse anche per questo, dissidenti.
Il GdV commenta poi che "anche se dal punto di vista legale è un impegno che non ha valore, visto che il vincolo di mandato non è ammesso dalla legge, dal punto di vista morale-politico vorrebbe essere un disincentivo alla fuoriuscita dal gruppo da parte di consiglieri ribelli".
Questo dopo che anche Achille Variati aveva affermato che quello sottoscritto è "«un impegno personale fermo restando che ogni consigliere è eletto senza vincolo di mandato», come garantiscono il principio costituzionale e la legge.".
Ci chiediamo e chiediamo ai cittadini elettori, oltre che, in primis, al direttore del quotidiano principe della città e che appartiene a un'Associazione seria come quella degli industriali, e, ovviamente, al sindaco notaio se è troppo morbido con Variati il quotidiano di Via Fermi che non lesina critiche al Grillo nazionale ma non si indigna con un primo cittadino indigeno che, anche lui novello Grillo ma di ... campagna, si appella a impegni fatti sottoscrivere per far entrare qualcuno in lista, pur sapendo che quegli impegni erano e sono contro "il principio costituzionale e la legge".
O se è così poco fiducioso in se stesso e nel suo carisma chi ha chiesto ai cittadini vicentini la fiducia per governarli per altri cinque anni ma costringe i suoi eletti a rimanere con lui o a farsi da parte non grazie alla sua capacità di guida e persuasione o alla stima che potrebbe (dovrebbe) aver avuto e avrebbe di loro per spontanee assicurazioni verbali, ma solo in forza di un "mercantile" contratto scritto.
Eticamente avvilente, per chi, il sindaco, ha chiesto di firmarlo e per chi, tra i consiglieri della lista per Variati, l'ha firmato pur di candidarsi, salvo dimettersi per astinenza da careghe c'è da supporre, siatene certi.
La conclusione logica, ora sotto gli occhi di tutti, è preoccupante: il collante ideale della lista Variati erano e sono le poltrone. Per contratto.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.
La carta etica è in uso nei civici vicentini, di Vicenza Capoluogo da molto tempo è ha l'ambizione con semplici punti di tentare di portare un pò di serietà nella politica attraverso dei comportamenti quali il limite di due mandati per favorire il ricambio ( le dimissioni di Soprana nella passata amministrazione erano proprio nel rispetto e nel patto firmato con i cittadini), un incarico per volta e non la somma di deleghe, presidenze in capo ad un unica persona, in modo da poter fare bene e con il massimo impegno il ruolo assegnato e, appunto, l'impegno morale a dimettersi e non a cambiare gruppo. Tante volte, anche dalle pagine di questo giornale si è deprecato i voltagabbana che cambiano partito/gruppo quando non sono più in accordo con la linea politica dello stesso o peggio per convenienze personali. Abbiamo memoria dei vari Calearo, Razzi Scilipoti a livello nazionale per finire ai vari riposizionamenti in fine amministrazione dei vari esponenti del PDL Con questo principio, che impegna solo "moralmente" i candidati civici, non si vuole imporre la legge del capo come riportato nell'articolo, ma si vuole molto più semplicemente e seriamente portare rispetto all'elettore che ti ha votato per quel ruolo.