Variati, affondo sulla pulizia dei fiumi
Mercoledi 21 Novembre 2012 alle 16:25 | 1 commenti
«Nelle prossime ore chiederò con forza agli enti competenti lumi sulla pulizia dei fondi fluviali al fine di abbassarne e omogeneizzarne il livello. Occorre capire se la cosa serva o meno. E se serve occorre capire chi possa agire in tal senso. Se necessario, nell'ambito di un progetto più ampio, ricorreremo ad un esperto».
Con queste parole stamattina il sindaco berico Achille Variati è uscito dalla tradizionale riunione di giunta del mercoledì. Una seduta quella di palazzo Trissino durante la quale il primo cittadino democratico ha dato conto, fra le altre, di una decisione presa oggi ma già ampiamente annunciata. Quella di stornare 500mila euro inizialmente previsti per il completamento del recupero della basilica Palladiana ad opere di prima necessità relative al dopo alluvione 2010, al dopo piena del 2012 e più in generale ad opere di minuta «ma necessaria prevenzione». Sul piano amministrativo lo storno avverrà con un emendamento della giunta all'assestamento del conto economico; il quale alle brevissime sarà oggetto di votazione prima in commissione bilancio e poi in consiglio comunale.
Questione di fondo. Variati ad ogni modo ha puntato l'indice su una questione che da anni viene definita «spinosissima» sia dai tecnici sia da parte del mondo ambientalista. In linea generale infatti la pulizia e il livellamento verso il basso, anche al fine di aumentare la portata, del fondo fluviale vengono visti come una buona pratica. Che spesso però si è scontrata con il groviglio di competenze che pur gerarchicamente inquadrate in seno alla regione, si dipanano su più fronti: assessorati regionali, uffici regionali, genio civile, magistratura alle acque, consorzi di bonifica.
A questi ultimi i cittadini versano peraltro tributi particolarmente esosi mentre più volte sui media le polemiche si sono moltiplicate sulla gestione poco trasparente di alcuni enti deputati alla salvaguardia e alla tutela del patrimonio idrofluviale. In diverse circostanze la rimozione dei detriti, in primis sabbie e ghiaie, depositati lungo il fiume può risultare anche remunerativa per il soggetto che la esegue, perché la ghiaia, anche se meno rispetto al passato, quando è di qualità ha un valore interessante sul mercato. In passato però sono nati parecchi contenziosi giacché gli operatori incaricati finivano per scavare solo dove era più facile o conveniente (o perché c'era più ghiaia o perché questa era più facilmente reperibile).
Tabù industriale. C'è però un altro punto che raramente entra nel dibattito. Tutto il Veneto ha una conformazione urbanistica densa e diffusa al contempo. Un contesto in cui ancora oggi, anche se meno rispetto al passato, gli insediamenti civili si mescolano in modo pulviscolare con quelli industriali, mentre il controllo su ciò che, specie l'industria e il mondo agricolo, sversano nei fiumi è spesso complicato anche in relazione ad una serie di comportamenti borderline o illeciti da parte di molti soggetti.
Rimuovere materiale dai fondali o da alcuni argini significa far emergere sabbie o detriti in non di rado altamente inquinanti. Il che genera due necessità , quella di bonificare il tutto con costi non da poco. E quella di cercare, per quanto possibile, i responsabili dell'inquinamento. Se a ciò si aggiunge che per alcuni settori come la concia, lo sversamento di sostanze nocive su livelli normalmente non consentiti, è permesso grazie a deroghe straordinarie, il quadro si arricchisce di svariate incognite. Vicenza peraltro non fa eccezione visto che nei corsi d'acqua vicini agli insediamenti industriali spesso si creano situazioni di grande criticità generate da un sistema spinto al limite della tenuta o colpito da vere e proprie condotte criminali.
Le regole nel Pi. Ad ogni buon conto stamani è intervenuto anche l'assessore all'urbanistica Francesca Lazzari (Pd) che ha smentito categoricamente alcune indiscrezioni riportate ieri da Vicenzapiu.com. Indiscrezioni provenienti dal mondo delle professioni rispetto alle quali si preconizzava la possibilità che il recente piano degli interventi (il Pi), recentemente licenziato dal consiglio comunale compendiasse in alcune zone della città la possibilità di insediamenti in strettissima prossimità con i corsi d'acqua. «Si tratta - argomenta Lazzari - di affermazioni non vere anzi assurde. Il comune non è esperto di idraulica e esondabilità , ma lo sono i suoi consulenti che hanno redatto gli studi di pertinenza. E soprattutto lo sono il Genio Civile Regionale e i Consorzi che hanno verificato la compatibilità idraulica di tutto il Pi, di ogni previsione di edificabilità . Il tutto è dettagliato nelle relazioni, nelle cartografie e nei pareri allegati. I quali sono per giunta pubblici».
Tosetto. Questa mattina però durante la giunta è intervenuto anche l'assessore ai lavori pubblici Ennio Tosetto (Psi, in foto) il quale ha annunciato, assieme al sindaco, una serie di opere finalizzate al miglioramento della circolazione e della sicurezza stradale. Tra queste c'è la sistemazione di una telecamera a guardia della corsia preferenziale dei bus tra il cavalcaferrovia di viale della Pace ed il proseguo di corso Padova. Contemporaneamente l'amministrazione ha già messo in sicurezza i davanzali che si trovano alla sommità del sottopasso di viale della Pace. La pericolosità dei quali, assieme a quella della preferenziale per i bus, era stata segnalata il giorno 8 ottobre da un breve reportage sul campo pubblicato su Vicenzapiu.com.
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